Bali: sfatiamo il mito, per favore?

Eccomi, dunque. Tornata in quel di Bangkok, mi rallegro della ritrovata varietà alimentare. Il cibo indonesiano è buono, certo, ma la varietà non è il loro forte, e venendo da una delle città più ossessionate dal cibo al mondo, alla quarta volta che mangi nasi goreng o satay, dici, vabbè, ora datemi altro, però. 

Adesso vado controcorrente, e vi racconto perché NON dovreste andare a Bali, e perché tutte le cose che vi dicono sul paradiso terrestre sono vere solo se vi chiudete in un resort (che quindi potrebbe pure essere a Diano Marina, visto che siete chiusi in un resort, e potete anche risparmiare i soldi del biglietto. A meno che non andiate in un resort dall'architettura molto balinese, nel qual caso, vi perdono, perché almeno ha un aspetto diverso. Siete anche giustificati se fate surf: allora andateci, prendetevi un motorino, spegnete il cervello e salite sulla tavola. A voi piacerà.)

Dunque, Bali. È bella, ma le isole intorno ad essa lo sono di più. Considerato l'entusiasmo di molti, quando dicevo che sarei andata a Bali, mi aspettavo di meglio. Mi spiego: Bali è l'esempio dello scempio che il turismo può compiere, almeno nel sud e nelle zone più vicine all'aeroporto, complice la vicinanza all'Australia che la rende praticamente la loro Ibiza (rabbrividiamo.)

Ubud, ad esempio, è trafficatissima, e infestata di autisti rompicoglioni, che una volta interpellati sul prezzo per tornare al paesello dove stai tu, sparano cifre ridicole per il sudest asiatico. Da quelle parti, dire: stai scherzando, vero? non porta al passo successivo, che è la contrattazione, come altrove. No. Perché sanno che arriverà un australiano pieno di soldi che pagherà senza chiedersi se lo stanno turlupinando o meno. La verità è che per questa parte del mondo, questi autisti praticano una cresta pazzesca, avvantaggiandosi del fatto che a Bali non c'è trasporto pubblico, e che se non sei un australiano cotto dal sole e con la birra in corpo a partire dalle ore 12, non avrai voglia di prendere un motorino su quelle strade schifose per andare da una città all'altra, senza casco e con i balinesi che guidano a 200km all'ora. Quindi: i trasporti sono il tasto dolente di quest'isola. Che infatti ha traffico come Bangkok alle sei del pomeriggio, perché c'è un motorino per abitante, e un'automobile ogni due turisti, più o meno. Bravissimi. Tutto molto sostenibile, tutti con lo sguardo al futuro del turismo sull'isola, vedo. (Perché come ha detto un inglese perplesso quanto me, se la continuano a sputtanare così, tra dieci anni verranno solo gli australiani tonti, e il resto del mondo andrà a Sulawesi.) Sgrunt.

Foto: Pinn
Cioè: il traffico è tale, in alcune zone, che addirittura un surfista portoricano mi ha detto: io, prima di attraversare la strada, mi faccio il segno della croce. E non è che Porto Rico sia la Svizzera, quanto a sicurezza stradale, quindi nonsosemispiego.

Molti, quando a Bali cominciavo il mio lamento di donna infastidita da questi problemi, mi dicevano: esci da Ubud, ci sono le risaie ed è calmo. 

Esco quindi da Ubud, a piedi con l'Asburgico. Entrambi già estremamente perplessi da Baliilparadisocheparadisoneanchetantodevodire. Passeggiamo, e vediamo risaie. Però: so' risaie. Coi terrazzi. Eh, e quindi? Ce le hanno anche in Vietnam. Ce le hanno anche nelle Filippine, che non ho visto ma lo so che le hanno anche loro. Sono risaie, perdiàna. Da qui la teoria dell'Asburgico: Bali è fighissima se non hai mai visto altre parti dell'Asia. Teoria confermata dai miei incontri successivi, ad esempio con una ragazza americana, viaggiatrice piuttosto esperta delle Americhe dal Canada alla Patagonia, ma alla sua prima volta in Asia: a lei, 'ste risaie fuori da Ubud, ovviamente sono piaciute un sacco.

foto: Nat. Una risaia. 
Non è snobismo, ma veramente, risaie e colline verdi sono paesaggi che potete trovare in tanti, tantissimi altri posti, e come ha detto un altro insegnante che ho incontrato sulla mia isolina dove sono fuggita dopo una settimana, lui che abita in Vietnam: le risaie balinesi non sono niente rispetto a quelle del nord del Vietnam. Eh. Quando ha detto così lo volevo abbracciare (sull'isolina ho poi incontrato un sacco di gente che la pensa come me riguardo a Bali come troiaio sopravvalutato, almeno parzialmente, il che è ottimo perché mi ha fatto sentire meno stronza snob.) 

