Stereotipi vs. Musica e suggestioni dal Rio de la Plata

(Mi scuso per i font sballati in questo post, ma fare tutto da una tabletta è un incubo. Fa schifo pure a me, ma guardate alla sostanza, che dirvi...)


Una cosa che posso già dire, pochi giorni dopo aver lasciato il mondo latinoamericano, è che ancor più della letteratura, quel che è rimasto con me è la musica, soprattutto quella argentina e uruguaya, alcune cose cilene, e alcune afro-peruviane (la musica brasiliana la conoscevo e apprezzavo già prima di partire.)

Mi piacciono la musica del Río de la Plata* come anche alcune cose cilene, perché non parlano solo di festa, rum e sesso, ma hanno anche un velo di malinconia, a volte di tristezza, che mi attira molto di più di una salsa, che mi sembra molto unidimensionale, anche se magari divertente. 
Quando sento il suono del bandoneón e un voce con l'accento rioplatense mi si smuove qualcosa dentro, che ci posso fare. (Qui sotto la voce di Julio Cortazar, lo scrittore, Buenas Noches, Che Bandoneon, con un bandoneon di sfondo, appunto. Che voce, chissà se c'è un suo libro intero registrato da lui stesso!)



Non è che non mi piaccia la musica allegra, ma mi sembra che la musica come il tango o il candombe, o la bossa nova, o le canzoni di Victor Jara o Violeta Parra (Cile) racchiudano in sé più accuratamente l'esperienza umana, che non è tutta rose e fiori, e riescano a parlare in maniera poetica anche delle cose brutte.

Scrivo tutto ciò perché detesto lo stereotipo per cui Latinoamerica significhi solo casino, rum, festa e belle fighe. Il Sudamerica è molto, ma molto di più di questo, specialmente nella sua parte australe, quella che amo di più, come ho già detto varie volte. Leggetevi Luis Sepúlveda, Patagonia Express o Il Mondo alla Fine del Mondo, per esempio, o qualcosa di Mario Benedetti (Uruguay) così mi capirete. Per me ha significato molto altro che la festa, l'alcol e la gnocca, il Sudamerica.

Di sicuro ai sudamericani piace far festa, ma quel che mi è piaciuto dei paesi del Cono Sur è che tra una festa e l'altra riflettono sulle cose, ivi inclusi i problemi dei loro paesi, con sentimento critico, cosa vista pochino tra Bolivia e Colombia. 
I messicani, almeno nella capitale, ad Oaxaca e in Chiapas, sono più riflessivi, e come uruguayani, argentini e cileni parlano anche delle cose negative dei loro paesi, invece che idolatrare i loro presidenti, sventolare bandiere tutto il giorno, e scrivere graffiti pro-governativi. Fine della divagazione sociologica, torno alla musica.

Sono una donna da saudade, insomma. Anche in turco hanno una parola simile a saudade, e infatti mi piace anche la loro, di musica.
Vi lascio con Una Iguana y Tres Monedas di La Chicana Tango, e Tango Negro di Juan Carlos Caceres, di Buenos Aires e Montevideo (credo), che sono esempi di musica rioplatense scoperta in queste due città. Una più malinconica, l'altra che vi fa ballare un poco. Vediamo che ne dite :)





*l'estuario su cui sorgono Buenos Aires, Montevideo e Colonia, tra i posti che meglio mi hanno fatto stare in nove mesi di Latinoamerica.

9 comments:

  1. Sai che mi dispiace non aver visto il Cile e, in fondo anche, l'Argentina, il Brasile e il Messico.
    Il Cile per i paesaggi, gli altri tre perché ho avuto carissimi amici di quei tre paesi ed erano persone fantastiche, così penso che anche i loro paesi debbano essere speciali. Vedi che ti viene l'antipatia postuma per il paese che comincia per C?
    Alla fine io ho pensato che non avevo karma con le Americhe e così sono finita nel paese peggiore possibile, così ce ne siamo andati. Metti che fossi andata in Argentina. Probabilmente ci sarei rimasta.
    p.s. Siamo a Milano da giovedì e siamo basiti dai cambiamenti e... dal fatto che la gente (a parte poche, luminose eccezioni) non se ne accorga se non in minima parte...

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    1. Cambiamenti di che genere, a Milano? Sono curiosa, raccontami :)
      Il Cono Sur ti piacerebbe, secondo me, è più vicino alla sensibilità europea, e allo stesso tempo molto diverso. Non so se saresti rimasta in Argentina però, l'economia è un disastro...
      Non ho antipatia per la Colombia, a dire il vero, semplicemente è un paese che a livello emotivo mi ha lasciato neutrale, mi è piaciuto, ma è un paese complesso, e secondo me sessant'anni di guerre, guerriglie e affini hanno creato una situazione di immaginario collettivo danneggiato. Tutto lo sbandierare è un modo di controbilanciare il fatto che sono un paese ferito e malato, forse.

      Il paragrafo sul nazionalismo e sul non criticare comunque era riferito non solo alla Colombia, ma anche ad Ecuador e Bolivia, che hanno elementi populisti belli forti, ed è impossibile non accorgersene.

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    2. Ah, e che peccato non essere andata in Brasile, per me! Ma purtroppo è stracaro, e viaggiando oer 14 mesi lo abbiamo dovuto sacrificare :(

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  2. p.s. Tu sei giovane, ma noi eravamo tutti innamorati delle canzoni di Violeta Parra che cantavano gli intilli-mani ;-)

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    1. Hai capito? Se ti piacciono loro cerca su youtube il gruppo Illapú, me ne ha parlato un amico cileno e mi piacciono!

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  3. io conosco il cile e un po´(ma poco poco l´argentina) e quando qualcuno dice "il sudamerica é solo festa, asado, musica a palla e rum" non riesco proprio a ritrovarmici, per cui mi sento mlto piú vicina al tuo post. grazie per le perle musicali

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  4. Di nulla! Ne metterò altri, di link musicali, se interessa.
    Va detto che però la musica, malinconica o meno, in Argentina è a palla lo stesso. Da questo punto di vista, i cileni sono i più civili. Gli argentini fanno un casino incredibile e non sanno parlare a voce bassa. Mi sa che sono i geni italiani :)

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  5. Oddio, mi gira la testa! Ma che viaggione stai facendo!? Torno appena ho un po' di tempo e leggo tutto.

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    1. Ciao Silvia! È un po' che sono in giro, per quello avevopensato di passa da SF, ma poi sono andata a Los Angeles. Era nel trasbordo dalla parte uno della gita alla parte due :)

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