Vita da cartone animato e note vietnamite da Saigon

Sono ancora viva!
Nonostante, negli ultimi dieci giorni:

*mi siano saltate le immersioni che attendevo con ansia da un po' per un raffreddore;
*il mar della Cina mi abbia smutandato con un'onda potente (nessun testimone, per fortuna);
*nello stesso mar della Cina, sia stata attaccata da una medusa che mi ha lasciato tre segni rossi e giganti sullo stinco destro;
*sia caduta da un banco di sabbia;
*sia scivolata dalle scale perché le mie infradito sono troppo lisce e bagnate sono letali;
*abbiamo trovato un tifone sulla nostra strada (e con i due a Taiwan fanno tre in due mesi. Mo 'bbasta!!)

Pericolosi, il mar della Cina e i suoi dintorni, eh? 

Ah, e l'Asburgico è caduto in una siepe. Davvero!

E il mio iPod è rimasto spiaccicato nella porta di una cassaforte. Davvero, anche questo. Ora on ho musica. E viaggiare senza musica è orribile, perché devi ascoltare il pop vietnamita, o altri viaggiatori e le boiate che dicono. (Sono solo misantropica perché uffa, come si fa a schiacciare un ipod dentro una casaaforte? E come mai il mio iPod si muove??)

Ora sono a Saigon e domani abbiamo un volo per la Malesia: Cambogia rimandata a quando non piove che dio la manda. Della serie, fuga dal tifone. Mi sento un poco idiota, a poche ore dal confine cambogiano, a prendere un aereo: ma devo fuggire i tifoni. E le piccole sfighe, anche. Magari la sfiga è piú lenta di un aereo ma piú rapida di un autobus?

Riassumendo al volo: il Vietnam, che è lungo lungo, come l'Italia, è iper-cinese a nord, e sempre piú sud est asiatico man mano che si arriva a sud. Lo si vede anche nell'aspetto della gente, pelle piú scura, visi meno cinesi. 
Il cibo del nord mi piace piú di quello del sud.
Ho mangiato per strada per un mese di fila e non sono mai stata male. Lo stesso a Taiwan. Dunque, p il mio stomaco ormai è foderato di amianto, o le bancarelle sono più pulite di quelle in Nepal cinque anni fa.
Le donne vietnamite spesso sembrano pronte a rapinare una banca: cappello conico, maschera che copre il viso, occhiali da sole, guanti e calzini con spazio per le infradito. E tutto per restar chiare di pelle... Io suggerirei la crema solare, come altrove, ma no. Meglio sembrare la cugina di Butch Cassidy.
A Saigon alcune donne sono vestite davvero da scostumate, per i canoni asiatici, ma Saigon è famosa per essere la città del vizio. Durante la guerra, l'ultima, alla vittoria del Nord i francesi commentarono dicendo "Hanoi, la prude, a gagné sur Saigon, la pute." Direi che non serve traduzione, no?
A detta di M, e io sono d'accordo, le vietnamite sono le gnocche del sud-est asiatico. Gli uomini magari no, ma di certo migliorano andando verso sud.
Anche in Vietnam, va di moda girar per strada in pigiama. L'ultima, una signora di mezza età oggi, sul bus, curiosa che costantemente ci fissava, regalmente vestita in un pigiamino di finto raso con orsetti e scritte che dicevano dormi bene e sogni d'oro. La mia teoria è che molte donne usano completi pantalone e casacca molto morbidi e pieni di fantasie, adatti al caldo, che somigliano ai nostri pigiami estivi. Quindi, in Vietnam, pigiama o completino è lo stesso.
I vietnamiti sono gentili, specie quelli che non lavorano con gli stranieri per vivere.
I bambini sono letalmente patatoni, come a Taiwan, Messico e Perú (i paesi dove più spesso mi soo trovata a pensare oddiogucigucigúúú, con aria idiota.)

Il Vietnam è anche pieno di italiani. La mia teoria è che è agosto, e scommetto una pannocchia che spariranno tutti nella prossima settimana. Quella dell'Asburgico è che ci sia stata un'offerta all'Esselunga. Lo dico perché tra Nepal, Malesia, Thailandia, Laos e Singapore (tra il 2008 e il 2011) e poi in nove mesi di Latinoamerica tra 2012 e 2013 (Messico escluso), di italiani in gita ne ho incontrati pochi. Così pochi che me li ricordo: due ragazzi a Kathmandu, una famiglia allo zoo di Chiang Mai, una coppia in Cile. Gli altri, tutti italiani emigrati come me. Quindi oramai avevo deciso che gli italiani non viaggiano... Il Vietnam è il primo posto dove ne ho sentiti una marea, anche di mezza età. Molto strano. Molto strano è anche come, se capita che ci devo parlare, gli parlo in inglese, con M che mi guarda come se fossi crétina, giustamente. Gli italiani in questione non se ne accorgono, perché oramai di italiano ho poco di riconoscibile, dato che non ho accento e mi vesto con gli straccetti indiani. Non sono mai stata di quelli che i connazionali li evitano, a meno che non siano orrendi. Ma sto sviluppando uno strano blocco. Sarà perché non lo parlo mai, l'italiano? Mistero.

