narrativepriorities.tumblr.com
Io c'ho questo collega, un altro insegnante, un inglese, che è una delle (numerose, tra l'altro) persone che in questa città dovrebbero ringraziarmi. Dato che io sono un'insegnante coi controcojoni, mi vengono offerti molti lavori che non posso accettare, perché anche col teletrasporto più di tre lezioni in un pomeriggio in tre diverse zone della città non ne posso fare. Quindi fornisco i numeri e i contatti di amici o colleghi che potrebbero invece avere tempo.

Uno di questi è L. Inglese, del nord, con un accento, ecco, non proprio elegantissimo, ma siccome lui è native speaker anche se parla di merda va bene perché c'ha il passaporto giusto, no? Ma non è di questo tema che volevo parlare. Volevo parlare di come questo, di cui io fornisco il contatto solo in caso in cui gente più competente di lui non abbia tempo, sia venuto qui perché sta con una ragazza turca, che da brava turca - parlo per esperienza - è possessiva, e gelosa come una gatta. Bene. Allora, io L non lo trovo attraente ma mancopenniente, no? E lui, invece, quando io lo chiamo per lavoro, flirta. Lo chiamo e gli dico hai tempo? E lui mi risponde, con aria sorniona, ah, ma per te ne ho sempre. Io invece non ho mai tempo, e lui mi tiene al telefono a dirmi puttanate. O se passa in ufficio a scuola mi ammorba per otto ore senza aver nulla di interessante da raccontarmi, perché la sua donna possessiva non gli lascia far nulla che non sia stare con lei. Però flirta con me, e io tra me e me mi chiedo se un modo pratico di liberarmene non sarebbe farlo sapere alla sua psico-fidanzata, che lo ucciderebbe seduta stante. 

Ora, c'è da dire una cosa. Non riesco a capire se è lui che a fare il sornione fa cagare, o se è la lingua che usa. Perché capitemi - M con me non ha mai flirtato, non è nelle sue corde, e meno male, perché il flirt in inglese, nonostante il termine proprio da lì arrivi, mi lascia perplessa. Soprattutto, mi lascia fredda come una sardina in scatola. Quindi la domanda è: è L che è pessimo, o è che l'inglese non si presta all'essere cialtroni? Forse la prima. Spero la prima. 

Prima di questa mia relazione con M ho già amato in inglese, che è un po' diverso dall'amare in italiano. Sono le uniche due lingue in cui ho amato qualcuno. E' un tema interessante e ne parlerò un'altra volta, ma è una cosa di cui si deve parlare perché oggigiorno con tutta sta gente che va in giro ci sono un sacco di individui che non amano nella loro lingua madre. E io sono ancora fortunata, che l'inglese per me è per un buon 85% come l'italiano. Non alzo la percentuale perché per me l'impossibilità di tradurre concetti come la cafonaggine, che è diversa dalla maleducazione, o il disamore, che è molto più livido e tagliente della mancanza d'amore tout court, rappresenta un problema. Uso questi due concetti ma ce ne sono altri, anche se pure in inglese ce ne sono alcuni che in italiano non vanno, dunque alla fine forse è lo stesso. 

Comunque L è fastidioso come la sabbia nelle mutande. Non gli darò mai più lavoro. Mi fa sentire come la figurina a destra nella vignetta qui sopra. Detestabile! 
mi sa.
Un giorno mentre cammini in metro ti dici che non metti quegli orecchini indiani d'argento da un po', che ti piacciono assai e quindi stasera li metti per uscire.
Vai al tuo portagioie di legno che contiene l'unico tipo di gioielli che usi in modo creativo, perché possiedi un (1) anello solo e ce l'hai sempre addosso, e di ciondoli ne hai due (2) e non te li cambi tutti i giorni, anzi, la mano di Fatima ce l'hai addosso da tipo 4 mesi. Quindi l'unica cosa che cambi sono gli orecchini. 
Dicevo.
Vai al tuo portagioie regalato dalla genitrice, inizi a pescare alla ricerca degli orecchini che sono neri su un lato, e se si girano si mimetizzano spesso col fondo del portagioie. Peschi. Non li vedi. Svuoti tutto il portagioie sul letto.
Gli orecchini non ci sono più.
www.overstock.com

Ti dici: adesso non ci ho tempo, ma poi li cercherò qui, qui, qui e qui. Li avrò sicuramente tolti perché mi pizzicavano alle otto di sera quando sono tornata e mi sono sdraiata dieci minuti, ero rincojonita e non li ho più messi via.

