Ecco, dunque, la Bolivia.

Desierto de Dalì, Lipez, Bolivia - Wikimedia commons
Ieri, con l'Asburgico, si chiacchierava della Bolivia. Della quale, qui, non ho scritto una sega, perche' in tutta la Bolivia, forse con l'eccezione di La Paz, internet fa schifo, e il nostro computer, a piu' di 4000m ha detto: voi siete pazzi, io entro in sciopero. E da allora, non lo accendiamo, per non perdere i dati, e a Lima cercheremo un negozio serio, con degli hard disk esterni, o cose del genere. 

Comunque, la Bolivia. Quando viaggi da queste parti, tutti ti dicono che la Bolivia e' magica/stupenda/fantastica/incredibile, e giu' di aggettivi super entusiastici. Che dire: dal punto di vista del paesaggio, come si vede qui sopra, e' una meraviglia. Pero', ve lo dico subito: a me non ha convinto del tutto. Non e' scoppiato l'ammore. 

E' vero che uno non puo' pretendere che l'ammore scoppi ovunque vada, e' che tutto questo decantare mi aveva fatto arrivare scettica (tipo, Bolivia stupiscimi.) Il mio lato cinico e' convinto che, purtroppo, a molti la Bolivia piaccia prevalentemente perche' economica. E poi, altra osservazione da DF (donna fastidiosa) e' questa: se non parli spagnolo, non ti fa alcuna differenza, essere in un luogo dove la gente non comunica, o meno. I boliviani non e' che siano proprio personcine solari - girano un po' di grugni, ma non troppi, ma soprattutto, sono silenziosi, e riservati. Come i paraguayani, ma piu' musoni, ecco. L'Asburgico dice, avranno poco da stare allegri. Io dico, vabbe', non e' che in Peru' navighino nell'oro, ma mi sembra che vivano la cosa con un po'piu' di leggerezza.

Ad ogni modo, in Bolivia, come in Paraguay, mi sono sentita molto lontano da casa, cosa che nel cono sur ho sentito abbastanza raramente. Passi il confine dall'Argentina, e all'improvviso ti trovi catapultato in un mondo pieno di tessuti colorati, llama, vigogne, e donne, giovani e non, vestite così:

Cholita a Tupiza, sud-ovest Bolivia (fotoMarswello, Flickr.com)
Queste signore si chiamano, appunto, cholitas. Hanno gonne a palloncino e gambe nude, nel sud, e gonnellone lunghe e piene di sottovesti, a La Paz. Quello che tutte hanno in comune, e' l'amore per i tessuti piu' sintetici e scintillosi possibili: della serie, prende fuoco solo a guardarlo. Nel nord-ovest argentino, che per molte cose e' simile al sud della Bolivia, le cholitas non ci sono mica. Spesso qeste sciure hanno anche grembiuli da cucina addosso, che usano come abiti da giorno e da lavoro, e hanno i capelli legati in questo modo:

Flickr.com
Lo vedete, sulla sinistra nell'immagine, il grembiulino usato come abito? Mi ricordano un po' i grembiuli della nonnina mia. 

Ecco, la presenza pervasiva di gente vestita con abiti molto diversi dai nostri, e' una delle prime cose che mi ha fatto sentire molto lontano da casa. Anche perche' il primo luogo che ho visto, uscendo da Tupiza, nel sud, in groppa ad un cavallo pezzato come una mucca, e' stato il Cañon del Inca, che e' un posto strafigo, e che mi ha fatto sentire come Butch Cassidy e suo cugino Sundance (che, non a caso, sono morti a poche ore da li'.) Guardate qua:

Txipiflick on Flickr.com
Mica male, eh? Diverso, dall'Europa, al contrario di alcuni pezzi di Argentina. Come ho detto, i paesaggi boliviani sono una figata. Spero di avere la pazienza e il cervello di raccontare di piu', in differita, dal Peru'. Un sacco di posti meritano di essere raccontati (e allora, perche' io non mi sono innamorata come gli altri? Mistero.)

2 comments:

  1. Oggi seguivamo una puja fatta a KTM, perché è morta una persona a noi vicina.
    Si sentiva quell'aria, che a volte si respira ancora a KTM, magica. Leggera.
    Qui in Catalunya c'è un'aria tranquilla, ma morta. Tipica dell'Europa.
    L'Asia ha la leggerezza di millenni di santi e santoni sparsi per tutto il continente, di meditazioni sulla vacuità, di senso del karma.
    L'America ha la leggerezza di una bella bisteccona al sangue.
    ...mi sa che divento vegetariana.

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  2. sì, ecco, diciamo che la delicatezza, da queste parti, non è il loro forte. non lo è nel modo di esprimersi (gridando, sempre, che sia per gioia, rabbia o qualsiasi altra emozione O_O) che nel mangiare, anche se in Perù il palato è più fine che altrove.
    io mi trovo relativamente bene qui, a parte l'eccesso di gente che strilla e ascolta musica col telefono SENZA cuffie, però diciamo che manca un pochino la dimensione meditativa. non è che si veda molta gente con un libro in mano. la spiritualità, almeno da quel che ho visto, significa cattolicesimo. Punto. e da quel punto di vista, pesa assai, sì.

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