Una cosa che non c'entra nulla col Vietnam, ma che sembra essere diventata una costante,  è che ci scambiano tutti per francesi, con M che fa sgrunt perché gli stanno vagamente sulle balle. Questa è una novità di questo viaggio, cioè da quando ho smesso di essere bionda. Prima indovinavano tedesca o olandese (malamente, perché sono bassa e ci ho il nasone, non corrispondo allo stereotipo!) Ora francese. Mistero. Sarà il naso(ne)?

Ora vado a leggere. Sto leggendo Un Altro Giro di Giostra di Terzani, da anni lo volevo leggere, ma dato il tema in tanti mi avevano detto di evitarlo. Ora è un buon momento, lo leggo alternando la lettura con altro. È difficile, mi fa pensare molto a mio padre, e a come farei tante cose diversamente, ora che non sono una sbarbata impaurita. Magari ora sarei solo impaurita, ma più coraggiosa. Uff. È che queste cose non si possono cambiare, ma leggere la testimonianza di un malato di cancro mi fa pensare, e mi fa pensare anche di essere stata immatura, inadeguata e pessima. Mi dico anche che avevo poco più di vent'anni e che ero convinta che mio padre ce l'avrebbe fatta, perché non avevo mai perso nessuno, prima... Però a volte non mi piace, non mi piace come sono stata, avrei voluto essere più forte, e ora non posso far niente per cambiare questo.

Non volevo essere pesante, eh, solo che è il mio blog e se ho voglia di scrivere un paragrafo peso mimetizzato nelle minchiate è giusto farlo. Aiuta a levarsi un peso, magari.

Vado a leggere, appunto. A presto!

14 comments:

  1. Ma è pieno di italiani in Vietnam perché e Vietnamite sono gnocche?
    Ti ho pensato molto durante il mio breve peregrinaggio europeo. Mi chiedevo in tutti i tuoi giri come ti sei giostrata a vivere solo con una valigia e se come me andai in giro con i calzini appesi per farli asciugare.

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  2. Ciao bellessa! Grazie che passi sempre a trovarmi :) Dove lo hai fatto, il giro? Riguardo al bagaglio, io viaggio con uno zaino da 50L di decathlon, piú uno da 20 come bagaglio a mano. In media ho circa 7 libri di carta con me, che faccio girare negli intercambi degli ostelli, e che pesano un tot... Lo zaino, alla partenza, pesava 13,5kg, ora ne pesa 15 e qualcosa perché ho piú libri di quando sono partita, e in Asia e US finalmente ho comprato pantaloni nuovi, dopo essermi aggirata per Ecuador e Colombia letteralmente da stracciona con i buchi (perché mi si sono rotti i pantaloni indiani, e io in quei pantaloni strizzati da sudamericana culona mi rifiuto di viaggiare... Quindi, cuciture e toppe ovunque, fino a Los Angeles!) di calzini ne ho solo tre paia e solo un paio di scarpe da trekking, che da L.A. in poi non uso perché fa sempre caldo. Per fortuna le Ande sono finite e non sento piú freddo da Città del Messico. Vado in giro in sandali tutto il giorno, e la sera lavo i piedi prima di dormire... Amo i piedi nudi in ogni caso! Che altro: ho fatto scorta di biancheria prima di partire perché va sempre persa nelle lavanderie, e voglio cotone e non schifezze sintetiche, sono partita con dodici tra slip e culottes, me ne sono rimasti solo otto... Come volevasi dimostrare. Comunque, anche con uno zaino di solo 50L ho alcune cose che ho usato pochissimo! Le tuniche nepalesi le ho per Malesia e Sri Lanka, ma finora non mi sono servite, e le cose per i climi freddi le ho comprate in Bolivia e Cile, spedite a casa da Los Angeles. Devo iniziare ad abbandonare i libri per poter comprare tessuti e abiti in giro tra Malesia e Birmania!

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    1. Ho fatto Francia, Germania, Danimarca, Svezia, poi passa a leggere quando hai voglia ... Vorrei tanto anche io avventurarmi in un minigiro del mondo, per ora quest'estate ho fatto un assaggio di couchsurfing, autostop e perdita mutande!

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    2. Bello couchsurfing, no? In questo viaggio lo abbiamo fatto in Paraguay, Uruguay e Perú.. Esperienze belle belle, in Paraguay soprattutto, che è un paese davvero poco turistico. I nostri CSer ci hanno aiutato un sacco a capire il paese, tanto che ho voglia di tornarci prima o poi, nonostante non abbia costa, che per me è sempre un di meno! Hai pure fatto autostop? Da sola?? Grande! Io non mi fiderei. Scusa se non passo mai a leggere, ma cerco di mantenere le letture online a un minimo, da quando ho la ipad e di nuovo internet la mia capacità di concentrazione è di nuovo crollata (e così le mie letture di libri!)

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    3. Ma hai preso aerei o tutto via terra? Svezia dove? Com'è Stoccolma?