La mattina dopo, cerchi nei posti dove pensavi potessero essere.
E non li trovi

Sono triste come una crétina. Perché abito lontano dalla mamma, la maggior parte degli orecchini che ho me li ha dati lei e sono un modo di sentirla vicina, perché anche se lei ha gusti diversi dai miei mi regala sempre queste cose troppo carine, tipo quelli che vedete nella foto, perché s'è rassegnata ad avere la figlia naif, come dice lei. 

Mi rimane la speranza di trovarli quando lasceremo l'appartamento e puliremo tutto da cima a fondo, il che succederà tra sei mesi circa. Sono sicura di non averli persi e di averli tolti qua, se no sarei stata presa dal panico molto molto prima...
Però, uffa. Uffissima. Non dovrei essere così attaccata a degli oggetti, ma lo sono. Grrr. 
Da un po' che non mi si vede, eh?

E' che questa è stata una di quelle settimane dove ho insegnato tanto. Ma tanto. Ma veramente tanto. Il risultato di ciò è che a fine giornata sono letteralmente senza parole, perché ho parlato così tanto durante la giornata che non ne posso più di parlare, e quindi invece che uscire con un'amica vado a yoga, perché quando esco c'ho addosso un sorriso ebete e cammino pianissimo, io, che il resto della giornata corro come una pallottola impazzita in giro per la città con questo mantra nella testa: cazzosonoinritardo, cazzosonoinritardo, cazzosonoinritardo. Quindi dopo yoga torno a casa alle otto o alle nove, e non è che mi metto a scrivere. Mi faccio un tè e leggo. Sono certa di esservi mancata enormemente. 

Comunque oggi è sabato, io ho addosso la pigranza estrema da weekend, e ho letto questo post della Maria Antonietta, scritto in un momento di crisi sua, un po' come la mia adesso, spalmata sul divano e nessuna possibilità di riuscirmi ad alzare, proprio. 

Allora ho fatto pure io il test per scoprire una cosa essenziale di me, cioè a quale personaggio sécsi somiglio di più. La fonte è Donna Moderna, che notoriamente è una pubblicazione di un certo livello. Ho fatto questo test, che peraltro offriva spesso opzioni che non erano opzioni, cioè, o davi una risposta da wallflower che fa tappezzeria alle feste, o una da panterona sècsi, che io non sono né una né l'altra, ma dettagli. Perché il risultato è una figata. Sono Valentina! Quella gnocca disegnata da Guido Crepax nel 1965, che si fa un sacco di pippe mentali ma ciononostante è gnocca comunque! Insomma, viene la tentazione di prendere Donna Moderna un po' più sul serio. Di seguito la lusinghiera descrizione che fa di me questa esimia pubblicazione: 

"Il tuo fascino è notevole, ma tu non lo metti in mostra: lo indossi, come un profumo, che ti segue e ti fa seguire dagli sguardi. Per te è qualcosa di innato, e forse non ti rendi conto al 100% della tua carica erotica, ma questo non ti impedisce di sfruttarla se ti capita un'occasione avventurosa. Tuttavia, non sei una che si accontenta facilmente, anzi, sei molto selettiva e sfuggente: ti fai "catturare" - tu che sei così indipendente e libera - solo quando qualcuno ti interessa davvero, e non vai mai in cerca di facili complimenti. Sei enigmatica, silenziosa, complessa, e per questo puoi giocare una carta vincente: un alone di mistero che ti rende irresistibile.
Il consiglio per te: anche se non ti piace l'idea di essere vanitosa, prova a fare un elenco di tutte le tue virtù e a valorizzare i tuoi punti forti con un po' di trucco o un accessorio speciale. Essere consapevole delle tue qualità - non solo fisiche - ti aiuterà ad essere più aperta nei confronti degli altri, e potrebbe riservarti diverse sorprese!"

