Meteoropatia e plurime attività culturali

Pareva troppo bello che durasse l'estate fino al mio compleanno. Quindi, giusto una settimana prima di esso, sono calati buio, vento, gelo e tempesta. Vabbè. Io non mi lamento, perché arrivare al 5 ottobre in maglietta è già di per sé un lusso.

Giovedì, cosciente della tempesta imminente, ho salutato l'ultima studentessa della giornata e sono andata all'altes AKH, di cui ho già parlato. Ho curiosato nella biblioteca di romanistica - troppe cose da leggere in questo mondo, sono sotto stress - e poi sono andata a leggere su una panchina nel parco. La stessa panchina dove avevo incontrato un 96enne qualche giorno prima, una specie di enciclopedia vivente che è nato in questa città quando era ancora la capitale di un impero, signore distinto che mi ha raccontato un po' di cose sue, e che mi ha detto in inglese: "first class German! very good." Chissà se troverei un vecchietto 96enne a Milano, che parla in inglese con gli stranieri. Spero di sì.

Comunque insomma, questa settimana sono (stranamente) culturalmente attiva. Sto leggendo tre libri in contemporanea:

La Polvere del Messico, di Pino Cacucci;
Bien Connu des Services de Police di Dominique Manotti e
Die Arbeit der Nacht di Thomas Glavinic, appena iniziato, e che ovviamente essendo in tedesco e leggendolo a latere prenderà i prossimi 3-4 mesi della mia vita.

Il libro di Cacucci mi piace molto, amo in genere la letteratura di viaggio e l'uomo conosce il paese di cui parla. Scrive in modo vivido dei luoghi che visita, e mi ha fatto venire voglia di andare in Messico, paese di cui non mi fregava una beata fino all'altro giorno, probabilmente perché non ne sapevo abbastanza. Nello specifico, la Baja California sembra un posto che potrebbe piacermi. Chi lo sa. Anche questa storia della mexicanidad impregnata di malinconia mi ispira. Mi piacciono i posti che sono allo stesso caldi e solari ma anche meditabondi. Mica per niente amo la Turchia.

Il libro di Madame Manotti è fantastico. L'ho iniziato venerdì, in pratica, e mi sa che oggi lo finirò. Fantastico, scritto un paio d'anni dopo le sommosse delle banlieue parigine, scava molto nel degrado sociale, negli atteggiamenti della polizia, nonché quello del ministero della difesa, nei confronti dei beur, che hanno poi portato secondo molti all'esplosione della situazione nel 2005. Scritto da dio, storia coinvolgente, molto bello. Al momento è anche attuale, dopo le sommosse di Londra del mese scorso. Probabilmente le dinamiche sono piuttosto simili, c'è sempre di mezzo la questione dell'appartenenza identitaria, di questi disgraziati in tute adidas che si sentono dire dagli "autoctoni" Non Siete Davvero Inglesi/Francesi/CheSoIo e quelli del paese dei genitori che quando vanno in gita gli dicono Sei Proprio Diventato Un Inglese/Francese/CheSoIo. E questi vanno in sbattimento e s'incazzano. Specie se non trovano lavoro, come adesso.


gli sbarellati di Sommer In Orange
E poi ho visto Sommer in Orange, una commedia tedesca - sì, esistono, non fate quelle facce lì - molto carina, su un gruppo di arancioni che da una comune berlinese decidono di spostarsi in Baviera, nelle campagne, per aprire un centro di terapie alternative. Potete immaginarvi come funziona bene nella Baviera cattolica di inizio anni '80, crisi di identità della figlia undicenne che decide di vestirsi come i mocciosi fasciocapitalisti e di mangiare carne; varie gag carinissime e adorabili prese in giro di tutto quel mondo un po' naif del periodo. Fan tenerezza. A me gli hippie sono sempre stati simpatici.

Ora vi saluto, perché vado al MUMOK con M, e poi a farmi un caffècontorta da qualche parte. Si comincia con l'intrattenimento da scheisswetter, come lo chiamano qua. Tempodemmerda, per voi profani. Almeno c'è qualcosa di bello da fare!

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