Ho scritto questo post offline, due settimane fa, o anche di piu'. E poi, non sono mai riuscita a pubblicarlo, perche' in Bolivia internet e' come era a Milano nel 1999: lento, e inaffidabile. Comunque, eccomi qua, finalmente almeno ora posso pubblicarlo.
Cactus, llama, vigogne, terra rossa e senz'alberi.
Sono le quattro cose che, da qualche giorno, vedo piu' comunemente. Sono arrivata in Bolivia da poco piu' di una settimana, dopo una decina di giorni passata tra la Quebrada de Humahuaca, e Salta, nel nord ovest argentino.
Cactus, llama, vigogne, terra rossa e senz'alberi.
Sono le quattro cose che, da qualche giorno, vedo piu' comunemente. Sono arrivata in Bolivia da poco piu' di una settimana, dopo una decina di giorni passata tra la Quebrada de Humahuaca, e Salta, nel nord ovest argentino.
Il problema e' che mi sono goduta il tutto molto poco, dato che ho passato circa sei giorni a letto. Mi ero ammalata prima di andare nel deserto cileno, raffreddore. L'ho ignorato, e a Salta e' rispuntato fuori, incazzato come mai, mi ha inchiodato al letto per un bel po'. Se poi si considera anche la mia intelligenza sopraffina, che mi ha portato a decidere di andare ad Humahuaca ancora convalescente, e di conseguenza a salire sopra a 3000m, sfioro la genialita', no? E' che non ne potevo piu', di stare a letto a Salta. Pero' poi sono stata a letto pure a Humahuaca, ecco. Con il cuore che mi batteva fortissimo, tachicardico, disse la medica argentina, battito fino a dentro alle orecchie, e la febbre. Poi, di punto in bianco, il corpo si e' abituato, e 3000m sono diventati lo stesso del livello del mare. (Fino a che non sono andata a metri 5000. un freddo porco e pochissimo ossigeno nell'aria. Ma questa e' un'altra storia, una storia di jeep incagliate in un fiume, cieli azzurri senza nuvole, autisti taciturni, e milanesi 60enni in trasferta che ti fanno sbellicare dal ridere.)
In quei pochi giorni fuori dal letto, pero', ho visto cose splendide. Il nord argentino non sembra piu' Argentina, non quella che conosco io almeno, perche' e' immerso nelle Ande, ad altitudini gia' niente male. Uno dei posti che mi sono gustata di piu' e' stata la Quebrada de las Señoritas, che ha questo aspetto qui. Uso foto altrui, perche' le mie non sono ancora online, le connessioni in Bolivia sembrano la mia nel 1997, con le foto che si caricano poco a poco, riga per riga. Per lo stesso motivo, non le posso inserire qui, perche' la finestra di upload non si carica. Un disastro.
Comunque.
Nel nord argentino, anche il cibo non c'entra nulla con quello del resto dell'Argentina, perche' entrano in gioco la quinoa e le bistecchine di llama, le empanadas col formaggio di capra, buonissime. La gente e' diversa per aspetto e temperamento, gente di montagna, con la pelle color bronzo, che ti scruta, ma non ti parla, ciarliero come l'argentino medio.Buenos Aires e' lontana chilometri, sia in termini geografici che in termini di colori, profumi, sensazioni, tutto.
Dopo la convalescenza a Humahuaca, sono andata in Bolivia, attraversando il confine a piedi, in un postaccio chiamato Villazon. In questo posto di frontiera, sempre trafficato di vecchiette boliviane piene di pacchi e pacchetti, il doganiere, bello lui, mi ha messo il timbro sul passaporto che diceva: entrata il 2 gennaio. Solo che io sono entrata il 2 febbraio. Un ottimo modo di passare la propria prima settimana in Bolivia da illegale (con i timbri argentini e cileni che provavano l'idiozia del doganiere, dunque ero tranquilla.)
Da li', sono arrivata a Tupiza, che sembra il Far West americano, ma piu' bello, perche' le rocce sono piu' rosse. Sono andata a cavallo per tre ore, incontrando poche altre persone, e ascoltando in silenzio. Una meraviglia, anche per un topo di citta' come me.
Vedere posti del genere e' quello che mi fa piacere il viaggio: le persone, li', in tutta la Bolivia rurale, vivono in una dimensione diversa dalla nostra, quasi un universo parallelo. Fatto di montagne, animali da portare al pascolo, e un orizzonte se possibile ancora piu' ristretto di quello che poteva avere mia nonna da bambina, nelle montagne.
Mi sono goduta il nord ovest argentino molto meno di quanto avrei potuto... Ma quando ti ammali e sei in gita, non puoi fare altro che stare a letto e soffrire in silenzio. Meno male che ora all'altitudine sono più che abituata, fino a 4000m circa, ormai e' un gioco da ragazzi...
Comunque.
Nel nord argentino, anche il cibo non c'entra nulla con quello del resto dell'Argentina, perche' entrano in gioco la quinoa e le bistecchine di llama, le empanadas col formaggio di capra, buonissime. La gente e' diversa per aspetto e temperamento, gente di montagna, con la pelle color bronzo, che ti scruta, ma non ti parla, ciarliero come l'argentino medio.Buenos Aires e' lontana chilometri, sia in termini geografici che in termini di colori, profumi, sensazioni, tutto.
Dopo la convalescenza a Humahuaca, sono andata in Bolivia, attraversando il confine a piedi, in un postaccio chiamato Villazon. In questo posto di frontiera, sempre trafficato di vecchiette boliviane piene di pacchi e pacchetti, il doganiere, bello lui, mi ha messo il timbro sul passaporto che diceva: entrata il 2 gennaio. Solo che io sono entrata il 2 febbraio. Un ottimo modo di passare la propria prima settimana in Bolivia da illegale (con i timbri argentini e cileni che provavano l'idiozia del doganiere, dunque ero tranquilla.)
Da li', sono arrivata a Tupiza, che sembra il Far West americano, ma piu' bello, perche' le rocce sono piu' rosse. Sono andata a cavallo per tre ore, incontrando poche altre persone, e ascoltando in silenzio. Una meraviglia, anche per un topo di citta' come me.
Vedere posti del genere e' quello che mi fa piacere il viaggio: le persone, li', in tutta la Bolivia rurale, vivono in una dimensione diversa dalla nostra, quasi un universo parallelo. Fatto di montagne, animali da portare al pascolo, e un orizzonte se possibile ancora piu' ristretto di quello che poteva avere mia nonna da bambina, nelle montagne.
Mi sono goduta il nord ovest argentino molto meno di quanto avrei potuto... Ma quando ti ammali e sei in gita, non puoi fare altro che stare a letto e soffrire in silenzio. Meno male che ora all'altitudine sono più che abituata, fino a 4000m circa, ormai e' un gioco da ragazzi...