Beh, mica cazzi. Su una cosa non hanno azzeccato: io sono silenziosa solo dopo yoga. Non è un caso che la mia amica del cuore F. qui mi abbia regalato una borsa con scritto Plaudertasche, cioè "borsa di chiacchiere", per gli anglofoni tra voi chatterbox. Il che vi dà un'idea di perché faccio questo lavoro che occasionalmente mi sfinisce. In quale altro lavoro sei pagato per parlare? Come dite? Se sei politico?

...

Lo dico sempre io. Ho sbagliato tutto nella vita. 
Priit Vesilind, National Geographic
E' il posto della wanderlust di oggi. Un nostro amico è tornato da lì, e ci ha detto buone cose dell'isola. Ergo, aggiunta alla lista delle gite in Lontanistan che voglio fare.
...la Smila Blomma!

sì, no, sapete, il premio che mi ha dato l'esimio Manoel O. Dias, no? Che devo passare a qualcun altro perché funziona come Ce L'Hai?

insomma, lo passo alla Smila.
perché fa anche lei le fini analisi sociali.
perché abita in Britannia, ma non nella solita interessantemagiàvistaperunitaliano Londra. 

ma soprattutto, 

perché mi ha informato dell'esistenza del bicesso, un fenomeno isolano a me incomprensibile, ma proprio per questo, estremamente affascinante. Qui il link al post dove la giovane Smila ci racconta di questo fenomeno. 

E poi lei c'ha uordprèss. Mica come noi sfigati che siamo ancora qui con blogghèr. 
Eh sì. L'esimio, chiarissimo professor Manoel O. Dias, scrittore in incognito residente a Parigi, mi ha assegnato un premio.

Micacazzi.
Sapessi cosa fosse, sto Versatile Blogger award. 

Presumo sia l'award a esser versatile, dato che passa di mano in mano. Che dire, grazie Manoel! Sono lusinghéta :) 

Quindi, ora devo scrivere sette cose su di me e poi scegliere un altro vincitore. 

Cosa 1: vorrei poter viaggiare quanto voglio ogni anno, senza dovermi preoccupare di lavorare prima e dopo. Non perché non mi piaccia il mio lavoro, ma perché mi piace troppo viaggiare. Sui mezzi pubblici, così finisci con lo zaino sul tetto e seduto su un sacco di riso. O con una capra in braccio. O con un'oca che corre su e giù per il corridoio del bus. 

Cosa 2: secondo me Epicuro aveva capito tutto della vita. Emuliamolo, e stappiamo una boccia di rosso ogni tanto. Facciamo sesso. Mangiamo quello che ci va senza farci venire un coccolone. Facciamo la torta al cioccolato se ne abbiamo voglia. Questo mio lato epicureo è ciò che mi frena dal diventare davvero vegetariana. Mi leverebbe piacere. E poi però mi sento in colpa quando incontro un vitello, dannazione!

Cosa 3: c'ho lo stress da amico sparpagliato. I miei amici, oltre che in Italia, abitano in un sacco di altri paesi. Quelli dove ho vissuto, e quelli da dove vengono loro. Sono troppi e non riesco mai a trovare il tempo di andare a trovare tutti. Questo mi crea distress. Avete soluzioni?

Cosa 4: i libri, spesso, ti fanno pensare troppo e venire il grugno. Ma non vivrei mai senza. Sono dei salvavita. Come lo è anche la musica. Io senza musica, libri e vino, sono messa male. Anche senza lo yoga, che se no vado in giro rantolando come una vecchia che c'ho l'asma come la Niki

Cosa 5: con gli anni sto imparando che amo le persone, ma che le masse possono essere incredibilmente imbecilli. Non sono contenta di questa wahrnehmung, come direbbe un prof di filosofia per fare il figo (cioè di questa percezione che mi ha colpito.) 

