Fotoaggiornamento: 4 mesi condensati in qualche paragrafo e un botto di foto

Siore, siori... A grande richiesta, dopo settimane di encefalogramma piatto e svariati messaggi di reclamo tra cui uno molto pucci
Mi manchi!
di Valentina 
e uno meno pucci ma in fondo sempre molto affettuoso, 
Dove minchia sei finita?
dell'esimio futuro, o forse già, padre Manoel O. Dias, mi rifaccio viva. 

Alla fine, sono più di quattro mesi che vivo qui e non vi ho praticamente raccontato una sega. Vergogna! Infatti nessuno leggerà questo post, giustamente ;) 

Ma insomma, per coloro a cui interessa... 

Punto uno: trabagghiu. Saltatelo se volete, non mi offendo. Là ci sono foto, qua no :D 

Ho lavorato, con i nani. Questo lo sapete già. E' stata un'esperienza devastante ma anche interessante, e soprattutto, mi hanno offerto un lavoro per il prossimo anno accademico. A me. Che praticamente per il mio approccio da Rottenmeier sembro praticamente Crudelia DeMon, a un bambino thai - sarà che tra un momento Crudelia e l'altro, che poi non è Crudelia ma solo chiarezza tipo no, bambino, non è occhèi spintonare quell'altro cosetto perché hai il gioco che vuoi tu ora, e lascia anche che ti ricordi che anche se tua mamma ti dice il contrario non sei un genio, e non avrai amici se ti comporti da stronzetto già a tre anni, regredisco anche io ai tre anni a fine lezione, e a volte le mamme aprono la porta trovandomi ricoperta di bambini, strillando forza Ryu, su con le gambe, così sembri Superman! Yuhuuuuu!

Quindi: ho un lavoro, a partire da agosto. Un lavoro che mi dà un visto, un permesso di lavoro, probabilmente anche un esaurimento a fine anno e tre polmoniti, ma anche delle vacanze di Natale per andare a trovare la mamma e udite udite due mesi di ferie pagate. Lo so che per gli insegnanti normali è così che funziona, ma io quando me l'hanno detto stavo svenendo.

Cioè: io posso andare in Italia, posso andare a fare il giro della Turchia, un corso di yoga intensivo in Sri Lanka, e voi mi pagate? dico io.
E il signore dell'ufficio personale: sì.
Io: ...capisco. 
Lui: Ah, e naturalmente anche malattia e assicurazione medica. 
Io: ...capisco.

Riassunto: mi vendo, ragazzi. Per la prima volta, mi vendo ad un lavoro che non è quello che mi piace, ma che intorno a sé ha condizioni che per me hanno del fantascientifico. Ho anche un capo. Ma è la versione thai-cinese di Mary Poppins ed è dalla mia parte. Ho anche un capo malesiano, che è dalla mia parte. Poi ho anche un sacco di colleghe asiatiche che mi confondono (la loro fissazione per le variazioni di peso della gente che ci circonda è francamente preoccupante), ma sono bravissima ad ignorarle. Tanto, vivo con uno che non è mio marito, ho un buco al naso, tatuaggi, e mi rifiuto di svegliarmi prima del necessario per truccarmi. Quindi praticamente sono una bestia strana a prescindere, e in più non ho neanche una religione, quindi non sanno proprio cosa fare con me. Quindi mi dicono: teacher, sei dimagrita! E io gli dico, beh, capita quando gestisci i più piccoli di tutta la scuola e non hai tempo di mangiare. Meno calorie + corse e sollevamento pesi = dimagrimento garantito. 

Sto lavorando in una scuola di lingue per la pausa estiva, il lavoro è tanto più fico e tanto più quello che amo, ma pagano meno e hanno orari di lavoro del cazzo. Quindi per quest'anno resto dai bambini, e quando ho un po' riparato al cazzeggio finanziario del viaggio, rifletterò su come affrancarmi da sveglie alle sei, capi, e bambini di tre anni, per tornare al mio mondo di: adulti, niente capo, lavoro quando dico io (e naturalmente niente visto,  niente malattia e niente ferie pagate. Ahem.)

Quindi, fine del capitolo lavoro. 

Punto due, più interessante: la vita a Bangkok. 

E' intensa, la vita a Bangkok. Secondo voi, perché non ho scritto un cazzo? Perché ero in giro, signori miei. 

Arte di strada, nella mia strada.
A vedere mostre d'arte, di strada e non. 

Farfalle e neon incastrate in un banyan, alla Jam Factory (Thonburi, Bangkok.)

