C'è una cosa che dovete sapere. La cassiéra, qui in Kakania e mi dicono anche nel resto della Tedeschia, non è mica uguale a quella italiana, belli miei. Dovete stare molto attenti, quando fate la spesa, specie in quei discount con l'insegna con la ACCA maiuscola, ma anche altrove.
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La cassiéra, qui, non è mica quell'essere benevolo che ti chiede come sta tua nonna. Io sono abituata a quello: le cassiere del supermercato dietro casa mia mi hanno visto la prima volta che avevo 4 anni, sanno tutto di me nonostante sia una grande città come Milano, perché se la chiacchierano con mia madre quando questa paga. Sanno che ho fatto un'ottima maturità, che ho studiato Mediazione Linguistica, che sono avvezza ad avere uomini stranieri, che porto al loro supermercato e che sorridono senza capire nulla mentre paghiamo e sono in visita alla mamma (no, M non è il primo. So' recidiva.)
La cassiera, qui in Kakania, è un'essere pericoloso. Tanto per cominciare, non ti parla molto. Di solito, non ti guarda neanche - anche se questo mi sa è dovuto a una differenza culturale, sono meno fissati con il guardaminfacciamentremiparlicazzo di noi, mi sembra - e figurati se sa come ti chiami. O se tu sai come si chiama lei. Un'eccezione alla regola sono le giovindonne ex-jugoslave, almeno per me: loro sì che se la chiacchierano come se fossero ancora a Belgrado o a Skopje. Comunque. Tu vai dalla cassiera, e lei non è che aspetta che quello prima di te se ne sia andato: lei comincia a passare gli articoli. E tu devi spintonare il tizio prima di te perché quella mica si ferma: ti butta le robe in faccia e se ne sbatte le palle, se tu non sei pronto, o se non trovi il portafoglio, o se ti devi soffiare il naso. Ti devi muovere. Altrimenti ti arriva una zucchina in fronte, santodìo. Ovviamente le casse non hanno spazio per lasciare lì le cose mentre le metti via. No: sono lunghe circa 10cm, un'assurdità. Ti devi pigghiare tutto e sistemare tutto al tavolone che ogni supermercato ha proprio per questo compito.
Penso che il motivo sia anche l'animo del cliente 'striaco. Gli 'striaci non sono incazzosi, non si infervorano per ogni minchiata come noi, ma c'è una cosa che non sopportano: l'attesa. Se li fai aspettare, eeeh, signoramia, lì scatta l'ira dell'asburgico che ha ben altro da fare che stare ad aspettare cose becere come il pagamento al super. E quindi si mette a gridare, in modo totalmente poco gentile: ZWEITE KASSA BITTE!!! Come se io mi mettessi a gridare AHO' APRIME N'ALTRA CASSA GRAZIE!!! Cioè, dì quanti bitte ti pare, ma a me mi sembri comunque cafone, tu che non gridi mai che ora ti metti a strillare.
Ergo, come fare a far la spesa? Tu, povero italico, veneto, piemontese, romano o siciliano che tu sia: rassegnati, qui sei un terrone lento come la fame. Sì, anche tu dalla provincia di Vicenza lo sei. Siine fiero, ché tu non hai bisogno della neve per saper avere un po' di salutare flemma, diobòno. E poi attrezzati di
* un carrello, se sei beginner (sì, pure se devi comprare tipo 5 articoli.)
* una grande borsa di plastica o di cotone che apri bene bene e ci getti le cose che ti butta addosso l'affabile cassiéra. o uno zainètto, per adattarti agli usi locali.
* portafoglio o bancomat alla mano, e muoviti a pagare
* ma soprattutto: metti la tua spesa in modo strategico sul nastro. Comincia con le cose pesanti, che van sul fondo. Intermezza con la frutta, che la devono pesare e ti dà qualche secondo per riprenderti, e le robe leggere alla fine.
Fidatevi. E' meglio così.
Molto pazienti, gli 'striaci!
ReplyDeleteComplimenti, il tuo blog è bellissimo e il tuo modo di scrivere mi piace un sacco!
Ho letto che insegni italiano per stranieri. A questo scopo vorrei segnalarti il sito di mio marito, a cui collaboro anch'io:
http://www.italianolinguadue.it/
I materiali che trovi naturalmente sono tutti testati sui poveri alunni del marito!
bellissimo questo post, perché se lo metti tutto al contrario hai il fare la spesa nei supermercati di lisbona! avevo già intenzione di scrivere un post sull'argomento...
ReplyDeleteBellissimo articolo, è tutto verissimo!
