Aggiornamento serio e indovinello (se leggete fino alla fine)

Eccomi, rieccomi. Lo so che non mi faccio viva decentemente da tempo immemore, ed è perché sono successe un paio di cosine dopo il viaggio. Semi-programmate, eh, ciononostante abbastanza sconvolgenti.
Voi siete rimasti al treno che mi portava a Vienna, no? Vi aggiorno.


Budapest è stata fantastica, come lo è sempre con quel matto di P. Siamo andati alle terme ottomane; abbiamo cenato da Koleves (famoso ristorantino da bobo nel cuore della parte cool di Budapest) e constatato che è peggiorato; abbiamo mangiato i salumi italiani con il suo uomo che mi ha informato sugli sviluppi (pessimi) dell'Ungheria mentre me n'ero andata. Abbiamo passeggiato, abbiamo parlato e fatto e disfatto il mondo e parlato di come è difficile crescere, soprattutto quando cresci insieme a qualcun altro. Ho passeggiato, fatto foto, mi sono gustata l'atmosfera dell'Europa mitt-orientale in cui ho vissuto, e che ora mi sembra quasi esotica. Ho bevuto molti caffè e camminato pensando a quello che mi aspettava, mentre P. lavorava. Sono andata a vedere Mephisto di Klaus Mann a teatro, in ungherese, e ho capito appieno che se gli attori sono bravi, l'Arte è una cosa potentissima anche se non capisci razionalmente quel che ti viene detto (davvero, è stato magnifico, come non avrei mai pensato.)
P. ha preso abbastanza con filosofia la notizia che, dopotutto, non sarei tornata a vivere a tre ore di treno da lui, ma a varie ore d'aereo, invece. Dobbiamo riabituarci a stare lontani, come quando lui era ancora a Istanbul. Mi manca, sapere che quando ho bisogno di staccare posso scappare da lui.


A Vienna, ci sono rimasta per poco più di dieci giorni. E' stato strano, e bello, tornarci. Non me lo aspettavo, ma mi sono sentita a casa, come a Milano, ma in maniera diversa.

A Milano, il sentirsi a casa è piì viscerale, dovuto al fatto che chi è rimasto, lì, per me, è gente che mi conosce da molti anni e che mi ha visto in varie versioni, attraversare altri momenti di transizione e cambiamento, ma anche cazzona ventenne e incosciente. Milano è la casa della panza.
Alla fine, come dice sempre una cara amica, una città è fatta delle persone che incontri, e io, in effetti, a Vienna, di gente buona e che mi è cara ne ho incontrata un po'. Non una folla sterminata... Ma quelli che ci sono contano, molto, e quando sono arrivata lì, dopo quasi un anno e mezzo che non mi vedevano, è stato come tornare a casa.
Che è una bella sensazione.
Che mi fa capire in maniera definitiva, chiara, e sicura, che se vivi come me non puoi limitare la tua idea di casa ad un solo luogo fisico, perché ti farà male farlo.

Casa vuol dire molte cose.


Anche Istanbul lo è, lo è stata di nuovo, sulla via di dove sono ora. Ci ho passato poche ore, con le mie prime due amiche istanbuliote, ed è stato come se non fossi mai partita, come se vivessi ancora a Beyoğlu e fossimo uscite insieme dopo il lavoro, a parlare di uomini, delle nostre cose e vite e libri e musica in una meyhane (osteria), chiacchiere di femmine annaffiate di vino e affiancate dalle meze, i loro splendidi antipastini ottomani, con la musica e la gente che parla forte e il cameriere gentile che porta montagne di pane e ci dice, datemi la macchinetta che vi faccio una foto, che siete tanto contente insieme.


A Vienna, mi sono sentita a casa perché capivo la lingua, perché sapevo dove trovare le cose che mi servivano e sapevo come farle, perché in fin dei conti, è a Vienna che ho avuto la mia vita quotidiana per tre anni, con tutto il bene e il male che ne vengono, la noia, lo stress, la stanchezza, ma anche quei caffè con le amiche che ti danno una botta di vita e che spazzano via tutta la negatività, perché sei con quella che è tanto diversa da te eppure è come la tua sorellina, perché sei con quell'amica che ha bambini e problemi così diversi dai tuoi, eppure ti ascolta e ti capisce e ti dice: è normale. Starai bene. O l'amica che ha i lucciconi ogni volta che pensa che vai via, ma cerca di non mostrartelo perché sa già che sei in sbattimento di tuo e non vuole aggiungere peso alla cosa, anche se sei stata la sua prima amica in città e le mancherai, e ti accoglie nella sua casetta per ridarti la moka di cui si è presa cura mentre eri via.
Ho visto com'è cambiata, Vienna (sta divenendo sempre più cara, purtroppo) e dove è rimasta uguale (è una città che funziona, non ci sono santi. Se vi piacciono le cose che funzionano, ma senza il rigore eccessivo che hanno più a nord, Vienna fa per voi. Datevi tempo, e anche voi noterete la cialtroneria sana di cui sto parlando.)

