Vietnam: caffè e dislocazione musicale mentale

Sono in Vietnam, sto bene, sono pigra, il cibo è buono, il caffè tra i più buoni che abbia mia bevuto, la gente gentile, quando si esce dalle zone turistiche (altrimenti il sorriso non è proprio la loro specialità, e se arrivi da Taiwan ne risenti.)

Amo l'Asia. La amo proprio. Il mondo cinese intravisto nell'ultimo mese e mezzo mi ha affascinato, e il Vietnam sembra essere l'elemento che lega quello al sud-est asiatico di Thailandia, Laos e compagnia bella. C'è un bel mix culturale, è molto affascinante, un po' sembra la Cina, dice M., e un po' è una cosa a sé. Non lo sapevo, ma il Vietnam è stato cinese per mille anni, e ce ne sono tracce nei visi delle persone, negli abiti cerimoniali, e nell'uso pervasivo della calligrafia come decorazione di qualsiasi cosa, calligrafia di caratteri cinesi, intendo.

Oggi ho visitato due pagode, vari templi buddhisti, e mi sono persa nei vicoli di Hué, Vietnam centrale, con i bambini che giocano, i polli a piede libero, i vecchi in pigiama che ti sorridono, altri vecchi che giocano a scacchi cinesi, i monaci con la tonaca azzurra che passeggiano, i cani che dormono, i caratteri cinesi qua e là, usati come ornamento sulle entrate delle porte delle case, e una quantità incredibile di piccoli caffè, sparsi ovunque. 
Il tipico caffè vietnamita ha seggioline o sgabelli di plastica bassi, tavolini bassi, di plastica pure loro, e serve un caffè ghiacciato che risveglia i morti. Anni fa mi piacque il caffè in Laos, e questo è pure migliore. Lo bevono con un piccolo strato di latte condensato sul fondo, che tu devi rimestare col cucchiaino finché non si mischia al resto, e un sacco di ghiaccio. Buonissimo! Cercherò di comprarmi un filtro per farlo così, prima di partire.

Ieri ho visitato la ex cittadella imperiale, bellissima. Qui i tetti delle pagode li decorano con piccole piastrelle di ceramica, che ricordano gli azulejos portoghesi o spagnoli, ma che vanno a formare un dragone.
(Onthegotours.com)
Hué è davvero bellina e pacifica, dopo il casino di Hanoi è un toccasana: e non devi lavarti i capelli ogni 24 ore. Ad Hanoi l'aria era orribile, ero sempre coperta da una cropa di fumo cittadino e sudore. Bleah.

Ormai sono arrivata alla conclusione che possono piacerti sia l'America Latina che l'Asia, per ragioni diverse. Ho amato la Turchia per il suo essere un'insalata culturale. Andassi in Medioriente o Nordafrica, o in Africa da qualche parte, mi sa che troverei qualcosa da amare pure lì. 

Il mio cuore musicale resta abbastanza non asiatico, invece, e ho fissa in mente questa canzone di Ana Moura, la fadista portoghese. Voglia forte di andare in Portogallo, appena torno in Europa. Ormai siamo allo stadio cronico di wanderlust: pensare a dove vuoi andare quando il viaggio gigante che stai facendo sarà finito. È una dipendenza grave!

È buffo attraversare il Vietnam e le sue risaie e le sue colline e grandi fiumi con musica come questa nelle orecchie! Ma ho sempre pensato che questo fosse il lato buono della globalizzazione: il dare accesso alla varietà del mondo (sperando che questa, però, non venga distrutta nel frattempo, dal lato negativo della globalizzazione stessa.)


2 comments:

  1. Monaci con la tonaca azzurra ... Io che cerco il blu in tutti i Paesi che visito ne ho trovata già una! Per invidia nei tuoi confronti mi imbarco in un viaggetto (solo 3 settimane) a zonzo per l'Europa, senza schemi precisi, a parte il punto di partenza, alcuni Paesi da attraversare e il punto di arrivo! ;-)

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  2. Ho avuto parecchi amici vietnamiti quando praticavo Viet vo Dao tanti, ma tanti anni fa (pure un fidanzato vietnamita...). Ho sempre desiderato vedere il Vietnam e mi piace molto la loro cucina.

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