Cosa 6: vorrei andare a vivere in un'altra città prima o poi ma non so quale. Trovarne una che vada bene sia per me che per M. non è per niente facile, cari miei.  

Cosa 7: ho una fortuna della madonna perché sono contenta della mia vita. Che è imperfetta, ma l'imperfezione è parte del mondo, e quindi io con la mia felicità anche se con dei limiti ho un culo della madonna. 

Ora devo riflettere: a chi passo 'sto premio? Son decisioni importanti. Mi prendo un attimo. 
...può essere molto pericoloso.

Vi basti questa vignetta tratta dalla lezione di tedesco della mia amica K. 

Classe mista, ci sono iraniani, afghani, colombiani, ucraini, di tutto, uomini e donne. Il tema della lezione sono i verbi modali, tra i quali "potere." La domanda dunque sorge spontanea: cosa si può e non si può fare, nei paesi da cui veniamo? 

Il signore afghano, bello bello, dice a K: "nel mio paese si possono picchiare le donne!", pieno di entusiasmo. La K non c'ha lo stesso sangue freddo mio, ed è presa un attimo di sorpresa. Io in casi così sfodero gli anni di allevamento britannico, e rispondo sempre that's very good input! con la faccia impassibile, per poi dare il cafone/nazionalista/sessista/razzista di turno in pasto agli altri studenti, che generalmente lo massacrano. Io bado a che lo facciano educatamente, poi cazzi suoi, così impara a dire cose che fanno incazzare il prossimo. 

A volte mi sento come Oprah Winfrey.

Comunque. La K ci mette un attimo a reagire, e prima di lei reagisce la colombiana che tenta di avventarsi sull'afghano gridando in spagnolo una roba del tipo "prova e menare me e te sfascio, abbello". K li ferma e poi entra la cecena, che dice all'afghano, garbatamente: "No, no, ma ti sbagli. Il Corano non dice quello! Dice che puoi darle un colpetto sulla mano." poi ci riflette "O sulla spalla. O sulla schiena. Ma non di più". 

Insomma, poi la K è riuscita a distrarli e sono andati avanti. 
Ecco, però insegnare tedesco a volte mi rendo conto sia più difficile che l'inglese o l'italiano, come faccio io. Girano soggetti ancora più interessanti (di cui alcuni, porelli, traumatizzati davvero. Altri solo pazzi furenti.)

Il che mi insegna che devo imparare abbastanza bene il tedesco da insegnarlo, per fare altra ricerca sociale.

Occhei. Non accadrà mai.



Mi diverto molto a vedere come arrivano le persone al mio blog, come suggeriva Cecilia da Ljubijana. Che detto così, tra l'altro, fa lo stesso effetto di Adso da Melk. 

Un tizio è arrivato al mio blog scrivendo "non ho voglia di lavorare." Un altro c'è arrivato scrivendo "ha fatto un'ottima maturità." Innumerevoli, invece, sono arrivati digitando cose tipo "bulldog bavoso" o "bulldog londinese." 

E io che scrivo minghiateintimiste e fini analisi politiche.
Ma se scrivo viva la figa (donne, non arrabbiatevi: sono donna anche io ed è un esperimento, il mio) cosa succede? Boom degli accessi tra gli uomini in cerca di materiali erotici?

Adesso c'avrò il boom di accessi. Lo so! 
Esco. Nella bufera. Questa sì che è motivazione. Per una serata di cotoletta salentina, con F., la mia unica amica italiana da queste parti. Noi sì che rappresentiamo bene l'unità d'Italia, altro che balle!
Questo post di Wonderland mi ha fatto pensare ai miei primi giorni di (fasi di) vite nuove. Sono momenti abbastanza particolari da ricordarteli in modo piuttosto chiaro, anche quando gli anni passano.
Naturalmente, dato che Wonderland è Wonderland, e io sono io, se anche mettessi foto della casa istanbuliota e di quella viennese, col cavolo che sarebbero così phighe. E' che lei è stilosa. Io sono troppo stordita per esserlo. L'unica cosa che abbiamo in comune sono i tulipani, lei rossi, io rosa e gialli. 