Quello che è stato meno bello a Vienna, è stato che molte persone le ho viste per dirgli ciao e arrivederci, allo stesso tempo. A molti non avevo neanche detto che non sarei rimasta... Perché anche io l'ho deciso veramente all'ultimo. Gli ultimi mesi sono stati abbastanza duri a livello emotivo, devo dire, mi sto riprendendo adesso che ho problemi concreti da risolvere, tipo trovare lavoro.
A Vienna ho passato dei (freddissimi) giorni con facce amiche e portando pesi di qua e di là, buttando cose che avevo conservato per quando sarei tornata, regalandone altre, lasciandone altre a casa delle facce amiche di cui sopra, che per fortuna sono anche Spazi Amici dove lasciare gli scatoli. E se vado avanti di questo passo, avrò scatole e scatoloni in ogni continente.


Poi, tornata a Milano (la foto qui non è mia! Devo rintracciare i credits perché è bellerrima) ho passato gli ultimi giorni seminascosta perché volevo stare con la mamma, vedendo solo quelli che si erano ricordati che sarei ripassata a febbraio, per distrarmi (grazie, M.) e per prepararmi psicologicamente all'ennesimo salto nel buio (grazie, I. ed F., vi pago appena trovo lavoro.) E' stato bello restare così a lungo, ho avuto il tempo di rivedere quasi tutte le persone a cui tenevo... Quasi. Tranne quelle che a Milano non ci vivono, né ci vengono spesso, purtroppo.

Lo ammetto... Non è che ne avessi molta voglia, di fare qualcosa di difficile, ora soprattutto a livello di lavoro, dopo 15 mesi a spasso con lo zainetto e meno soldi in tasca di un anno e mezzo fa. Quando ormai mi ero decisa, e a Vienna mi sono resa conto di quanto rapidamente avrei ricominciato a lavorare, ho pregato fortemente di non stare facendo una grande minchiata, perché a volte, quella di trasferirmi in un luogo dove non ho contatti professionali, quando ne avrei uno dove mi lanciano il lavoro addosso perché sanno che sono brava e voglio lavorare, ecco, diciamo che non sembra proprio una decisione responsabile.

Però, nessuno vive isolato, e se si sta con qualcuno, si deve cercare di lavorare in una direzione che renda felici entrambi. Non tornare a Vienna è stata la mia parte in questo lavoro, ecco. Il secondo motivo per cui ho acconsentito a non tornare a Vienna è che mi piace, ma non abbastanza da dire, in una discussione accesa, io voglio assolutissimamente tornare là, tipo voglio fortissimamente voglio. Lo volevo... Ma non abbastanza fortemente. Dato che non mi sento così, vale la pena allora tentare di fare altro, finché siamo giovani, scemi e irresponsabili, e soprattutto finché io avrò l'energia di farmi uno sbattimento del genere ogni pochi anni. 

Il terzo motivo, per cui non sono tornata a Vienna, è che mi sono resa conto che ci sarei tornata anche per paura, almeno in parte (l'altra parte era che volevo tanto riavere le mie amiche con me.) E ogni volta che ho vinto la paura (prima di Istanbul e prima del Nepal, ad esempio) mi sono successe grandi cose. Quindi, respiro profondo, calma e gesso, e andiamo. Armiamoci, e partiamo.


Ora, vi chiederete, voi tre gatti pazienti che siete rimasti a leggere questo blog che sto trascurando, perché sono troppo in sbattimento per scrivere la maggior parte del tempo: ma dov'è andata mai, a vivere, questa sciroccata?

E' molto più divertente se lo indovinate voi. (Lettori che già sanno, si astengano dal rispondere e rovinare il divertimento agli altri, eh!) Vi do qualche indizio.

1) E' lontano. Molto. Tipo che quando ci penso a quanto sono lontana dall'Europa e dalla famigghia e da P. a Budapest, mi viene un secondo di vertigine.

2) E' una città grande. Molto. Più di Vienna, meno di Istanbul.

3) E' una città che provoca pareri contrastanti.

4) Nella mia mente, è il paese dove ti accolgono i poliziotti in divisa stretch, che a me ha sempre fatto molto ridere, dato che appena appena hai un po' di panza, il tuo ruolo intimidatorio va un po' a farsi benedire.

5) E' una grossa destinazione turistica.

6) E' (insieme al resto del paese) famosa per il suo cibo: buono, sano, piccante.

