Riecchime. Sono in ostello a fare le cozze, con l'Asburgico febbricitante, gli occhi a forma di schermo perché non ho voglia di leggere romanzi, e non ho abbastanza cervello per rispondere alle mail (ahem, scusa Niki) o scrivere un post nuovo. Dormito male. Sgrunt. Con la qualità dei materassi negli ostelli, a fine viaggio avrò la schiena di un'ottantenne.

Sono in Ecuador, da qualche giorno, e fino ad ora il paesaggio del sud ha su di me lo stesso effetto che ha avuto l'Uruguay: abbassamento della pressione, contemplazione delle verdi colline con un sorriso siémo in faccia, rilassamento generale. Peccato per M che sta male, porello, e io non me la sento di andare a passeggiare lasciandolo tutto solo. Non si fa. E quindi sono su una panchina fuori dalla stanza, in un portico, perché la suddetta stanza è un antro buio.

Comunque. In tutto ciò, mi sono ricordata che a ottobre, quando sono partita, la Azzurropillin ha passato il mio contatto a una tizia di questo portale chiamato Voglio Vivere Così World (gli piacciono gli anglicismi, non è colpa mia) per conto del quale qualcuno voleva intervistarla. La Pillin ha detto anche no, contattate invece Natalia, che è una zozza sciagurata che ama l'attenzione. Di sicuro lei dirà di sì. (O qualcosa del genere. Grazie, Azzupilli.)

E io, ovviamente, nel pieno ancora del mondo di internette a inizio viaggio, ho detto: ma certo! Per poi prontamente dimenticarmi di postare l'intervista qui, una volta pubblicata. Vabbè, in realtà era anche perché mi sentivo timida.  Non mi crede mai nessuno, quando lo dico, né gli amici né gli studenti, ma è così. Sono stata una supertimida fino ai 17 anni circa, io!

L'intervista tratta della mia esperienza a Istanbul e Vienna, e, udite udite, contiene una mia foto, se siete curiosi di vedere in faccia l'autrice delle panzane che vi sparate da un anno e più. Io non la volevo mettere, la foto, ma la giovane giornalista mi ha detto: mi serve la foto. Gli italiani amano le foto. E quindi io le ho dato una foto (ma vecchia, di quasi un anno, oramai.)

Il link all'interviù lo trovate qui

Dettaglio che non c'entra una sega: avete visto che ganza? Ho scoperto come fingere che il mio computer abbia una tastiera italiana, una volta che M si è addormentato e ho potuto pasticciare un poco. Addio, apostrofi al posto degli accenti! E posso anche scrivere en français, sans problèmes! Figata la tennologia.