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    4. Autostop in coppia, viaggio via terra fino a Lubecca, poi in volo in Svezia e ritorno a Roma ... Se avessi avuto più tempo avrei fatto tutto via terra. Stoccolma merita davvero, soprattutto a fine estate, passeggiare da un isolotto all'altro è fantastico.

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  3. Stella mia, magari poi ti scrivo. Ma NON SEI STATA INADEGUATA, sorry per il maiuscolo. Sei stata tu. Quella che lui conosceva. La sua bambina che amava tanto. Si certo, poi si cresce e si pensa che si sarebbe potuto fare di più. Non è vero. Quando si ama profondamente qualcuno fai il meglio che si può. Poi, per fortuna, si cresce e si impara a fare di più. Ma i nostri genitori ci vedono come bambini sempre, quello che vogliono da noi è solo amore. se poi siamo un po'carenti, sono pronti a perdonarci.
    E anche noi, dobbiamo imparare a perdonarci. Non è facile, io lo sto imparando adesso, a 53 anni compiuti, ma se posso evitarti qualche sofferenza... Siamo umani. Sbagliamo. Ma sappiamo amare, questa è la cosa importante. Vorrei essere lì con te, a godermi un po'di Asia con una bella persona. Abbraccio forte. Niki.

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    1. Grazie Niki :) è che questo libro mi fa pensare un sacco, sai, parlando di chemio e radioterapia, e penso a mio padre che doveva farsi le punture lombari e diceva che facevano male, e io pensavi di capire ma in realtà non capivp veramente, perché avevo paura di immaginar quanto gli faceva male per davvero. Lui è stato forte, ganzissimo fino alla fine, e poi un giorno ci ha detto, oh, io sono stanco. Il mio corpo ha deciso di non funzionare piú, io che ci posso fare? Boh. A volte mi piacerebbe aver passato piú tempo con lui. È che il mio ragazzo dell'epoca, con ottimo tempismo (di certo non calcolato, ma che sfiga, no?) aveva una brutta depressione, e io a correre da casa sua all'ospedale come una cretina... E ora, se ne sono andati tutti e due, a meno di due anni di distanza l'uno dall'altro. Diciamo che a volte mi chiedo se ora affronterei la cosa diversamente, magari meglio, considerate varie cose successe dopo. Bleeeeurgh, odio il mio cervello, a volte.

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  4. Che bello leggerti! Ho dovuto scappare anch'io dal tifone in Cina, tifone che poi non è mai arrivato. Ho visto pochissimi occidentali anch'io, e ho incontrato solo due italiani. Dopo un mese mi è sembrato strano sentire parlare la mia lingua da altre persone.
    Penso che in agosto tra Vietnam e Tahilandia ci sia il pieno di turisti. Sfortune a parte (non ben capito le dinamiche della dipartita del tuo iPod) ti stai trovando bene? Passerai anche dalla Cina?
    E' sempre un piacere leggere ogni tanto tue notizie.

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    1. Grazie :) Sì che mi trovo bene! Per me venire in Asia è sempre un piacere. Dove sei andata esattamente, Ciccola? Io con la lingua ho questo rapporto strano da cinque anni, ormai. La uso per lavorare, scrivere, leggere, parlare alla mia amica F a Vienna, l'unica italiana, e con la mamma su skype. Poi vengo in Italia e dico wow, guarda quanti la parlano! È che di solito torno ogni tre o quattro mesi, ora sono via da un anno, e linguisticamente pesa molto, credo. In Cina non ci andiamo, paese troppo vasto per un viaggio come questo, un po' come il Brasile... Trovi la lista delle prossime tappe nel riquadro a destra che dice La Rotta :)

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    2. Sono partita da Guangzhou e ho viaggiato in treno e autobus in Guangdong, Hunan, Guangxi e Hainan. E' stato davvero bello, fuori dai posti considerati turistici. La gente di campagna è di un'ospitalità incredibile, nonostante l'ostacolo della lingua sono in qualche modo riuscita a comunicare. Certe esperienze fanno vedere la vita da un'altra prospettiva e aiutano a riconsiderare quelle che sono le proprie esigenze.

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  5. E pensare che una delle trentasette mete da me scelte per il viaggio di nozze che non abbiamo ancora fatto era il Vietnam! Forse quelli che hai incontrato sono tutti in viaggio di nozze al mio posto.

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    1. Ciao Silvia! Forse, forse :) se vieni per il viaggio di nozze, e vuoi andare al mare, evita come lapeste Nha Trang. È un orrore pieno di russi ricchi e panzoni e delle cose che piacciono a loro, un sacco di lucine scintillanti e palazzoni pacchiani. I diranno di andarci, tu non lo fare. Vai a Mui Ne, dove è un po' più facile trovare calma e pace e cene romantiche sul mare. Che in un viaggio di nozze, ci vogliono, no? E dove lo farai il viaggio, avete deciso? E, auguri! Ti sposasti già o ti sposerai?

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  6. Senza musica, e' la fine. Personalmente, a fronte di ore e ore di treno senza musica ne' strumenti per scrivere ne' macchina fotografica, mi rifugiai nello stordimento di alcuni antidolorifici a base di tramadolo.

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Dimmi, dimmi tutto!