Affabilità magiara

http://www.flickr.com/photos/gemmadipoppa/3949643261/
Il sorridente gnappetto che vedete qui a fianco non c'entra niente, con Budapest. Sappiatelo. E' che ho fatto uno dei miei esperimenti sociali utilissimi e rigorosi, e mi sono detta: ma cosa succede se io gùgolo il concetto di affabile, e le varie parole che ne derivano? 
Lo gnappetto (titolo della foto "Affabile rubacuori habanero") è, come intuite dal titolo, dell'Avana. Bello lui. Mezzo gnudo, che se la ride, nonostante magari non possa andare a scuola, non perde il sorriso. Proprio come i vicini magiari.
O anche no.
Perché no, loro sono buval baszott, lo erano a gennaio, e buval baszott rimangono. Nonostante il sole e il cielo estivo, loro, sono adombrati. Un po' perche hanno le pezze al culo e chi non si adombra quando fa fatica a far quadrare i conti - e lungi da me sfotterli per questo. Un po' perché... Beh, sono così. 
Sò mitteleuropei, cioè sono intrisi di questo amaro, amarissimo pessimismo esistenziale, che permea questa parte d'Europa. 
Ma anche su fino alla Scandinavia. 
Cioè, ne sfuggono solo quei sudici che fan sempre la festa, non lavorano mai e hanno come hobby far saltare la moneta comune, perché sono dei fannulloni immorali (sì, voi, italiani, spagnoli, greci, portoghesi. Voi. E anche gli irlandesi, perché sono cattolici.)
Ma torniamo ai solarissimi magiari.

Interno autobus, giorno.
La vostra prode, non ancora del tutto sana dallo star male ma convinta da P. ad andarlo a trovare comunque (sìsì Natalia vieni, ti prometto che passeremo tutto il uichend così, niente cose che ti sforzano), è sul bus, che aspetta di partire da una delle zone più grigie e deprimenti della città, quella dietro il Prater.

A sette minuti dalla partenza, nutro una certa speranza di avere il sedile di fianco a me libero. Così da stendermi, dormire e continuare nella convalescenza.
Leggo, ostento indifferenza e lascio che la gente continui a salire, finché pare non ci sia più nessuno.

Invece no.
A un certo punto, mi sento osservata. Alzo gli occhi dal mio libro, mi giro verso il corridoio e noto una tizia che mi sta fissando da svariati secondi, con gli occhi azzurri sgranati e la faccia inespressiva.
Questo era il suo modo di chiedermi il posto di fianco, e sposta quel maledetto zainetto.
Niente, mi fissa, io col sorrisone scemo le dico, si vuole sedere?
Ecco la risposta:



Ecco, appunto. Niente. Un kadzo, proprio. Io penso, ammazza, comincia bene sta gita, e le faccio posto. 
Descrizione del soggetto: grandi occhi azzurri truccati d'azzurro. Cofana biondo scuro con la permanente che neanche mia madre nel 1986. Tenuta da ufficio secondo i magiari: pantalone nero elasticizzato ascellare, corredato di cinturone nero e camicetta, naturalmente elasticizzata anch'essa color fucsia antinebbia. Orecchini a cerchio enormi alle orecchie. La mole: tipo la famosa cantante Adele, come genere. Fate voi. Io non è che sia Twiggy, quindi a livello deculo stavamo strettine - di spalle ingombrava lei sola, per fortuna. 

Si siede, manca solo che mi sputa in un occhio, e comincia a parlare al telefono in inglese magiaro, tentando di convincere il malcapitato all'altro lato della cornetta a vedersi lunedì per pranzo. Lui declina e lei per vendetta gli tira una pippa di minuti 20-25, tutti strillati nel mio orecchio destro, su quella stronza di Eva la capa austriaca, seguita da una lista di Perché Eva E' Una Stronza. Io volevo morì. Finalmente si zittisce e io leggo e dormicchio.

Mentre dormicchio con le cuffiette spente per attutire il rumore, sento qualcosa in sottofondo. Levo una cuffietta, apro un occhio e vedo lei che ascolta il disco dell'estate magiaro e canta felice (per i suoi canoni) di fianco a me. Io la guardo, sorrido, e lei di nuovo mi gela con una faccia che dice: cazzoguardi???
E io che pensavo fosse felice. Cantava, che diavolo.

Alla pausa in autostrada le ho chiesto di scendere che dovevo fare pipì. Ha sbuffato, ha quasi demolito il bracciolo che non si voleva alzare, e mi ha aspettato tutta la sosta giù dal bus, con aria accigliata. Ho fatto pipì velocissima, che se ti tira una manata, una così ti stende. 

P. dice che sono difficili i magiari. Eh. Infatti. Ho due studenti magiari al momento qui, carini, perdìo, ma un pochino negativi.
Tipo che da questo lato della frontiera sembriamo dei raggi di sole, a confronto.
Ciononostante, Budapest continua a piacermi. Mi porta fortuna.

2 comments:

  1. E' una vita che smanio per andare a Budapest. E' una vita che divoro letteratura ungherese ed è una vita che ho deciso che gli ungheresi mi piacciono molto. Dopo aver letto il tuo post, penso che sia perché non ne ho mai incontrato uno per davvero.
    :)
    Alex V

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  2. No, no Alex, no! Non è che sono antipatici. Sono. Semplicemente, sono un po' burberi, ma generalmente non cafoni (penso che la tizia sia un'eccezione.) P dice che lì si trova bene, perché gli ungheresi sono spesso torvi ma anche molto affascinanti. Quindi: vai a Budapest! Leggiti l'altro mio post sui vicini magiari e vai a un kèrt, mi raccomando!

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Dimmi, dimmi tutto!