Prima di tutto, rispondo alla Formica, perché blogger non mi lascia rispondere ai commenti. Formica chiedeva: possiamo votare l'itinerario, noi lettori? La risposta è, naturalmente no! E' la mia gita, e vado a spasso dove mi interessa. O dove trovo i voli economici. O in entrambi i luoghi :)
Ma veniamo alla svergognata del titolo. Questo è il post speculare a quello di Medellin, in versione femminile, potremmo dire. Mi trovo a Cartagena, dove ha vissuto la zia Niki. Fa oggettivamente un caldo del diobono, va detto, però l'architettura in giro è magnifica. Dopo Medellin, dove guardando fuori dalla metro mi chiedevo ma che l'hanno costruita ieri, sta città, o ci sono stati terremoti ogni dieci anni, o che?, a Cartagena voglio scattare una foto ogni tre metri.
E' tutto molto caraibico qui, colorato, pieno di fiori, musica che esce dalle porte delle case, cani randagi, gatti randagi, addormentati in mezzo alla strada,nditori di mango, papaya, avocado, detutto, in strada. Da quel punto di vista, è il luogo più bello che abbia visto in Colombia, fino ad ora. Nonostante sia iper turistico, mi piace molto - in questo mi ricorda Cuzco: vieni inseguito constantemente dalla gente che vuole venderti cose, ma l'architettura è così bedda che sopporto con grazia, esattamente come a Cuzco. Almeno stavolta non mi sono ritrovata con due dipinti in mano, pagati troppo, corrotta dalla favella di un peruviano astuto (meno male che almeno, sti dipinti, mi piacciono.)
Il problema, a Cartagena, e in generale in Colombia, non sono i colombiani. Io sono in viaggio, quindi coi problemi incontrati da chi vive qui non mi scontro particolarmente. Il mio problema sono i turisti che incontri. Sono osceni. L'uomo con la canotta blu era solo una priviù.
La Colombia pullula di:
1) anglosassoni osceni e poco amichevoli, soprattutto statunitensi e britannici, che stanno per i fatti loro, non parlano spagnolo, bevono a partire dalle dieci del mattino, e se 'mbriacano in continuazione. The horror. Questi individui spesso si autoumiliano, tentando di conoscere le ragazze colombiane, che squadrano le loro canottiere e le loro infradito, e giustamente si girano dall'altra parte, ignorandoli.
2) donne biotte, anglosassoni e scandinave, che ovviamente se sciolgono quando ricevono complimenti dal colombiano, o argentino, o peruviano di turno. Perché in Scandinavia i complimenti, mi dicono, sono sessisti, e in Britannia, pure, non è che si sprechino. Quindi, con un complimento, molte giovani donzelle si tramutano in Darlàvia.
Oggi pomeriggio, in cortile, c'era un gruppo di fike (dal nome svedese della pausa caffè svedese, la fika, no, non scherzo!) svedesi. Una senza reggipetto, con una delle canotte scollate sui lati, con lato tetta in mostra. Un'altra ci aveva un tanga che a una brasiliana magari starebbe da dio, ma che sulle sue bianche, burrose chiappe svedesi, arrossate dal calore perché sedeva a terra, a me ha solo fatto pensare
ma cópriti, svergognata.
Chiamatemi pure bacchettona, se volete. Fate come vi pare - ma ci sono troppe persone che non lasciano mai l'ostello, e iniziano a bere alle dieci del mattino. In una città bella come Cartagena, è ridicolo, e come dire, io non vi prendo sul serio. Ecco.