La mia prima mattina istanbuliota  è stata da Ö., la già citata futura amica turca. Mi sono svegliata sul suo divano viola, ho guardato fuori e ho visto una distesa di tetti da una parte, dall'altra un pezzo di terra vuoto, dissestato, dove giocavano dei bambini rom. Ho visto le signore che andavano e venivano su e giù per la collina, con le palandrane da kapali (le donne velate, in turco) e il velo in testa, per l'appunto. Ö. abita in una zona piuttosto tradizionalista. Insomma ho visto questo, in primo piano. Sullo sfondo, il mare. Cazzo, il mare! A me che sono cresciuta vista stadio di S. Siro! Il mare, coi gabbiani sopra. Ho bevuto il çay con lei, e poi siamo andate nel centro storico. E abbiamo preso un traghetto. Un traghetto, per andarci! Io che ho sempre preso la metro! E poi siamo andate in giro per il centro di Istanbul.

il molo di Üsküdar, quello del primo traghetto http://www.1resimler.com/

Il mio primo risveglio austriaco è stato nelle campagne, dalla famiglia di M. Ovviamente la sua famiglia col cavolo che abita nell'Austria che credete voi, ingenui. Dove abita la sua famiglia, da qualche parte al confine slovacco, non ci sono colline. E' tutto piatto e triste come l'aceto. Coi pioppeti. Sembra Settimo Milanese, al quale non tolgo nulla e che è abitato da persone adorabili. Ma mica vado a vivere all'estero per stare in un posto che ricorda qualcosa che sta a quindici minuti da S. Siro. O no?
Ci siamo svegliati in una casa vecchia vecchia, con un caldo della madonna e i pioppi fuori dalla finestra. Molto meno romantico o quantomeno esotico, per me, perché potrebbe essere benissimo la pianura padana. Mi sono svegliata, non avevo nulla da fare, e lì come molte altre volte via dalle città, il mio pensiero è stato: io col cazzo che vado a vivere in campagna. 

Mi rendo conto che il primo giorno istanbuliota batte il primo giorno austriaco dieci a zero. E' che per me se c'è il mare di mezzo vince pure Cattolica. Capitemi. Il mare migliora tutto, pure il pattume a lato strada dove abita Ö.

Edit di un'oretta dopo: sono una crétina. Ma questo già lo sapevate. Ma... Ho dimenticato il primo giorno in porta Genova, Milano. Quello è stato molto più importante di quello austriaco, per la mia vita con M. Era la prima volta che avevamo una casa vera, nostra, in Europa, e non una stanza in qualche guesthouse insieme. Ci siamo svegliati, e la vista da lì erano i tetti di tegole di Milano, e le guglie del Duomo (davvero! senza essere miliardari!) Era una giornata di sole, e si vedevano le Alpi in lontananza. Era la prima volta che ufficialmente dividevo la casa con un uomo, affitto, bollette e tutto. E mi sono sentita come se stessi diventando grande.
La prima cosa che ho fatto quel giorno là è stato farmi un caffè, e poi mettermi sul nostro primo divano con M. Uno di fronte all'altra, accoccolati, io col libro, lui col computer, e ho avuto questa sensazione che in tedesco si chiama Geborgenheit. Il dizionario la traduce con intimità - ma ha anche connotazioni del sentirsi sicuri, al riparo, come in un nido, o nella casa che è la tua da tanto tempo, o con una persona con cui stai bene. L'appartamento era vecchio, vintage per essere carini, e carissimo. Però lo sento ancora mio come questo viennese non lo è mai stato, forse perché è stato il nostro primo insieme, e aveva tanta luce e una finestra sulla città, che questo non ha.

