Acquerello di un venerdì sera, con premessa

Ieri sera siamo andati in un bar nella mia amata città vecchia. E' una zona della città dove c'è spesso musica live, e anche un sacco di soggetti strani, che trovi molto di più in questi posti piccoli, che sarebbero fumosi se i gestori lasciassero fumare, e dove la birra e i cocktail costano poco.

Mi piace andare nella città vecchia, anche se non lo faccio spesso, perché è diametralmente opposta alle altre zone dove vanno spesso gli espatriati stranieri. 

A Thong Lo, per esempio, che è una zona moderna e a) cara b) abitata perlopiù da stranieri e c) fighetta, di solito ci sono stranieri bellocci, in camicina ben stirata, con gnocche di vario tipo sottobraccio: thai o straniere, ma tutte vestite bene. Truccate come auto rubate se thai, truccate più leggere se straniere, ma tutte con il vestitino, e la borsettina, e i tacchettini perché tanto, vanno e vengono in taxi, che camminare è da pezzenti, o matti.

Ora: io è raro che vada da quelle parti. E' piuttosto snob. Ricordatevi che io sono quella che si è presentata a un matrimonio in DocMartens, da giovane. E anche alla discussione della tesi. Quindi, a Thong Lo ci vado se mi invitano, o se c'è un buon ristorante da provare, e lì ce ne sono molti, anche se costa tanto a volte lo faccio, o... Non ci vado, semplicemente. Per me è pure lontano, e i posti non hanno molta... Anima, ecco. 

Poi, abbiamo la città vecchia. Che è un mix molto più eclettico, di sicuro con più carattere, almeno secondo me. Quando esci nella città vecchia, incontri:
  1. espatriati che non amano la fighetteria in stile Thong Lo
  2. espatriati che amano la musica live
  3. artistoidi di tutto il mondo
  4. turisti con lo zainetto vestiti con quei tremendi pantaloni con gli elefanti e altri orrori simili
  5. turisti con lo zainetto messi malissimo: ubriachi, drogati, o entrambi all'unisono, o intrappolati a Bangkok perché hanno finito i soldi e devono fare volantinaggio e similia
  6. hippie giapponesi
  7. hipster thailandesi
  8. vecchi occidentali rovinati che vivono qui da trent'anni (ne parleremo dopo)
  9. thailandesi eccentrici di varie fasce d'età
  10. thailandesi più amichevoli della media thai, perché a forza di stare a spasso coi farang, gli occidentali, hanno capito che europei e americani non sono la stessa cosa, e che in Europa si parlano un sacco di lingue e che siamo molto diversi gli uni dagli altri. Questi thai sono i miei preferiti perché sono quelli che fanno un sacco di domande sensate.
Ma veniamo a noi, all'acquerello.



Interno, notte. 
Sono con M. e un gruppo di amici, per salutare uno di noi che se ne torna in Australia. Gruppetto di sei persone circa, bar minuscolo, bellissimo, vecchio, con le sedie spaiate al di fuori e decorazioni a dir poco eclettiche dentro -- si va dal poster del New Orleans Jazz fest 2003 alle foto del re, passando per foto delle starlet thai degli anni '60. 

C'è anche un gruppo che suona musica blues: musicisti thai, cantante occidentale, vecchio, stramiciatissimo e con anni di alcol addosso, ma con una voce fighissima. E una maglietta con una colomba che dice peace and love. 
Ecco la diapositiva:

Adhere13 Blues Bar, Samsen Rd.



Il barista, oberato dalla quantità di gente, non ce la fa. Quindi vado a prendere io le birre per me e M. Al bancone, uno dei suddetti thai curiosi attacca bottone mentre aspetto, ci facciamo due chiacchiere e mi regala una patatina di gamberi. Simpatico, paffuto, gli dico che torno al mio tavolo perché gli amici mi aspettano e lo scarico con grazia.

Una mezz'ora dopo, torno al bancone per una birra e un mojito, che ci vuole un attimo per prepararlo. Il mio amico thai paffuto è stato raggiunto da un suo amico occidentale. Età, sessant'anni o forse di più, secco, capelli bianchi e lunghi, spettinato, camicia nera a pois bianchi, occhi azzurrissimi. Segue la conversazione tra noi tre.

Thai Paffuto: Nat, questo è il mio amico. E' francese.
Amico Francese (alticcio, in inglese) ciao, mi chiamo Jean. E tu?
Io: Natalia, piacere.
AF: cosaaaaa?
Io: NATALIA!
AF: eeeeeeh?
TP: Natalia! Jean, ma sei proprio un vecchio, eh!
Io (in francese) Sono Natalia. Mi chiamo Natalia. Capito?
AF: AH! Sei francese?
Io: No, italiana.
AF: Ah, meno male. 

Mi stringe la mano, trasforma la stretta in un baciamano.
Mi tiene la mano. La gira. Mi annusa il polso. Mi guarda, e 

AF: profumi di vaniglia.
Io: eh già. 
AF: meraviglioso. 
Io: grazie! 
TP: Jean, eeeh come al solito eh..
AF, ignorando TP: I'll make love to youuuu (cantando)
Io: ...
AF: with the vibrations of music... 
Io: sollievo.
AF: Don't worry. Ballerai con me, dopo?
Io: mah, guarda, vediamo, dai. 
TP: ma dove sei seduta? Resta con noi!
Io: eeeeh, ma il mio amico torna in Australia, domani...
TP: oh, occhèi, allora ci vediamo dopo.
AF: a dopo, ma belle. 

Mi riprende la mano, la fissa, l'annusa, mi guarda con i suoi occhi azzurrissimi, tenendomi la mano, e mi dice: tes mains. Tes mains.

Mi sa che gli piacevano le mie mani. 

Io adoro incontrare questi soggetti. Ed è nella città vecchia, che li trovi, i soggettoni, mica nella fighetteria in vetro e acciaio di Thong Lo... 

6 comments:

  1. Da acriverci mille storie! Forse un libretto di 'diapositive' di casi umani?

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    1. Ma guarda, anche sì! I casi umani in ogni caso mi affascinano. Questa città, come tutte le grandi città, ne è piena.

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  2. La fighetteria snob non ha nulla di interessante.
    Però io vorrei sapere come sono gli hipster thailandesi! Una foto? ^_^

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    1. Dovrei cercare, perché di foto alle persone ne faccio poco o nulla... Mi prende male! Ma è una città globale, e come ovunque, è pieno di giovani striminziti, ed occhialuti. Solo che qui sono thai. Farò una ricerca ;)

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  3. Ah! Ma anche io ci ho fatto un post proprio su quel bar!

    http://dottornomade.com/?p=5422

    Trovatolo per caso, eh...

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