Umor grigio, umore da bandoneon. Umore stanco.

Pubblicherò in differita. Tipo lunedì. Ora sono presa troppo male anche per quello. 

Passare un venerdì sera in isolamento, con il mal di pancia, dopo una giornata durante la quale avresti pensato di andare a yoga, cenare con i compagnetti di yoga, e poi andare a farti una birra con gli altri insegnanti, per conoscere un paio di persone nuove che paiono simpatiche, non ti può mettere di buonumore.

Foto: unknown. Si ustedes saben de donde es, me contacten porfa :) 

Come mio solito, quando non sto bene, ho detto all'Asburgico di andare a fare quel che aveva previsto di fare, che non sto bene, ma non ho ancora bisogno della balia, per fortuna. E poi ho anche l'umore grigio e non mi va di ammorbare gli altri. Ammorbo voi, invece, fortunati!

Insomma. Umor grigio perché. 

Perché più si avvicina l'inizio dell'anno scolastico con i nani urlanti, e più mi dico perché insisti a farti questo, donna? (Risposta: perché mi pagano bene ed è un sacrificio di qualche mese per mettere da parte soldi, e fare una nuova esperienza, perché mi danno un visto, che nella Thailandia del golpe è una cosa importante. Ciò non toglie che non ci ho voglia e che mi mancano i miei studenti adulti, che mi insegnano cose del paese dove vivo mentre io insegno a loro una lingua.)

Perché oggi parlando con il mio amico G., che conosco da che avevamo 16 anni... E' venuto fuori che del buco degli anni dove ci eravamo persi, durante i quali mio padre è morto... Non gli ho raccontato niente. E oggi è venuto fuori. E oggi ho dovuto spiegare. E oggi ho ricordato la schiena di mio padre nel letto d'ospedale, la pelle secca per il troppo stare a letto. Ho ricordato delle punture per prelevare il midollo che gli facevano male. Ed è stato come un pugno nello stomaco. Tipo che ho camminato verso casa per 45 minuti nel traffico di Bangkok per tentare di riprendermi. Perché ho raccontato questa cosa camminando, e mi è venuto da piegarmi impercettibilmente, mentre glielo dicevo. Perché mi sembra che mi abbiano accoltellato nella pancia con una katana gigante. Perché quest'anno sono otto anni e il dolore a volte arriva alle spalle, e ti fotte, in un pomeriggio con un amico che non voleva assolutamente farti stare male, che ti ha fatto solo una domanda innocente. 

Umore grigio perché oggi ho saputo che una persona che credevo stesse meglio, non sta meglio per niente. E questo mi rende triste. Perché che minchia di mondo di minchia, ecco. Lo dicevo quando stava male il mio babbo e lo dico anche adesso, pensando a questa persona, e ai genitori di tante altre che conosco, che sono malate, e che non stanno bene, e che mi fanno sempre pensare che ho ragione, a non cedere a tutte quelle baggianate sull'esistenza di dio (che se esiste, è anche un bel po' sadico, ecco. Grazie di niente.)

Stamane mi sono sentita un attimo così, per qualche ora. Che cazzo.
Umore grigio perché una ragazza italiana, qui a Bangkok, che ancora neanche conosco di persona, ha perso il padre da un giorno all'altro. E anche se io filosofeggio e filosofeggiavo quando era mancato il mio, di padre, quando mi dicevo che la morte è parte della vita, e che siamo fatti di stelle, e che mi ci sono fatta un tatuaggio, su questo filosofeggiare... Nonostante tutto ciò dico: minchia. Non sono ancora arrivata al calmo distacco che vorrei su questo tema, e credo che non ci arriverò mai. Alcuni giorni, si sta di merda. Punto.