Il prossimo appartamento deve avere più luce e una vista sulla strada, se riavrò un cortile almeno che sia uno bello. E vivaddio al prossimo giro ce la farò, perdinci! 
lefigaro,fr
Oggi c'ho in testa il Mediterraneo, e ho trovato per caso questa foto della Corsica. A me le isole e i paesaggi mediterranei piacciono tantissimo, mi ricordano la mia infanzia e la mia famiglia. Mi sento a casa, che sia il Mediterraneo orientale di Grecia e Turchia - quello che preferisco - o il nostro Tirreno, che amo pure molto. Purtroppo però M è  una di quelle persone che sembra si senta in vacanza solo dopo dieci ore d'aereo, e finisce che sul mio Mediterraneo non ci vado mai. Che figata di posti ci sono, pure qua. Un giorno prendo la patente (sì! perché io non ce l'ho!) e costringo M a fare un viaggio in macchina in giro per la Corsica o la Sardegna. A volte è proprio assurdo andare sempre fino in Asia, o che so io. 
Oppure, volo pindarico della mia mente che terrorizza e fantastica insieme, all'idea di me che guido, lo porto all'isola di Skye, altro scenario di avventure adolescenziali in famiglia, dove abbiamo talvolta dormito in macchina a stretto contatto coi simpatici buoi tipici della zona.

pixdaus.com


http://www.scotland-flavour.co.uk/
...hanno eletto il simpatico Nicola alla presidenza francese.
E io l'altro giorno mi sono resa conto che il tempo passa. Mi spiego meglio: ero a scuola in attesa di due insegnanti d'inglese dispersi, con due studenti afghani sminchiatissimi (quelli di Farzad) di fronte a me. Non posso sfoderare il Chindolo e mettermi a leggere, sicché leggo online, mettendo su una faccia profèscional.
Avevo già dato una scorsa veloce alla stampa italiana, avevo già letto il blog di Severgnini, avevo già guardato le notizie locali sullo Standard, allora, nel cazzeggio, vado su Le Monde a guardarmi la sezione libri. E sulla home page vedo tutti sti speciali e sti articoli sull'elezione presidenziale francese. E mi sono ricordata dell'ultima elezione, di dov'ero io durante l'ultima campagna presidenziale francese, e poi per i ricordi a cascata pure durante quella dove hanno eletto Obama. 

bialetti.it
Nel 2007 ho letto molte di queste notizie sul balcone di casa mia, a Milano, vista parco, prendendo il sole. Era il periodo in cui scrivevo la tesi. Il mio babbo non era mancato neanche da un anno, e non avevo la più pallida idea che un anno dopo avrei già abitato in Turchia. Stavo sveglia fino alle tre a scrivere, e passavo tanto tempo da sola, o al telefono con la mia amica C, che era tornata a vivere in Piemonte, nelle sue colline, e scriveva la tesi pure lei. A fianco vedete la mia compagna fedele di scrittura della tesi. 
Scrivevo, studiavo, leggevo, andavo in biblioteca, pensavo a mio padre, mi preoccupavo per mia madre, vedevo gli amici, e andavo tanto in bicicletta. Non avevo affitti da pagare, per mia fortuna, né pressione di tempo, perché avevo finito gli esami così presto che avevo un sacco di tempo per la tesi. Sono secchiona, ebbene sì. Andavo tanto al cinema. 
Quando ci sono state le presidenziali francesi, ero a Parigi, con C che era venuta a vedere la città e che ho visto a malapena, da un uomo con cui avevo un rapporto strano e bello. Non siamo mai stati insieme, non siamo mai stati innamorati, eppure io gli voglio ancora bene adesso. Mi piacerebbe rivederlo. E' un buono travestito da cinico, A. Ero lì da lui quando c'erano le elezioni, in questo suo appartamento nel 15esimo. Nel cortile interno c'era un asilo, si sentivano i bambini giocare la mattina - cioè, nella mia mattina, alle 11 o più tardi. 
Per essere stato l'anno dopo la morte di un genitore, il 2007 è stato stranamente... Bello. Forse perché è stato l'anno che ho potuto a tornare a vivere come una normale studentessa. Senza dovermi sbattere in giro per la città tra un padre malato in ospedale e un ragazzo che, ecco, aveva anche lui menate gravi e non facilitava le cose. Quell'anno sono tornata a essere una venti-qualcosenne normale. 