ReplyDeleteLe persone che dicono "Zweite Kassa" le odio (anche se prima o poi vorrei urlarlo anch'io...), e anche la cassa è sempre "un'esperienza" nelle ore di punta.
Riguardo alla velocità delle cassiere (o cassieri) se noti all'Hofer vanno molto più svelti rispetto ad altri supermercati e mi è stato detto che lo fanno per contratto perchè devono tenere una "media" di articoli passati all'ora (o forse è una leggenda metropolitana?)
altro blog interessante inserito nella lista dei blog italiani all'estero !
ReplyDelete@Paolo: ah, quindi sei concittadino eh? allora capisci l'orrore che provo :D il fatto è che spesso non dicono neanche per favore, strillano solo SECONDA CASSA! se fossi l'impiegato del super, altro che seconda cassa. secondo calcio nel sedere, semmai. riguardo alla media di articoli, penso sia vero per Hofer, non per gli altri super dove infatti son più lenti.
ReplyDelete@mariantonietta: devo fare un giro a Lisbona. c'hanno più flemma che qua, mi sa che ci starei (relativamente) bene.
@MG: viva il paese dei cartoncini!
@destinazioneestero: grazie del link, me lo guarderò - per l'italiano servono sempre materiali, c'è una penuria che chi insegna solo inglese non può capire!
Eccomi qua, ho letto sto post. Bello! :-D
ReplyDeleteTi aggiungo agli amici da andare a trovare... e poi sempre stata curiosa di com'è vivere in Austria. Noi solo esperienze terzomondiste. Alla fine è noioso! ;-)
ciao NIki - benvenuta. lo sai che sono una tua grande fan <3
ReplyDeleteeh ehe h... nella Krande Cermania era piu' o meno lo stesso...
ReplyDeletee se dici "bitte" in fondo alla frase puoi dire tutto quello che vuoi incluso fijodunamignotta e nessuno dice nulla (un po' come il "pardon" nella metro parigina... puoi frantumare rotule e setti nasali scendendo dal metrò ma se dici pardon ricevi solo sorrisi)
e del feierabend cosa mi dici?
anche li se arrivi un secondo dopo la chiusura di un negozio ti sbattono fuori? anche se gli dici "la prego la prego pago un milione di euri mi facci entrare!!!!!!!"?
o no?
caro Manoel, intanto bentornato. sai che per te ho un debole (e che lo schiantodidonna non si ingelosisca.)
ReplyDeleteil Feierabend? madonna, anche qua è un'istituzione. oltretutto, qui è TUTTO chiuso la domenica e TUTTO chiuso il sabato dopo le 5 e TUTTO chiuso ogni sera dopo le sette e mezza (nei posti più rock.) c'hanno orari un po' soviet!
Anche all'hofer a Lubiana sono addestrati per passare gli articoli alla velocità della luce. Ma ormai sono diventata brava e se prendo poche cose mi fornisco di scatola di cartone e le schiaffo tutte la dentro e poi tranquillamente me le metto a posto!
ReplyDeleteChe spasso questo post! Ma lo sai, io vivo in Rep. Ceca (a 40km dal confine con l'Austria) e qui le cassiere si comportano allo stesso identico modo! Dopo quattro anni mi sono "quasi" abituata a gettare di nuovo tutto nel carrello con la massima rapidità e poi a sistemare la spesa con la dovuta calma, ma quando vengono a trovarmi i miei genitori è sempre una tragedia!!! Ti aggiungo alla lista dei blog di italiani all'estero
ReplyDeleteAhah mi hai fatto troppo ridere! Ho vissuto un anno a Regensburg, Bayern, ed ero sconvolta dalle mini casse e dall'odio con cui la simpatica cassiera di turno mi guardava se non mi sbrigavo a tirare fuori i 12 centesimi che, da italiana, pensavo potessero rallegrarla! Ho poi scoperto con grande stupore che si paga con il bancomat anche il latte da 30 cent! TUTTAVIA devo rattristarvi raccontandovi che anche ALLA COOP della mia città di cacca CI SONO I TAVOLI! Odio la globalizzazione!
ReplyDeletetornatene a milano.....pirla.
ReplyDeleteNon venite a fere i parassiti italiani dal culo pesante in Austria
schnell bewegen und gehen Sie zurück nach Italien bitte
Da Vienna sono partita nel 2012, gentile genio che non sei altro. Guarda bene il blog, prima di dire le tue cazzate. Quanto al parassitismo, per tre anni ho lavorato dando allo stato austriaco molto più di quanto abbia preso. Quindi, sei proprio fuori strada.
DeleteIn secondo luogo, consiglio vivamente un corso di ironia e leggerezza. Pirla dillo a tua sorella.
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