Cronache dalla trincea di un gruppo principianti

Il vecchio saccente è un tipo umano che ti capita spesso, in classe, quando insegni ai corsi come i miei della mattina. Il VS di solito ha più di 60 anni, non è ancora in pensione, non ha speranza di trovare perché ahimè il mercato del lavoro ti considera vecchio a 40 anni, figuriamoci a 60. Ma il VS spesso non trova anche lavoro perché ragazzi, diciamolo: è un rompicoglioni.

Ne ho uno in classe al momento: è pesante, è una palla al cazzo, saccente, fastidioso perché naturalmente mi considera una sbarbata che non sa una sega, e chiaramente appena può contraddirmi, lo fa. Naturalmente se rispondi prendendolo per il culo, bonariamente - è l'unica strategia per sopravvivere e non ucciderlo barbaramente - s'offende. Io dico, se rompi i coglioni, ti esponi al rischio dello sbeffeggio, specie se nessuno in classe ti regge e sei pesante come un'incudine sui maroni.
Stamattina sta dando del suo meglio, e mi insegue pure durante le pause per mostrare la sua Sapienza (al momento sono nascosta nell'ufficio di una collega che mi dà asilo politico e capisce. Pausa significa non rompetemi le palle e lasciatemi riposare la gola quindici minuti, kadzo) Sì, perché lui ha vissuto di qua e di là, e si considera un pozzo di scienza. Autoironia, zero - cosa che non mi piace mai. Senso della misura, zero. Voglia di indottrinare la gente: tantissima. Insopportabile.

Non so se avete notato che non parlo mai della classe della mattina in questo periodo: il motivo è che è piena di pesantoni, gente frustrata e sciroccati assortiti, o gente con problemi cognitivi. Che mi piacciono davvero ce ne saranno forse tre o quattro, in una classe di 14 è una pessima cosa, direi.
Ci sono gli antipatici, i pazzi, gli indisponenti e quelli che ti vien voglia di mandarli a lavorare, perché danno veramente l'impressione di non ammazzarsi a cercare un lavoro. Dopotutto, fa comodo ricevere un sussidio e lavorare in nero, no? In Italia non abbiamo abbastanza supporto, ma qui ce ne hanno così tanto che certe volte la gente se ne approffitta. Considerato che io di supporto non ne ho mai avuto, perché ho sempre lavorato come libera professionista - anche se la definizione mi fa schiantare dal ridere - la cosa mi scoccia di brutto. Cioè: uno stamane s'è lamentato perché che palle che devo essere sempre al corso così presto: io gli volevo dire, ciccio, ti pagano quanto me per andare a un corso di lingua e grattarti le palle il resto della giornata. Ma di che ti lamenti, diobòno?? Che fastidio.

Meno male che me me libero in meno di un mese. Stavolta la cena di classe sarà a inviti, e selezionata, solo con quelle due o tre persone che mi piacciono, perché ripeto: mica possono sempre starmi tutti simpatici, madonna.

5 comments:

  1. Come ti capisco!
    Avevo un alunno sessantenne, lui il lavoro ce l'aveva però, gran medico, e in classe GRIDAVA, urlava davvero!
    Cose che poi non c'entravano niente.
    E un giorno mi ha detto:sei vegetariana? MORIRAI PRESTO!

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  2. che palle, i vecchi saccenti. io adoro gli anzianotti di solito, ma certe volte sono proprio pesanti, e tendono al volo pindarico. che fatica. allora anche io morirò presto, non mangio abbastanza bestiuole!

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  3. E come ci è arrivato tra l'altro a dirti che morirai presto?? ma dov'era, questo affascinante soggetto?

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  4. In Spagna. Lui mi vedeva alla mia ultima lezione del venerdì sera, dopo una settimana massacrante e mi diceva: vedi, sei stanca perché sei vegetariana.

    Io pensavo: non sarà forse perché ho lavorato più di 60 ore in 5 giorni?

    In ogni caso mi aveva pure stampato da una pagina terribile in inglese tutte le conseguenze dell'essere vegetariana e la certezza della morte che si avvicinava!

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  5. Quando facevo il giardiniere a Verona c'erano i vecchietti che si avvicinavano per dirmi come dovevo fare il mio lavoro.
    "Ah, lei è giardiniere?" chiedevo ammirato di fronte a questi oceani di saggezza.
    "No impiegato delle poste, in pensione."
    Quando però me le facevano proprio girare, porgevo loro l'attrezzo.
    "Prego, continui lei, vado a bermi un caffè".

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