Umore grigio perché a volte le città grandi, che dico sempre di amare, che in generale amo, mi stancano. Perché Bangkok mi stanca. Mi stanca il traffico, mi stanca dover contrattare con gli autisti del mototaxi. Mi stanca che non è piacevole camminare. Mi stanca che ci sono un sacco di maschi a caccia di figa facile. Mi stanca che ci sono un sacco di donne con la minigonna giropassera. Mi stancano i locali col dress code, di cui non mi frega un cazzo, dove non vado neanche, ma oggi mi stancano. Mi sfinisce l'attenzione alla forma di questa città, sembra di essere tornata a Milano. Mi stanca non parlare il thai.
Mi stanca non essere in Europa. Mi stanca vivere in un paese dove mettono la formaldeide sul cibo e nessuno si arrabbia, mi stanca che da che vivo qui mangio animali quasi ad ogni pasto perché è parte della loro cucina, e vabbuò, però che cavolo. Mi stanca tutto il latte che bevo perché in quello di soia mettono quantità poco sane di zucchero, e non ho i soldi per il latte di soia importato, e poi come fai a sapere che non è latte di soia ottenuto distruggendo le foreste brasiliane, e mi manca il latte di soia austriaco fatto di soia austriaca senza distruzioni di foreste pluviali in Sudamerica. Mi manca il controllo sul cibo che mangiavo che avevo in Europa. Mi stanca la ricerca costante della mia nicchia di calma in una città che calma non è.

Mi stanca poter parlare con I. e F. solo su skype, che una è a Trinidad e l'altra a Vienna. Mi stanca la mia mente che mi chiede come staresti ora, se vivessi a Montevideo o Barcellona? E io a risponderle, Di sicuro sarei più povera e mi dovrei ingegnare di più per fare soldi. Che è il motivo per cui abbiamo scelto Bangkok. Però potrei di nuovo parlare con tutti, dal presidente Mujica al muratore che si fa il mate in pausa sul mare. E non dovrei fare un lavoro che mi sta sulle palle perché mi dà un visto. Mi stanca non avere tutto il tempo che mi va con l'Asburgico. Mi stanca sapere che la prossima volta che potremo fare un viaggio insieme sarà in primavera prossima, perché a Natale devo tornare in Italia. Perché della mia famiglia, come al solito, non è che verrà a trovarmi qualcuno. 

Probabilmente sto così perché non sto bene, perché ho passato tre giorni a lottare con la burocrazia italiana e quella thai, perché oggi doveva essere una giornata piena e bellissima e divertente, e invece delle cose che volevo fare ne ho fatta solo una, purtroppo. Perché ho perso uno dei miei orecchini turchi, camminando verso casa, e lo so che è solo un cazzo di orecchino. Ma viene da Istanbul e a me piaceva. E ora chissà dov'è. 

Umore grigio perché ripenso ad alcuni posti del mio viaggio e penso che ci vorrei tornare, perché ci sono stata bene. Perché ho visto l'Asburgico in uno stato di calma in cui l'ho visto poche altre volte. I ricordi funzionano a cascata, e da un chattare su facebook con una ragazza conosciuta in Ecuador, si arriva in fretta a ricordarsi della finca dove io ho scavato trincee e brandito machete, e l'Asburgico, che odia le pulizie, ha fatto le pulizie per giorni quasi senza lamentarsi.

foto: Nat
Pensi a quello e pensi alle persone che vivevano lì, che erano gentili, al cane Cejas, al fiume che scorreva dietro la casa, alla stanzetta condivisa con l'Asburgico. Alla biblioteca con vista sulla giungla dove tutti si addormentavano dopo il lavoro. A quella ragazzina francese innamorata di un cinese, che ora vive in Cina, e sta pure per sposarselo, il cinese. Passava pomeriggi interi a imparare caratteri, paziente, in silenzio. Un'altra persona gentile e dolce che ho incontrato nel mio viaggio. Giovanissima, ma matura, ed intelligente.

foto: Nat. La vista dalla sala di lettura. 
Pensi a tutte quelle persone, luoghi e cose, e ti chiedi che cavolo ci fai in una metropoli di dodici milioni di persone, dove ti appresti a fare un lavoro che non ti piace, con una giunta militare al governo. 

