I benefici del lavoro all'asilo nido

Sono esterrefatta. 

Mi sa che mi sto abituando a svegliarmi alle sei. (O meglio, mi stavo abituando, dato che questa settimana sono in vacanza, la prima vacanza pagata della mia vita, perché è Songkran, il capodanno thai, e quindi insomma, me la gratto, ma pagata. Altra cosa che ha dell'incredibile.)

Insomma, svegliarsi alle sei magari per voi è cosa normale e neanche degna di nota, ma per me è una cosa incredibile, perché io odio, odio con tutta me stessa, svegliarmi presto.

Ma come all'epoca mi abituai a vivere senza riscaldamento (Istanbul, inverno con grande nevicata del 2008); a vestirmi a cipolla e pensare che il freddo non è così freddo, se si hanno scarpe che isolano bene e di certo il freddo non può essere un valido motivo per chiudersi in casa (Vienna, 2009-2012); a Milano, nel 2009, mi dicevo che è normale usare più della metà dei propri guadagni per un affitto, e mi divertivo con poco (perché non potevo fare altro), ora, mi sto abituando a dormire per 5 ore, 6 al massimo, lavorare, e poi pennicare per ricaricare le batterie e godere delle ore restanti dopo il lavoro.

Bene. Qui a Bangkok, un po' mi sto convincendo e un po' autoconvincendo, che forse, tutte quelle persone strambe che mi dicono che svegliarsi presto sia figo, forse non siano tutte da rinchiudere. Almeno, non per sempre. Quando mi sveglio la mattina, di lunedì generalmente voglio morire, poi va a migliorare, e apprezzo il fatto che ci siano solo 26C e non sia tanto umido e quindi non serva il ventilatore, ad esempio, e mi gusto il suono delle cicale che fanno festa fuori.

Gli altri pregi del lavorare all'asilo nido sono di natura fisica ed economica. 

Economica, perché tecnicamente se vado avanti così della palestra non mi dovrò preoccupare. Perché a che serve pagare, quando ti occupi di dieci due-treenni ogni giorno che, per un motivo o per l'altro, devono essere presi in braccio varie volte al giorno, o tenuti a forza mentre si avventano su un altro figliolo che ha il giochino che vogliono loro esattamenteadessoora?

Il mio futuro, se vado avanti così - foto Wikimedia Commons
Un altro dei benefici della vita da insegnante d'asilo, cosa che io non ho mai aspirato ad essere, vi ricordo, ma che dopo un mesetto sta mostrando i suoi lati positivi, è che sto diventando un a provetta centometrista, dato che spesso devo rincorrere i nani nei loro tentativi di evasione dall'aula. Una nana in particolare, giapponese, è buffissima, è anche forte come una vitella e rapida come una faina. Blatera tra sé e sé in giapponese, facendo l'effetto di un simpatico tornado-anime, e ogni tanto va e infila la porta. Quindi, oltre che col sollevamento pesi, mi dò da fare anche con la corsa.

Pietro Mennea. Il mio altro santo protettore attuale (foto Wikimedia)
Altri pregi del lavorare all'asilo: oh, ma quanto si canta? Cioè, con 'sta storia che i nanerottoli non parlano inglese e quei pazzi furenti dei genitori pretendono che lo imparino a due anni, finisce che ce la cantiamo e ce la balliamo un sacco del tempo che stiamo insieme. Io all'inizio ero timida, mi prendeva male cantare e ballare, poi mi sono resa conto che ho come pubblico dei due-treenni asiatici, la mia collega filippina che se la balla da più tempo di me, e la tata thailandese che mi considera matta a prescindere, perché sono straniera, bionda, ho un buco nel naso, sono stata senza fissa dimora di mia volontà per più di un anno e ho vissuto, sempre di mia volontà, in un paese musulmano. Pazza furente, di nuovo. Quindi, tanto vale vincere la timidezza, ballare, cantare e regredire ai due o tre anni pure io.

Il mio terzo nume tutelare: la Raffa, che balla e canta ancor'oggi. Se può lei... 
Il quarto, ed ultimo, vantaggio del lavorare all'asilo è: l'ammore. Mi spiego: i nani mi vogliono bene, cioè, all'inizio no perché vorrebbero stare con la mamma, invece che con quella tizia alta e dalla faccia strana che parla una lingua che non capiscono. Chi più lentamente e chi più in fretta, però, hanno quasi tutti passato la fase della diffidenza, e sia quando arrivano che quando vanno via, vengono a darmi un abbraccio gigante, e baci, e carezze ai capelli, e chi più ne ha più ne metta. Ogni tanto, le bambine soprattutto, vengono a farsi dare un abbraccio gratis perché sembrano pensare, e perché no, diamine?