Thavibu Gallery (Silom, Bangkok)

Thavibu Gallery (Silom, Bangkok)

Thavibu Gallery (Silom, Bangkok)
W District, Phra Kanong, Bangkok

W District, Phra Kanong, Bangkok

W District, Phra Kanong, Bangkok
Ero impegnata a guardare i colori assurdi che prende il cielo di questa città dopo un temporale coi controcoglioni, di cui ce ne sono sempre più dato che sta arrivando il monsone. 

Dal mio balcone, sei e mezza di sera, niente filtro. 
Sono andata in Malesia per rinnovare il mio visto da turista. 

L'unico modo di sopravvivere a 24h di delirio.
 Sono andata a Chiang Mai perché se stai sempre a Bangkok ti dimentichi di essere in Thailandia.

Uno dei templi centrali di Chiang Mai. Non chiedetemi quale, su.
Sono andata per musei, perché anche lì ti ricordi meglio che sei in Thailandia.

The Bangkokian Museum (Silom, Bangkok)
Sto studiando il thailandese, con risultati discreti che sarebbero ottimi se la mia prima lingua veramente asiatica non mi confondesse con il suo ordine di parole, beh, assolutamente terribile per me.

Ho mangiato un sacco di cibo, thai e non. Soprattutto indiano e giapponese, perché qua non costa tanto. E io godo come una riccia, perché sono tra le mie cucine preferite del globo.

Sushi per un pranzo solitario e semi-economico.

Soba e tempura di gamberi, con wasabi e uovo di quaglia a latere.

Cibo giainista di fianco al tempio di Sri Mariamman (Silom, Bangkok.)
E poi ho fatto, e faccio, tanto yoga, perché in una città così grande è meglio avere qualcosa che ti calmi un attimo.

Non ho scritto, perché sto cercando di trovare una dimensione di amicizia che vada oltre le chiacchiere, cosa difficile in un porto di mare come questo, dove tutti passano per qualche mese, e poi se ne vanno. Ho incontrato tante ragazze carine allo yoga, ad esempio, ma due di loro se ne andranno presto. 

Però ho anche incontrato quelle che forse posso definire le mie prime due amiche, qui: Yuka, da Tokyo; Elif, da Izmir. Loro sono qui per restare, resistono alla Bangkok sbrilluccicante vestendosi di cotone e usando poco trucco, leggono tanti libri, amano passeggiare e mangiare, e quando sono con loro riesco ad aprirmi un po' di più che ai soliti livelli di stupido chiacchiericcio frivolo, da espatriati. Ho incontrato altre due o tre ragazze con cui penso che potrei intendermi... Che ne so, per me è importante. Per quello cerco di rivedere chi penso potrebbe essere mia amica, piuttosto che andare ad eventi in cui chiacchieri un sacco, ma non parli mai. 

Questo è quanto, ragazzi. Lavoro a parte -- perché fare l'insegnante qui ti espone a quanto di più retrogrado, tradizionalista e conservatore la Thailandia abbia da offrire, per fortuna compensano pagandoti bene perché se no prenderei a testate il muro -- mi piace, qui. 
E' interessante, è stimolante, ho una piscina in cortile che è il motivo per il quale sono permanentemente color biscotto. A Chiang Mai ho detto "ho freddo" perché c'erano solo 23 gradi. Non c'è l'inverno, e i colori delle cose sono saturi e brillanti.
E' in una delle regioni del mondo che preferisco, perché ogni volta che mi trovo a parlare dei paesi vicini mi esalto... E sto anche per andare in Indonesia, cosa che mi esalta assai.
La signora Mou, la signora delle pulizie, oramai è la mia mamma thai, tanto che a volte cucina per noi e mi mostra come fare i vari piatti, e manda i saluti alla mia, di mamma.
Grazie a lei ho iniziato a dipingere e a giocare con i colori, perché il suo lavoro libera molto del mio tempo - stessa ragione per cui M ha preso in mano una chitarra, e avremo un futuro come i Sonny and Cher dei nostri giorni.

La lontananza mi pesa un po', a volte, ma come dire... Dopo il vagabondaggio oramai sono abituata a questa saudade di fondo. Strano a dirsi, ma la maggior parte del tempo riesco a isolarmi dalla frenesia e dall'ossessione per il sesso di questa città (perché il sesso è tanto visibile, esageratamente) e a sentirmi in relativo equilibrio -- intendo dire, mi sento bene con quello che sono. Sono in una fase piuttosto introversa, non so perché, ma la accetto e mi godo la calma che mi porta. Forse è un modo di non farmi sommergere da questa città gigante dove mi trovo.  