Pensi alla ragazza con cui parlavi prima su facebook, dolce e interessante anima con sangue francese, basco e kabyle, che finito il suo dottorato è rimasta in Ecuador e ora vive in un paesino vicino a Quito. Ha aperto un caffè con negozietto, insieme a quell'artigiano catanese di cui si era appena innamorata, o si stava innamorando, quando l'hai incontrata tu. Anche lui dal cuore morbido, avevi comprato i suoi orecchini a forma di luna, fatti con materiali di riciclo, e quando ha visto il tuo amore per le spirali, ti ha fatto un anello di rame nel giro di due minuti, seduto sul sagrato di una chiesa nel sud dell'Ecuador, con le sue scarpe fatte a mano, fatte da lui. Uno degli incontri più piacevoli, stimolanti e che ti sono rimasti in quindici mesi di viaggio, questi due. 

Probabilmente starò meglio domani, se riesco a fare le cose che ho in mente di fare, se mi smettono i crampi e la nausea e la debolezza. Però... A volte me lo chiedo, che cavolo sto facendo. 

Già a vedere sta foto mi sto riprendendo. Anche le metropoli hanno fascino. Tanto. In effetti.
Domani vedrò una delle sole due donne in questa città che posso considerare una specie di amica, e ne sono contenta. Mi manca. Se c'è una cosa di cui mi sto rendendo conto, è che io, dei conoscenti, non me ne faccio proprio un cazzo. Sono allergica al chiacchiericcio, che non è da me, ma tant'è. Ho già detto che negli ultimi mesi sono in una fase piuttosto introversa, o quantomeno dove cerco calma e faccio yoga come non ne ho fatto mai prima. Accetto questa fase e spero che passi... Perché vivere a Bangkok senza darsi al chiacchiericcio è difficilissimo. 

4 comments:

  1. Quanti pensieri, che cascata, cinsono giornate così, che uno li tiene a freno, pensi alle cose belle, vai avanti ... Poi all'improvviso un pensiero porta a un altro, e scatena il turbine di ricordi, di se, di perché ... Su una cosa sono d'accordo, in questi casi meglio stare soli che il chiacchiericcio ...

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    1. Ciao bella, grazie. Va già meglio. Ho tendenze malinconiche da tutta la vita, e a volte esplodono, specie se sono malaticcia, o lontano da casa, o tutte e due le cose. Sto lottando contro l'anomia dell'espatriato, in maniera piuttosto efficace... Ce la posso fare!!

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  2. idem. penso lo stesso. non ho voglia di chiacchere inutili, vorrei un'amica con cui chiaccherare davvero. cosa che mi manca da un anno, da quando son tornata, e mi pesa tanto. conoscenti, certo, ma non é la stessa cosa. e le porte si aprono e ti chiedi tante cose, perché son qui, cosa ci faccio, cosa devo fare, dovrei cambiar mestiere, son anch'io in sta fase, con l'idea peró che qui mi piace e ci voglio rimanere, anche se son sola, beh, con un tesoro di bimbo, ma mica facile star noi due soli, hehehe ;) che presto ci sia una giornata di sole intenso anche dentro la tua mente :)

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    1. Lo so. Secondo me il rifiuto del chiacchiericcio è anche una cosa che succede diventando più vintage, mettiamola così... Non lo so, sono sempre più per il Pochi Ma Buoni per quanto concerne le amicizie e tutto il resto. L'amicizia per me è importantissima, senza quella appassisco, per qualche motivo. Dai, forza Selena... Come ho detto sopra... Ce la possiamo fare! Dobbiamo, anche perché dato che abbiamo la fortuna di poter scegliere che fare della nostra vita, dovremmo almeno goderci questa libertà, ed essere riconoscenti di averla. O no?

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Dimmi, dimmi tutto!