turkishcookingeveryday.blogspot.com
Quando Obama è stato eletto, invece, era già tutta un'altra storia. Autunno 2008, stavo finendo l'addestramento da insegnante d'inglese, che equivale più o meno a un boot camp dell'esercito britannico per intensità e densità di contenuti. (Utilissimo, fatelo se volete insegnare.) Ero tornata da Turchia e poi Nepal, M mi aveva appena raggiunto dal Bangladesh ed era in pieno shock culturale, da Dhaka a Milano, pure lui, capiamolo. Era appena stato eletto il primo presidente americano nero e io non avevo nemmeno il tempo di leggere tutti i giornali del mondo come volevo, perché c'avevo da scrivere i fucking essay. Ecco. Non avevo idea di dove avrei abitato con M dopo, non avevo idea se avrei trovato lavoro, se e quanto sarei rimasta in Italia, era un periodo di incognite, strano, e allo stesso tempo rassicurante perché in quel periodo ero innamorata come una pera, ancora nella fase occhialirosa èluomopermefattoappostaperme, stavo dalla Mà, e lei era tutta contenta di riavermi a casa dopo quasi un anno, e aveva anche già adottato M, perché mia madre è praticamente l'archetipo di mamma. Dalle qualcuno da nutrire e di cui prendersi cura, e lei fiorisce. Quel periodo con lei è stato come una bolla di cotone profumato. A fianco vedete il mio compagno di preparazione CELTA (l'esame da prof d'inglese) che dimostra i cambiamenti avvenuti a Istanbul. 

Sì insomma - il tempo passa. E lentamente inizio a capire i discorsi di mio padre che ero troppo pivella per capire quando me li faceva lui, sul tempo che passa e sul fatto che da un punto di vista te ne rendi conto, e dall'altro ne rimani sorpreso perché non ti sembra vero. 
spanishdict.com
la favella italica batte il silenzio dei locali dieci a zero. Perché se hai a che fare con quindici afghani e un somalo, tutti ventenni e tutti maschi, dei quali due o tre afghani cialtroni come me sono, bisogna saper rispondere a tono.

