Un lunedì da leoni

Lo sapete, no, che Vienna è una città multiculturale? Il 40% della popolazione è nato fuori dall'Austria. Che è tanto, e si nota, perché quando si prendono i mezzi si sentono un sacco di lingue diverse, da quelle limitrofe (ungherese, slovacco e ceko, tanto tanto serbo-croato, polacco) a quelle più lontane (turco, persiano, poco cinese, tanti dialetti indiani), più quelle che ti fanno venire la faccia a punto interrogativo (l'Asburgico mi informa che questi sono di solito ceceni e georgiani.) 

Bene.
Non vi ho ancora detto niente, ma da tre settimane ho un nuovo gruppo di studenti la mattina.  Quattordici persone. Composizione: nove austriaci, due turchi, un serbo, una bosniaca, una romena. 

Nell'ala destra della classe ci sono due austriache e la romena. Una delle due austriache ha grossi problemi di concentrazione, che tu gli parli in inglese o tedesco non cambia: non capisce una mazza. E quindi anche tu, Natalia, che sei buona e positiva, ti trovi a pensare forse ho capito perché non hai un lavoro. L'altra austriaca, invece, è una mia coetanea: sposata, con due bambini, è una di quelle personcine adorabili che detengono Lo Scettro della Sapienza. Sapete, quelle persone che ritengono che il loro modo di fare le cose sia Quello Giusto, e che noialtri che non seguiamo la Retta Via siamo una manica di pirla. Già il fatto che io abbia vissuto in una terra d'infedeli (la Turchia), che ami viaggiare in paesi popolati di gente più colorata di lei (Asia) e che non abbia figli e non sia sposata mi mette in cattiva luce: mi salva solo il fatto che sono una brava insegnante.

Bene, oggi questo simpatico individuo fa la battuta: davanti all'immagine di una donna coi capelli velati dice, beh, sicuramente è all'ufficio di collocamento, HA HA HA, perché cos'altro fanno se non prendere sussidi questi, HA HA HA.
Io la osservo come un animale strano.
Il ragazzo turco dall'altro lato della classe reagisce dicendo abbrava, mettiti anche a fare la razzista adesso! E giù di saluto nazista per sfotterla.
Seguono quindici secondi di invettive in orrendo dialetto viennese.
Io li guardo, come se fosse una partita di tennis, poi li fermo e gli dico: uno e due, fate un'altra cosa del genere e vi butto fuori dal mio corso. Problemi vostri come lo spiegate, al collocamento: in classe mia non voglio gente rissosa. Se volessi queste scene, andrei a insegnare all'asilo. O al liceo, al limite.
Tagliano corto e smettono.
Nel frattempo, la signora bosniaca, A. (che è adorabile) era seduta, zitta, con l'aria traumatizzata e la pelle d'oca alle braccia che la vedevo pure io. 

A fine lezione la A. viene da me e mi fa: grazie che li hai fermati. Io me ne sono dovuta andare dalla Bosnia, per colpa di persone come loro, grazie. La A. è musulmana, è sposata con un cattolico, e entrambi sono dovuti scappare negli anni '90 per evitare di finire male. In una fossa comune, per esempio.

Io sono ottimista, di solito, ma come ho già scritto altre volte, certe volte quando sento cosa le persone dicono - e io con la gente parlo tanto, col lavoro che faccio - perdo la fiducia, davvero. Ma la gente non li legge, i libri di storia? Non lo sanno cosa significa la parola escalation?

Checcazzo. Se sono io fuori dal tempo a non pensare in questo modo, fatto di assoluti e bianco e nero e pregiudizi e sparate non meditate, allora viva l'anacronismo. 

3 comments:

  1. A scuola da me i ragazzini di origine serba sono orgogliosi di esserlo. Quelli del Kosovo invece si vergognano di venire da lì. Già da adolescenti hanno in mente questi stereotipi, differenze, classi, divisioni ... Triste :-(

    ReplyDelete
  2. anch'io vedo sempre più episodi di razzismo. sarà colpa della crisi economica, ma anche dell'ignoranza della gente (e del fatto che per la maggior parte sono teste di ... pera?)

    ReplyDelete
  3. sì, è triste, e mi fa un po' perdere fiducia nelle persone.
    capisco che la natura umana ti spinge a identificarti a seconda di ciò che NON sei, perché è più facile. però la natura umana ci spingerebbe a fare anche tante altre cose poco lodevoli, e non è che le facciamo tutte. checcazzo. quello che è triste è che la gente non abbia voglia di usare la testa in maniera *razionale* e si lasci accecare da cose come l'etnia e la religione.
    si dimenticano che sono tutti esseri umani, e che dicono tutti le stesse cazzate di quelli al di là del confine. "non mi piacciono i _____________, perché sono criminali/ignoranti/della religione sbagliata/brutti/cafoni", e così via.

    che depressione, anche perché sarò cojona io ma è da quando avevo dieci anni alle elementari, quando ho incontrato il mio primo compagnetto straniero (un peruviano) ne sono stata subito affascinata. perché sua mamma parlava in modo diverso. perché lui aveva gli occhi un po' a mandorla e la pelle color bronzo. a me ha sempre affascinato, la differenza. ohibò, magari sbaglio io, hai visto mai.

    ReplyDelete

Dimmi, dimmi tutto!