I templi: sono belli, niente da dire. Ma tu, straniero, non ci puoi entrare. Il che è un bene perché evviva che proteggono la loro religione, però per gli amanti dell'architettura è un peccato, chiaramente. Almeno, hanno delle belle porte. 


foto: mia. Una porta, ad Ubud. Occhèi, è bella, sono d'accordo. Mica tutto male, lì, eh.

Le spiagge: sono zozze, perché i balinesi lasciano le offerte per gli spiriti, i quali, essendo spiriti, non è che si vanno a prendere il pacchetto di cracker. Quindi: gli uccelli rompono la plastica, mangiano il cracker, e le cartacce volano felici, o si arenano sulla spiaggia, o soffocano una tartaruga. Io lo dico sempre che dalla religione non viene niente di buono, e sono sicura che le tartarughe soffocate dal pattume delle offerte sarebbero d'accordo con me. 
Ah, e vi dico anche che sulla spiaggia vicino al nostro villaggio abbiamo, purtroppo, trovato il cadavere di un cucciolino di cane. Su questa spiaggia abbiamo passeggiato per tre giorni, e il cucciolino era sempre lì a decomporsi. Come dire. Mi mancava, il canino morto ignorato da tutti quelli che stanno lì a fare le donazioni al tempio. Gulp. 

Il discorso cambia sulle isoline al largo di Bali: è almeno un po' più tranquillo che a Bali, nel senso che giacché sei su un'isola, nessuno cerca di spillarti 20€ per andare alla città vicina. Manco fossero le limousine di Uber, no? 

Insomma, partito l'Asburgico, io spazientita dalla folla me ne sono andata a Lembongan, e ci sono stata benissimo. All'improvviso, gli altri viaggiatori hanno ricominciato ad essere soggetti con cui puoi attaccare bottone e poi andare a farti un giro, e non importa dunque se viaggi da sola o meno, invece che i turisti violacei che se gli parli ti guardano come a dire: cazzovuoi? Lì ho incontrato un sacco di altri prof d'inglese del sud-est asiatico in gita, un cuoco italiano emigrato da un sacco di anni, un cuoco québécois in libera uscita, un'insegnante di yoga tedesca e tre ragazzette brasiliane, tutti perplessi da Bali, tutti a dire: da qua non mi muovo, se non per andare a Lombok, l'isola vicina, a Flores, Sulawesi, o alle Gili, che sono pezzetti di terra piccini e tranquilli, a parte metà di una delle tre che è anche quella la Ibiza d'Australia, ma facilmente evitabile.

Anche su Lembongan il pattume regna sovrano, ma lo nascondono nella giungla. Io l'ho visto, perché non volendo motorizzarmi, ho preso una bicicletta, e mi sono detta: faccio un girellino intorno a casa, e poi sono tornata dopo sei ore, impolverata, zozza e felice: questo è successo per due giorni di fila, e alla fine conoscevo tutta l'isola, e anche la piccola Ceningan che è connessa a Lembongan da un traballante ponte sospeso. Alle mie avventure da Natalia ciclosofica magari dedico un altro post. 

Sono certa che avendo più tempo a Bali si possa scappare dal circuito degli autisti avidi e dei turisti alcolici... Ma purtroppo l'Asburgico aveva solo una settimana a disposizione, e con lui non ho potuto farlo. 
Concludendo: se state prendendo in considerazione una gita in Asia, se non è la vostra prima volta, Bali lasciatela perdere. Avrete molto déjà vu e un bel po' di delusioni. Basta aver visto un po' di Asia per trovarsi a dire: embè? Sfatiamo il mito, per favore. 

Una bella fetta di Bali è l'esemplificazione del male che il turismo può fare a un'economia agricola: riduce gli uomini ad autisti, le donne a bottegaie, il posto a un luogo che vive di turismo e basta: la gente non si pone limiti fino a sputtanare tutto completamente. E poi sapete cosa succede? Che se il posto si sputtana troppo, autisti e bottegaie si ritroveranno senza lavoro, perché in tanti cercheranno altri lidi meno rovinati. Fossi l'organizzatrice di un master in turismo, manderei gli studenti nella parte meridionale di Bali per fargli vedere cosa NON si deve fare. L'Asburgico, esasperato, ha più volte detto, forse i bhutanesi hanno capito tutto, tenendo noi fuori con una tassa da 200$ al giorno. Forse hanno ragione, è vero.

