Camminando per Roma, ho preso note. Avevo fogli di carta, e un taccuino (vero.) Su quello ho scritto cose minghia più intimiste, che non riporterò qui, perché altrimenti, poveri voi, i dolori della semi-giovane Natalia. Sui fogli sparsi ho scritto parole a caso, per non dimenticarmi quel che mi passava per la testa. Ecco quindi le mie impressioni romane. Erano cinque anni che non ci andavo, cinque anni passati tra Turchia, Asia ed altre parti d'Europa. Roma è stata un bombardamento sensoriale, e queste noticine rappresentano solo le mie impressioni. Non prendetevela, se non siete d'accordo, perché è Roma vista da Natalia. Sono certa che vista da voi è diversa.
- Ci sono auto ovunque. Ovunque. Mi è stato poi spiegato dall'amico autoctono che il sindaco Alemanno ha reso la sosta più conveniente, e quindi più persone prendono l'auto per gli spostamenti. Mi sembra un'ottima mossa, per risolvere il cronico problema del traffico a Roma. Bravi tutti, eh.
- Le auto, le persone, i motorini, creano rumore. Io ho la testa mezza viennese, ormai, e ho notato che a Roma c'è un certo casino. Le auto rombano e suonano il clacson, le persone urlano. Ho davvero sentito qualcuno chiamare un amico apostrofandolo "A'nfameeeee!" E io che pensavo fosse solo nei film, o una cosa retrò. Non è così, ed è fantastico che non lo sia.
- Roma è colorata. Ci sono tanti colori pastello, ovunque, sulle facciate delle case, che vanno dal pesca al color salmone, con intermezzi giallo senape, o giallo zafferano. E questo è bellissimo, è quello che la rende bella, a mio avviso.
- Le piante sono diverse. Dal treno, a un certo punto si vedono comparire i cipressi, là fuori. Quando questi si diradano, ecco i pini marittimi. In città, i parchi sono costellati di pini marittimi. Quando entri a Villa Borghese, camminando, ti accorgi che se camminando schiacci gli aghi, senti lo stesso profumo che sentivi in pineta da bambina, vicino a Grosseto. Poi spegni la musica, e senti le cicale, in città, e capisci che sei un bel po' più a sud di Vienna, e che sei nella parte centrale dello stivale. Per strada, ci sono gli oleandri, sul marciapiede. I glicini. Le palme. Roma è una metropoli mediterranea, e negarlo sarebbe stupido.
- Mentre arrivi in treno, già da lì cominci a vedere rovine romane, buttate lì. Come tutte le città che sono state capitali imperiali, hanno rovine come se piovessero. In questo mi ricorda Istanbul, dove passeggiando tra un locale e l'altro, in alcune zone, trovi delle stele funerarie ottomane in un giardinetto, mentre ai lati del giardinetto i ggiovani con la crestina e le magliette design fanno colazione.
- I marciapiedi sono un'optional. Spesso molte piccole vie acciottolate sembrano pedonali, ma non lo sono. Quindi attenzione a come e dove camminate.
- Il cibo: è tanto. E' enorme. A Roma è pieno di posti dove si mangia, e quando si mangia, le porzioni sono le stesse che ti cucinerebbe Sora Lella, enormi e nutrienti. Piene di condimento. Se prendi un toast perché vuoi un paninetto leggero e veloce, pessima idea. Il toast romano è più grande del toast milanese, di circa un terzo. Stessa storia per il gelato: ho dovuto convincere il signore che me lo preparava, alla gelateria Giolitti, a non metterci la panna. Lui era oltraggiato, io oltraggiata dal fatto che la panna ce la voleva mettere a tutti i costi!
- Ci sono un sacco di venditori per strada, che vendono qualsiasi cosa, ancora più che a Milano. Ci sono meno cinesi, e più bangladeshi e africani, a occhio e croce. Quanto ai turisti, molti meno asiatici che a Milano, e molti più anglosassoni (americani, soprattutto) che fanno il grand tour dopo la fine del liceo, o che sono lì per imparare l'italiano (a Milano invece vanno per andare allo IED a studiare design.)
- Le persone parlano. Tanto. Volentieri. E questo, per una come me, è fico. Aspettare la fine del temporale in piazza Flaminia scambiando esperienze di monsoni con un signore filippino dà molta più soddisfazione che aspettare la fine del temporale muta, in piedi di fianco a un ceceno che guarda nel vuoto (manteniamo gli stranieri per il paragone, dato che il signore filippino è un estracomunitario.)