17 comments:

  1. Sei riuscita a farmi rimpiangere il monsone...voglio dire...se non è nostalgia questa!!! Sii felice, sorellina!

    ReplyDelete
    Replies
    1. Ci provo :) il monsone mi affascina, sai? è diverso da com'era in Nepal, qui, generalmente. nel senso che non piove SEMPRE, tutto il giorno. ora c'è il sole, forte, da piscina, ad esempio... il bello è che per un paio d'ore al giorno fa effetto "inverno" dove vuoi tè e libro, ma prima e dopo ci sono 30 gradi. Eccellente, direi.

      Delete
  2. neanche immagini la voglia che ho io di muovermi!!! besos e scrivi ogni tanto, hehehe ;)

    ReplyDelete
    Replies
    1. Grazie! Devo passare a vedere come stai... Ho proprio latitato dal mondo dei blog, sia come scrittrice che come lettrice, nonostante abbia pure internet mobile :)

      Delete
  3. unica cosa che hai saltato: e l'asburgico come sta? :-p
    approvo moltissimo l idea di vivere anziche' scrivere: sono mesi che so quando le mie figlie sono ammalate perche' sono esattamente le date in cui "esco" un post :-D

    ReplyDelete
    Replies
    1. L'Asburgico sta molto, molto meglio che a Vienna. Ovvio: è stato messo in una città che non è Vienna, quindi nuova, e che per di più è anche in Asia. Quindi lui ci sguazza, sta imparando il thai a una velocità umiliante (secchione, ma il parlare cinese aiuta, dice) e siamo sempre a spasso. Diciamo che è una versione più simile a quella che 1.0 conosciuta in Turchia e Nepal. Quindi ottimo :D

      Delete
  4. Non so, vista da qui, dall'afosa sonnolenta pianura padana la tua vita sembra un telefilm da seguire a puntate, avvincente, spumeggiante, sempre diversa, piena di stimoli e persone interessanti. Ti invidio, in senso buono, eh...

    ReplyDelete
    Replies
    1. Ciao Milla, e benvenuta! Grazie della visita. Guarda, ti dico solo che nel blog o su facebook uno mette le cose interessanti... no? Le cose che possono piacere alle persone che leggono da lontano. Quindi non ti metto le foto delle ore passata bloccata nei taxi, o le citazioni di tutti quei fastidiosi esseri bacchettoni che cercano di "mettermi in riga" facendomi togliere piercing e coprire tatuaggi e comportare in maniera servile. Ma un giorno vi racconto pure quello, tranquilla. Cerco di guardare al positivo... Il positivo è anche più interessante. Diciamo che almeno per ora ho meno bisogno di blogterapia a Vienna perché nonostante tutto i thailandesi mi tirano MENO fuori dagli stracci dei lati più germanici degli austriaci. :)

      Delete
  5. E' bello leggere i tuoi racconti; sei descrittiva senza essere noiosa, sai dare colore alle parole. Per quanto riguarda il resto ... beh, i Paesi orientali hanno un fascino unico, mi hai fatto venire voglia di vedere la Thailandia anche se temo che, almeno per i prossimi anni, resterà per me un sogno! Mi consolerò guardando le fotografie che posterai.
    Un saluto.

    ReplyDelete
    Replies
    1. Grazie, Mr. Loto! Che bel complimento, wow! Grazie davvero :) Spero che riuscirai a vedere la Thailandia prima o poi!

      Delete
  6. Mi fai venir voglia di Asia ... E io non ce l'ho mai avuta! E guarda, qui lo dico e qui lo nego, ma se l'anno prossimo mollo tutto e parto per il giro del mondo, sentiti un po' "colpevole".

    ReplyDelete
    Replies
    1. Hmmm! Ok! Spero che succeda, per te. E' davvero bello poter viaggiare per tanto tempo. E se lo fai, vieni in Asia!

      Delete
  7. che vita avventurosa che c'hai, natalia pi. io invece mi sto imborghesendo. pensa che ho addirittura messo su famiglia... ;-P

    ReplyDelete
    Replies
    1. Pensa te. Mi sento zia e non so neanche che faccia hai. Che palle questo anonimato!

      Delete
    2. dai che prima o poi ti trovo di fronte a qualche fermata di bus thailandese mentre reggi con entrambe le mani un cartello con su scritto "Manoel O. Dias", o viceversa, mi trovi col cartello "Natalia Pi" a qualche terminal esotico di Charles de Gaulle.

      Delete
    3. Sarà emozionante, Manoel. E poi berremo, e faremo una gara di rutti.

      Delete
  8. e insomma ti stai sistemando in quell di Bangkok?!? Brava brava. Io sono tornata oggi velocemente per dire che ho trovato casa e che continuo con le paranoie al lavoro. Insommo non so veramente se questo dottorato s´ha da fa!

    ReplyDelete

Dimmi, dimmi tutto!