http://www.123rf.com/

Quindi quando Farzad, il più paraculo di tutti, ti chiede cosa significa questo gesto che vedete nella foto a destra - uso questa foto di McCain perché a) sono sempre sul pezzo e b) se la usa Spanishdict come esempio del gesto, allora io che sò, la figlia della serva? Mi chiede, ma che vuol dire sta cosa? E io gli dico, beh, lo faccio quando dico qualcosa ma non intendo dirlo davvero. Lui ci pensa sopra qualche secondo, e siccome sono lì in quattro o cinque a farsi la stessa domanda, si ringalluzzisce e mi dice: "ah, come se io venissi da te e ti dicessi "i love you", tu non te la prenderesti, perché non sarebbe vero, no?" e io gli dico, beh, in effetti, sì, il senso è quello. E lui allora da bravo pirla viene da me e mi dice, "I love you!" facendo la faccia da scemo si inginocchia e mi prende la mano. Allora, l'austriaca che era con me stava già inorridendo perché minghia il contatto fisico, no, e io quindi mi sono detta, l'unica è batterlo in idiozia. Quindi praticamente mi sono messa in posa come la tizia che vedete qui a sinistra, ma con l'aria più da Magnani, e da lì abbiamo inscenato un Romeo e Giulietta di un minuto e mezzo. Surreale. Però ci siamo fatti due risate, e soprattutto, la collega 'striaca mi ha detto, haha, meno male che tu hai senso dell'umorismo, io non so cosa avrei fatto! Per una cacata del genere? E questa è la dimostrazione che essere cazzari disinnesca anche le situazioni imbarazzanti. Pure coi ventenni afghani cialtroni pieni di ormoni. Voilà!
Sto per uscire ad andare a lezione. Freddo con i controcazzi (-13, l'ultima volta che ho guardato.) Ma, coraggiosi e gagliardi, i thermoleggings ed io usciamo, e andiamo a compiere la nostra Missione d'Insegnamento, l'ultima della settimana. 
E dopo, non contenta, con l'amico thermolegging senza il quale in questi giorni neanche uscirei di casa, vado pure a provare la nuova scuola di yoga che ha aperto qua vicino. 
Questa sì che è motivazione. Sono una donna con la D maiuscola, per citare la Cantantessa. O coi controcazzi, per citare me. 
Amichetti lettori, o faccio così o la motivazione va a farsi un giro alle Cayman. 
E' il valore della massima temperatura che avrà l'aria in questi giorni. A Milano nevica, il che è un pacco per i milanesi, che la neve non la sanno gestire, ma almeno significa che fa abbastanza caldo per nevicare. Qua no.
Considerato che spesso a Vienna c'è vento, potete immaginare che figata sia avere un lavoro dove non è che vai da qualche parte e ci stai per otto ore. No, perché io mi dovevo cercare un lavoro dove prendo i mezzi tra quattro e otto volte al giorno, no? E dico pure che è uno dei motivi per cui questo lavoro mi piace, che non so star seduta in ufficio. I miei studenti e i colleghi mi dicono, Natalia, devi vestirti con gli strati. Io eseguo, e poi vado in giro agile come i pinguini dell'Antartide. E quando arrivo e riparto, a svestirmi e rivestirmi ci metto cinque minuti buoni.
http://www.polarconservation.org/
Io odio tanto l'inverno. Ma tanto. A me piace poter uscire mettendo un paio di scarpe - o di sandali o ciabattine, ancora meglio!  - e i pantaloni di cotone. Mi piacciono gli straccetti, e per mettermi gli straccetti mi tocca aspettare ancora un bel po'. E continuare ad andare in giro come Maggie Simpson. 
Disperasione
Mi consolo pensando che a fine mese con M ci prendiamo un paio di settimane e andiamo a esplorare la penisola iberica. Io per quello mi passo le estati a Vienna. Perché piuttosto che non avere una pausa in inverno, mi passo luglio qui e sto zitta zitta. 
In tutto ciò, mi tocca anche sentire gli abitanti di Asburgica, ivi incluso M, che dicono: beh, però l'aria è tanto pulita. Tanto crispy. Io capisco il concetto. Ma non sono mica convinta. 
Pregate per me, ammesso che serva a qualcosa. Che mi fa male la gola e in questi giorni ho rispolverato quella pompetta per asmatici. I miei bronchi amano l'inverno quanto me. Pochissimo. 
http://en.wikipedia.org/wiki/Carlos_Gardel
http://argentina-consulate.com/
chi sei, di grazia? E come mi hai trovato? Anonimo visitatore argentino, hai vinto la palma di Colui Che Mi Legge da Più Lontano, hai spodestato la Niki Errante, che al momento erra in Colombia. Dato che da Asia ed Africa non mi caga nessuno, non ci vuole molto. Ma bisogna esser felici delle piccole vittorie, Anonimo Argentino. Bravo! Ricompenso con un'immagine del primo argentino che mi viene in mente. A me che sono a) cresciuta negli anni ottanta in Italia e b) sono un po' tamarra, come non poteva venire in mente lui? Qui a sinistra metto pure il secondo che mi è venuto in mente, anche più grande. Così mi salvo la faccia e non faccio la figura della cialtrona totale ma parziale. E voi, cari lettori che non sapete chi è Carlos Gardel, rendetevene edotti con il link che vedete.