Questo post di Wonderland mi ha fatto pensare ai miei primi giorni di (fasi di) vite nuove. Sono momenti abbastanza particolari da ricordarteli in modo piuttosto chiaro, anche quando gli anni passano.
Naturalmente, dato che Wonderland è Wonderland, e io sono io, se anche mettessi foto della casa istanbuliota e di quella viennese, col cavolo che sarebbero così phighe. E' che lei è stilosa. Io sono troppo stordita per esserlo. L'unica cosa che abbiamo in comune sono i tulipani, lei rossi, io rosa e gialli.
La mia prima mattina istanbuliota è stata da Ö., la già citata futura amica turca. Mi sono svegliata sul suo divano viola, ho guardato fuori e ho visto una distesa di tetti da una parte, dall'altra un pezzo di terra vuoto, dissestato, dove giocavano dei bambini rom. Ho visto le signore che andavano e venivano su e giù per la collina, con le palandrane da kapali (le donne velate, in turco) e il velo in testa, per l'appunto. Ö. abita in una zona piuttosto tradizionalista. Insomma ho visto questo, in primo piano. Sullo sfondo, il mare. Cazzo, il mare! A me che sono cresciuta vista stadio di S. Siro! Il mare, coi gabbiani sopra. Ho bevuto il çay con lei, e poi siamo andate nel centro storico. E abbiamo preso un traghetto. Un traghetto, per andarci! Io che ho sempre preso la metro! E poi siamo andate in giro per il centro di Istanbul.
il molo di Üsküdar, quello del primo traghetto http://www.1resimler.com/ |
Il mio primo risveglio austriaco è stato nelle campagne, dalla famiglia di M. Ovviamente la sua famiglia col cavolo che abita nell'Austria che credete voi, ingenui. Dove abita la sua famiglia, da qualche parte al confine slovacco, non ci sono colline. E' tutto piatto e triste come l'aceto. Coi pioppeti. Sembra Settimo Milanese, al quale non tolgo nulla e che è abitato da persone adorabili. Ma mica vado a vivere all'estero per stare in un posto che ricorda qualcosa che sta a quindici minuti da S. Siro. O no?
Ci siamo svegliati in una casa vecchia vecchia, con un caldo della madonna e i pioppi fuori dalla finestra. Molto meno romantico o quantomeno esotico, per me, perché potrebbe essere benissimo la pianura padana. Mi sono svegliata, non avevo nulla da fare, e lì come molte altre volte via dalle città, il mio pensiero è stato: io col cazzo che vado a vivere in campagna.
Mi rendo conto che il primo giorno istanbuliota batte il primo giorno austriaco dieci a zero. E' che per me se c'è il mare di mezzo vince pure Cattolica. Capitemi. Il mare migliora tutto, pure il pattume a lato strada dove abita Ö.
Edit di un'oretta dopo: sono una crétina. Ma questo già lo sapevate. Ma... Ho dimenticato il primo giorno in porta Genova, Milano. Quello è stato molto più importante di quello austriaco, per la mia vita con M. Era la prima volta che avevamo una casa vera, nostra, in Europa, e non una stanza in qualche guesthouse insieme. Ci siamo svegliati, e la vista da lì erano i tetti di tegole di Milano, e le guglie del Duomo (davvero! senza essere miliardari!) Era una giornata di sole, e si vedevano le Alpi in lontananza. Era la prima volta che ufficialmente dividevo la casa con un uomo, affitto, bollette e tutto. E mi sono sentita come se stessi diventando grande.
La prima cosa che ho fatto quel giorno là è stato farmi un caffè, e poi mettermi sul nostro primo divano con M. Uno di fronte all'altra, accoccolati, io col libro, lui col computer, e ho avuto questa sensazione che in tedesco si chiama Geborgenheit. Il dizionario la traduce con intimità - ma ha anche connotazioni del sentirsi sicuri, al riparo, come in un nido, o nella casa che è la tua da tanto tempo, o con una persona con cui stai bene. L'appartamento era vecchio, vintage per essere carini, e carissimo. Però lo sento ancora mio come questo viennese non lo è mai stato, forse perché è stato il nostro primo insieme, e aveva tanta luce e una finestra sulla città, che questo non ha.
Il prossimo appartamento deve avere più luce e una vista sulla strada, se riavrò un cortile almeno che sia uno bello. E vivaddio al prossimo giro ce la farò, perdinci!
Edit di un'oretta dopo: sono una crétina. Ma questo già lo sapevate. Ma... Ho dimenticato il primo giorno in porta Genova, Milano. Quello è stato molto più importante di quello austriaco, per la mia vita con M. Era la prima volta che avevamo una casa vera, nostra, in Europa, e non una stanza in qualche guesthouse insieme. Ci siamo svegliati, e la vista da lì erano i tetti di tegole di Milano, e le guglie del Duomo (davvero! senza essere miliardari!) Era una giornata di sole, e si vedevano le Alpi in lontananza. Era la prima volta che ufficialmente dividevo la casa con un uomo, affitto, bollette e tutto. E mi sono sentita come se stessi diventando grande.
La prima cosa che ho fatto quel giorno là è stato farmi un caffè, e poi mettermi sul nostro primo divano con M. Uno di fronte all'altra, accoccolati, io col libro, lui col computer, e ho avuto questa sensazione che in tedesco si chiama Geborgenheit. Il dizionario la traduce con intimità - ma ha anche connotazioni del sentirsi sicuri, al riparo, come in un nido, o nella casa che è la tua da tanto tempo, o con una persona con cui stai bene. L'appartamento era vecchio, vintage per essere carini, e carissimo. Però lo sento ancora mio come questo viennese non lo è mai stato, forse perché è stato il nostro primo insieme, e aveva tanta luce e una finestra sulla città, che questo non ha.
Il prossimo appartamento deve avere più luce e una vista sulla strada, se riavrò un cortile almeno che sia uno bello. E vivaddio al prossimo giro ce la farò, perdinci!
eheh anche io ho pensato ai miei primi giorni fuori, dopo aver letto il post di wonder..
ReplyDeleteche voglia di andare a instanbul mi hai fatto venire, ma mi sa che finche' la viatrix non e' camminante e' un po' infattibile..o sbaglio?