Ciao, Papi? (e Forza Panino, anche.) |
Hai visto mai che Silvio va a casa? E hai visto mai che stavolta ci resta pure? Ragazzi, per me trattasi di cambiamento epocale. Mi cambia il paradigma di riferimento alla politica. Quest'uomo - astuto come una volpe, pericolosamente intelligente e per niente cojone come la gente ama ritrarlo, secondo me - è entrato in Parlamento la prima volta che c'avevo dodici anni. Dodici. Tipo che ancora mi stavano crescendo le tette e andavo alle medie e facevo i primi tentativi di avere un mio proprio stile assillando la mia povera genitrice perché mi comprasse le gazzelle adidàs, quando da brava dodicenne babbdiminghia ho dato il mio primo bacio giocando al gioco della bottiglia, come tradizione da Elio e le Storie Tese detta.
Vabbè.
Insomma, se questo se ne va a casa e ci resta, sarà la prima volta che rifletterò di politica italiota senza lui tra le balle praticamente da sempre, almeno da quando presto attenzione a cosa succede in Parlamento.
La mia vita politica, anche solo passivamente ascoltando il notiziario annoiatissima mentre in casa mia si discuteva a dir poco animatamente, è sempre stata dominata da Silvio, eh. E prima ancora, quando ero proprio una mocciosa col moccolo al naso alle elementari, la scena era dominata da quell'altro, da Giulio. Mi sono resa conto adesso che Silvio è stato al potere più di Giulio, tra l'altro. Sarà perché stando via da un cicinin non ci avevo pensato. Comunque, dai, Silvio, vai a fare il pensionato che da privato cittadino, per quanto mi riguarda, puoi essere uno zozzo bavoso quanto ti pare. Se poi dopo non parli di patriaefamiglia, chi sono io per impedirtelo? Vai. Pensionati, perdìo, Papi, suvvia! Che posso pure votare da qua senza prendere aerei, stavolta, che ci ho le carte AIRE in regola!
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