E' interessante, in fin dei conti. E' un'altra faccia dell'insegnamento, una di cui non m'è mai fregato una sega ma inizio a vedere perché a tanti piace così tanto. Se mi assumono per il prossimo anno accademico e mi danno un visto, ferie pagate e un pacco di soldi, giuro che un po' di quei soldi li userò per comprare dei libri di Piaget.

Per ora sono in vacanza, però, quindi ora sono in fuso orario natalico: in branda all'una o una e mezza e sveglia alle dieci. Tornare al lavoro sarà oréndo, ma me ne preoccuperò tra quattro giorni. 

10 comments:

  1. grande Natalia! Io che corro "solo" dietro alle mie due, quando al mattino catapult..accompagno all'asilo la treenne e corro via mi domando come fanno loro 3 maestre a sorbirsi 25 animelle che g-ridono costantemente :-D
    se ti interessa c'e' una ragazza italiana che vive da poco a seattle, ex berlino, che ha cominciato a lavorare in un asilo montessori li' , siamo diventate amiche e lei e' la classica maestra d'asilo coperta di tatuaggi :-D nel suo caso i genitori vogliono che i nani imparino l italiano,
    http://havasflugilojn.wordpress.com/2014/02/19/il-segreto-dellinfanzia/

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    1. Ma in che senso, tipica maestra d'asilo coperta di tatuaggi? sei ironica? o è una cosa di cui io non mi sono accorta, questa metamorfosi dal merletto al tatuaggio nelle maestre d'asilo? perché in effetti molta gente incontrata durante il viaggio che lavorava con i bambini era decorata con tatuaggi, piercing e dreadlocks, talvolta tutto insieme. Mah! grazie del link!

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    2. Eccomi sono io la maestrina tatuata! Vale mi ha segnalato il tuo blog, comincio subito a seguirti :)

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    3. secondo me non e; un caso che le persone che esprimono da adulte la propria immaginazione attraverso il corpo abbiano una special connection con i bambini che vivono tutte le emozioni e i pensieri dai capelli agli alluci. Aver e' un'amica, sono sicura avete molto in comune

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    4. Benvenuta Aver, donna tatuata! Scusa il ritardo nella risposta.
      Vale: ma io non mi sono mai reputata dotata di una special connection... La sto imparando! Però alcuni di loro già li adoro un po'.

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  2. Splendido post, ho sorriso durante tutto il tempo della lettura; la vita è così, se si sceglie di abbracciarla allegramente in ogni sfumatura ( come si sembra che tu faccia ) è come i tuoi bimbi asiatici...alla fine ti restituisce l'abbraccio facendoti vedere quante meraviglie si nascondono in ogni singolo giorno!
    A presto e ... auguri di buona Pasqua, sempre che da quelle parti arrivi la colomba! ;)

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    1. Intanto benvenuto, signor Loto, eh. Sono contenta se hai sorriso durante la lettura... Il mio blog è proprio un taccuino condiviso e poco più, ma cerco di tenere la negatività per me. Al massimo qua metto i momenti di cogitazione. Ma più comuni sono i post scemini come questo ;) Pasqua niente qui, neanche un uovo in vista, ahimè... Ma grazie degli auguri!

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  3. Mi è venuta un'improvvisa nostalgia per i bimbi piccoli della mia scuola in Slovenia, quanti abbracci, quante risate, io infatti dopo la Slovenia mi sono resa conto che avevo sbagliato fascia d'età degli alunni, a me piacciono i 3-5 enni, quando il mondo può essere ancora tutto una favola!

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  4. Io adoro insegnare ai nani! Faccio laboratori di inglese alla materna e ho anch'io 3-4 o al massimo 5 anni :-) FUNZIONA!

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  5. Sì, è piacevole insegnare ai nanerottoli... Anche se mi manca insegnare agli adulti. Davvero, io per un motivo o un altro ho sempre avuto studenti grandiosi, intelligenti e stimolanti. Li lovvo e mi mancano assai.

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Dimmi, dimmi tutto!