Sono certa che andando a nord e a ovest il panorama sia diverso, ma so che in molti non lo fanno e mi secca da morire la pubblicità che viene fatta a Bali come un paradiso in terra, anche grazie a Eat Pray Love e tutto il resto. 

Non è un paradiso, è un bazaar. Se volete il paradiso, siate pronti ad allontanarvi dall'aereoporto di almeno un'ora e mezza, pagando prezzi ridicoli. Allora, poi, una specie di paradiso forse lo troverete... Ma allora perché non andare in altre parti del sudest asiatico, dove si può fare la stessa cosa per meno soldi e con meno australiani panciuti e tatutati intorno?

7 comments:

  1. D'accordissimo con te, non sono stata a Bali, né ci andrei, proprio così me la immaginavo dai racconti stereotipati di chi andava in cerca di 'Asia facile' ... Il Bhutan è il mio sogno, ci andrei a vivere anche oggi!

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    1. Io in Bhutan ci andrei volentieri, ma costa assai! Pensa che per i thai e i residenti thai il 2014 è un buon anno, perché i due paesi festeggiano la loro amicizia cinquantennale con sconti per thai e residenti in Thai del 40% sulla super tassa per visitare. Ma anche con quella, i voli costano un sacco!

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  2. Immaginavo, ma non così. Mi hai stroncato uno dei miei viaggi dei desideri, e ti ringrazio, mi hai risparmiato una delusione.

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    1. Beh, perché, però? A tanti piace, e penso che si debba sempre vedere le cose di prima mano per farsi un'idea. Hai visto mai che magari tu ci vai con più tempo a disposizione di me, o senza farti problemi a guidare un motorino anche sulle lunghe distanze... Magari così ti piacerebbe. Ripeto, non è che è tutto male, ma con questo post volevo essere una voce fuori dal coro riguardo a Bali, perché è idealizzata da molti, a mio avviso.

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  3. Considerando che:
    -Tre mesi fa ho prenotato un viaggio agostano per tutta la famiglia a Bali
    -mio marito non ci voleva venire ma gli ho assicurato che dev'essere bellissima
    -poco dopo aver prenotato mi hanno detto che però ad agosto è un troiaio pieno di italiani
    -vivo in Asia da quasi tre anni e di risaie ne ho viste un po'
    -mio fido dei tuoi giudizi
    Sono decisamente un po' depressa.
    Almeno dimmi che il pezzo merdoso delle Gili è moooolto piccolo, perché ci faremo cinque giorni anche lì....
    Umami

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    1. Noooo! Ma Umami, non disperare, dai: keep calm and build a strategy. L'italiano che ho incontrato a Bali mi ha detto che la sua vacanza, la prima volta a Bali, è stata salvata da uno in aereo che lo ha avvisato e gli ha dato dei consigli. Non so quanto tempo tu abbia, ma i miei consigli per gustarti la vacanza a Bali sono questi:

      1. Motorizzati. Vivi in Cina, e tu o il marito sicuramente siete abituati alla guida asiatica. Io non lo sono, ma è perché non ho la patente in generale. Prenotate una macchina per il periodo che state a Bali, alle Gili non serve. Eviterete i maledetti autisti avidi, così.

      2. Se avete tempo, cercate di allontanarvi dall'asse aeroporto-Ubud, e cercate di andare a nord-est o a nord-ovest, di cui ho sentito buone cose. Il parco Balai Taman, l'isola a nord-ovest, è bellissimo pare, ma senza macchina non era fattibile.

      3. Se non volete motorizzarvi, allora guardatevi Bali e i templi per qualche giorno nella zona turistica, e poi andate a Sanur e prendete un traghetto per Lembongan dove ci sono belle spiagge e tanta tranquillità. Da Lembongan ci sono traghetti diretti per le Gili.

      4. Oppure scappate a Lombok, ma io non ci sono state e non so com'è.

      5. Alle Gili, tranquilla, ha detto Nicola che su Gili T. il caos è davvero concentrato in un pezzo, quindi cercatevi il vostro angolo di calma, e godetevelo.

      Umami, tranquilla... Se uno lo sa prima, si organizza! Io conto di motorizzarmi qui a Bangkok e quando sarò un'esperta motociclista andrò di nuovo a Bali. E sgaserò nel naso di tutti quei cacchio di autisti.

      (E poi andrò in Vietnam, in Lao, in tutti questi paesi intorno a rivederli dalla sella di una moto.)

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  4. Grazie. Resto scettica, ma speriamo in bene....
    :))

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Dimmi, dimmi tutto!