7) E' in una zona del mondo che amo molto e che è il motivo per cui ho pensato di potercela fare anche se la famigghia sta a 12h d'aereo (calma...)

8) Posso andare in splendidi posti sia di mare che di montagna senza uscire dal paese.

9) E' sui giornali in questi giorni (tranquilli che io sto lontana dalla zona d'azione perché ho un bellissimo appartamento con balcone e tutto.)

10) Il tempo è molto, molto migliore che a Vienna. O che a Milano. O che a Istanbul.

11) Ci sono i gelsomini, gli oleandri e le bouganville, nel giardino del nostro condominio (che per chi è cresciuto negli anni 90 come me, ricorda tantissimo il trashissimo condominio di Melrose Place.) Fuori dalla finestra di camera mia, c'è una palma. Cioè: fa proprio un cazzo di caldo, ragazzi. Io sono felice come una pasqua, dal punto di vista termico. Finita l'epoca della tenuta da granatiera viennese!

Indovinate?  

Nei prossimi giorni un altro indizio, visuale, magari. 

14 comments:

  1. venezuela?!?
    cosa vinco se ho indovinato? una bottiglia di rum? no dai, ma almeno una artolina sí!

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  2. Venezuela? Chile? Sono indecisa! Quelli con i pantaloni attillati sono in Chile mi pare (i poliziotti intendo). Bohhhh ... In Venezuela mi pare mangino piccante ...

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  3. Complimenti per tutto! Davvero!
    E in bocca al lupo anche, perché ricominciare tutto da capo in un posto nuovo non è facile, neanche se sei Natalia di "Vediamo dai" e caspita, se puoi vivere ovunque! :)
    Per l'indovinello:
    allora, non so perché ma ho pensato a qualche posto in Brasile, tipo Recife o Fortaleza...poi però ho letto che è una zona del mondo che ami molto, quindi potresti esser tornata in Asia, magari in Thailandia.
    Insomma, come vedi ho delle idee molto chiare XDXD
    Aspetto i prossimi indizi...:D

    Vale A

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  4. Ciao Vale, intanto benvenuta :) sul dove, posso restare seduta in un angolo con aria sorniona e un po' siema? Grazie per i complimenti eh, dire Natalia di Vediamo Dai mi fa sembrare QUASI una persona seria... Speriamo, che sono una che riesce a vivere dovunque!! Vediamo, dai. C'è un motivo per il nome del blog :)

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  5. ma dov'e' che vai??? (o che sei??? sei gia' li??? confesso di aver saltato tutto e letto solo la fine del post…….. :-( )

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  6. non aggiungo altro:
    http://www.repubblica.it/economia/2014/02/23/news/qualit_della_vita_classifica_citt-79335519/?ref=HREC1-34

    :-)

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  7. Cavoli, è difficile! Ma anche interessante!

    Vediamo, dai... a 12h dall'Italia: potresti essere in America o in Asia.
    In America, se fa caldo e puoi andare al mare e in montagna potrebbe essere il Messico (destinazione turistica, cibo piccante)... però dici che è sui giornali in questi giorni, quindi forse Venezuela?

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  8. @Cecilia e Formica: scusate, la notifica dei vostri commenti era arrivata dopo quella di Vale! Comunque, no. Lo so che anche in Venezuela si stanno scannando (peggio che qui, anzi) ma no.

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  9. @Manoel: screanzato, non si salta a caso, si legge tutto il papiro tutto! :p Lo scoprirai presto.

    @Cris: vero, potrebbe essere il Messico. Ma non lo è :P

    Non è neanche Kiev. Ma quello è ovvio, perché Kiev non è né una grossa destinazione turistica, né calda, in effetti.

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  10. Se sei a mointevideo hai tutta la mia stima e ammirazione e promessa che verro' a trovarti
    In ogni caso..mi pare che anche tu sei arrivata allo status casa e' dentro di te ;-)

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  11. Anche in Thailandia portano la divisa attillata i poliziotti! Ho controllato! Sono proprio ridicoli quando hanno un po' di panza.

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  12. Vale, ci devo arrivare a quello stato mentale per evitare lo sbattimento! Ma per ora me la cavo bene, dopo che ho decretato che non l'ha mica detto nessuno, che di casa se ne deve avere solo una. Non sono a Montevideo... Ma ci sei andata vicina, perché c'è mancato poco che ci trasferissimo lì! Brava!

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  13. Cecilia sei arrivata in zona Cesarini, proprio! Guarda il prossimo post..

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  14. Anche io dalla mia cucina leggendo il post avevo pensato Thailandia! Insieme a un'altra decina di paesi... non so se vale. Il primo commento in mesi, ma il tuo viaggio l'ho seguito tutto! In bocca al lupo per il nuovo inizio :)

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Dimmi, dimmi tutto!