- Non ci sono hipster, bobo, insomma, quegli esseri coi pantaloni a sigaretta e gli occhiali grossi che popolano Milano, Vienna, Londra, Berlino, Istanbul e Barcellona (nomino le città dove ne ho notati negli ultimi 3 anni.) La gente che ho visto io, o è vestita normale – tipo mia madre, dignitosa e normale, senza vestiti costosi o che – o è vestita da fighetto. Con questo intendo dire che ho visto molte giovani donne con le camicine di Ralph Lauren e le ballerine e gli orecchini di perle, molti giovani uomini con i mocassini e le Timberland, molti uomini giovani e meno giovani con la Lacoste e il maglioncino sulle spalle, che pensavo non si facesse più. Ho visto, invece, poca gente vestita in modi originali, creativi o eccentrici. (Per chi conosce Milano: vestiti come si vestono i ggiovani che gravitano intorno a Porta Genova o all'Isola. Non so se mi spiego.)
- La gente è gentile, oltre che aperta, in genere. La signora che mi ha venduto la pizza al taglio (consigliatami da due impiegati che ho importunato per strada dicendo "beh ma se voi lavorate qui sapete di certo dove si può mangiare bene, e a poco: ditemi tutto, grazie") si preoccupava che fosse vestita troppo leggera. Rosa (pugliese trapiantata) che prendeva il sole leggendo Alejandro Jodorowsky sull'Isola Tiberina mi ha rivolto la parola di sua spontanea volontà, quando ha visto le mie acrobazie per capire che leggeva senza farmi notare – e io stavo per piangere dalla commozione, perché queste cose non mi capitano più.
Bello vedere la mia città attraverso i tuoi occhi ... Io quando ci torno, dopo questi 13 anni all'estero, sono frastornata dalle macchine, dal rumore, e quasi mi faccio mettere sotto!
ReplyDeletePerò la panna sul gelato ci vaaaaa!
E se avessi fatto un salto a Garbatella, oltre ai palazzi dai bei colori, avresti anche sentito quelli che per chiamarsi si urlano: a fioo de na bona donnnnnaaaaa!
Mi è piaciuto andare nella città di papà, era tanto che mancavo. Però al contrario delle altre volte, a sto giro mi sono trovata a pensare che non potrei abitarci - non fa per me. In qualche maniera mi ha anche dato l'idea di un posto piuttosto conservatore, però se mi chiedi da cosa deriva questa mia impressione, non saprei dirtelo.
ReplyDeleteChe nostalgia di Roma! Ci ho lavorato a poco più di vent'anni e la penso sempre con affetto. E' troppo bella.
ReplyDelete... orecchini di perle, qui, se li indossi, ti strappano il lobo per rubarteli. Sorellina, ricordati che il Sud America non è l'Asia, per rubarti il portafogli, o l'orologio o il cellulare, qui ti accoltellano. Consiglio di amici locali: se ti vogliono rapinare tu alza le mani e dì in modo tranquillo "hermano, tranquillo, lo que io tengo te do. Todo, ma, tranquillo eh". E prega che non ti accoltellino...
dai Abla, non mi dire così! e comunque io sono una stracciona. infatti ho portato tutti i miei bei argenti asiatici dalla mamma, e mi sto preparando a girare come una specie di donna disadorna senza orpello alcuno. domanda, però: ma che mi devo levare il piercing dal naso? me lo strappano, o gli viene in mente l'orrido pensiero che ce l'ho avuto nel naso per quindici anni e chi lo vuole che è zozzo...? spero che gli venga in mente :D
ReplyDeleteroma è il campo base quando torno, quindi ti dirò, le macchine e l'assenza del trasporto pubblico è una cosa che proprio non riesco a mandare giù. molte vie del centro sarebbero pedonali, solo che poi ci sono mille deroghe e a quanto pare hanno tutti l'autorizzazione. il cibo in confronto ai piattoni di lisbona è per passerotti. il fatto che le persone ti parlino per strada, alla fermata dell'autobus (che non passa) è davvero fico ed ha colpito anche me terrona, ma arrivata a roma dopo 4 anni in veneto. gli hipster ci sono anche a lisbona, puoi aggiungere alla lista.
ReplyDeletebuona inscatolata e ti ho già detto che sto a rosicà? giusto per restare in tema.
bentornata, mariantonietta! ho sentito anche io che le porzioni a Lisbona sono un'enormità, pazzesco, che se magnano mezzo pollo a persona a pranzo, senza colpo ferire e cose del genere :)
ReplyDeletenon rosicà! magari un giorno farai anche tu una gita, scusa. intanto immaginami con la sciarpa in faccia e aspirapolvere in mano, che almeno per ora ti passa l'invidia :P
Dai sorellina, che tra un po'girerai leggera e turistica! E' bello sforare i luoghi senza doverci sbattere la testa. Fai proprio bene a prenderti il tuo anno sabbatico!!! :-)
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