Milan Dreaming e Dubbio Made in Italy

Sono i titoli di due video a tema italiano che ho visto negli ultimi mesi. Quello su Milano l'ho visto un sacco di tempo fa, e vedere il secondo, quello del Dubbio, mi ha fatto pensare al primo. 

Quello su Milano è questo: 


A me piace un sacco, è stato girato da Francesco Paciocco, quindi un italiano, direi. Incredibile, un italiano che fa qualcosa di positivo su Milano e non è milanese...? Comunque. Il video mi è piaciuto molto quando l'ho visto, mostra la città da un punto di vista insolito, molto onirico, è un bel video, devo dire. Mi piacerebbe sapere di più di quest'uomo che l'ha girato, intendo dire da dove viene e che storia ha, per capire meglio il suo sguardo sulla città. 


E invece quello del Dubbio è questo, più nuovo, è girato su blog e account tuìta di espatriati vari. Prima guardatelo, poi leggete il mio parere. Di più sul video qui.


Allora – io l'ho postato perché mi sembra in tema, dato che questo blòg parla di insegnamento e di esperienza di espatrio.
Io personalmente l'ho trovato un po' fastidioso. E' il solito Lamento del Giovane Italiano, che ormai a me ha un pochino scocciato, a dire il vero. Forse sarà perché io vengo da Milano, che è a) nel nord e b) una grande città: il mare sotto casa non l'ho mai avuto, come non ho avuto neanche il vino del contadino, o le campagne sterminate. Dove se arrivi in ritardo eccessivamente, più di 15 minuti, la gente se la sminchia, a ragione, se chiedete a me. Se cresci in una città, una qualsiasi, sai che le persone che condividono poche centinaia di metri quadri sono la norma in una città grande, perché sai che due coglioni dover salutare ogni passeggero di ogni vagone della metro? E questo per quanto riguarda ciò che il giovane dice, nel video.

Poi c'è il testo in sovrimpressione: ora, lo so che in Italia c'è una situazione di merda. Lo so che l'Italia è una gerontocrazia e lo so che i giovani non sono mai incoraggiati/facilitati a fare una sega... Però, su, dai: se davvero avessi avuto tutta questa voglia di restarci, in Italia, non saresti partito. Avresti fatto come i miei moltissimi amici che, invece, hanno deciso di restare e provare comunque a fare qualcosa che reputano buono, e produttivo, e ad uscire di casa, e a crescere, cosa magari più ardua in Italia, ma possibile. Solo che ti devi fare di più il mazzo. Io lo dico sempre: sono anche partita perché non avevo voglia di stare in un posto con condizioni così così, quando potevo fare lo stesso lavoro pagata meglio e spendendo meno per vivere. Sono pigra, io. E quindi pure pragmatica. 

Cioè, giovane italiano del video, non vieni mica da una zona di guerra in Congo, non vieni dalla Cecenia e neanche dalla povertà estrema chessò, delle campagne cinesi. Questo genere di atteggiamento mi dà veramente fastidio, io sono la prima che tra sé e sé pensa cazzarola, ma se un giorno vorrò tornare in Italia ci smenerò di certo! Perché è vero, so che è così: ma è la modalità di questo lamento che mi tira fuori dagli stracci, perché lascia pochissima speranza per il futuro e si lagna non poco pure del passato. Non so spiegarlo del tutto in modo razionale: anche se potrei trovarmi d'accordo con quest'uomo, ho anche una certa voglia di dargli una scrollata e ricordargli che comunque lui è fortunato, e che è vivere in una bolla il lamentarsi e basta: perché almeno, lui, ha potuto crescere con l'olio e i vini buoni, il mare, e questo, e quello, e ha potuto anche andare a scuola e avere computer con i quali imparare a fare lamentosi video da postare su internet, con la sua connessione superveloce. Del tipo: sono comunque problemi da primo mondo, figlio mio. 

Non so perché mi ha dato così fastidio, questo video. Forse perché ho visto altri italiani all'estero che conosco postarlo su FB autodefinendosi cervelli in fuga e piangendo per questa loro condizione. Neanche fossero dissidenti siriani fuoriusciti. Ma mi faccino il piacere. 

17 comments:

  1. Vuoi davvero una risposta? Guarda che non è simpatica... E' che gli italiani sono diventati stato-dipendenti. Vogliono tutto facile. Non vogliono il lavoro. Vogliono il "posto di lavoro". Non vogliono farsi il culo, vogliono che le cose arrivino "perché ne hanno il diritto".
    Sono molto più vecchia di te, ho visto l'insorgere e l'installarsi di questa mentalità assistenzialista.
    E' quella che ha permesso ai partiti di occupare il paese. DI distruggere l'economia e, quindi la società. Ho visto gente abituata a lavorare diventare "gente da posti di lavoro" negli anni 60/70. Gente che si faceva il mazzo e poi, votando o democrazia cristiana, o partito socialista o partito comunista mettersi tranquilli, in un bel posto assicurato, con tutta la possibilità di fare gli assenteisti senza patemi. E guarda che ti parlo del Veneto. Non della Sicilia.
    Questa gente si è fatta mantenere dalla parte attiva della popolazione. E' vissuta a "sbafo" e i loro figli vorrebbero fare altrettanto. Vorrebbero la mozzarella fresca, il vino buono... e un lavoro sine cura. Sicuro. Pagato da chi lavora e rischia davvero. TU sei pigra? Ma dai. Ti sei presa le tue responsabilità ed hai fatto una scelta. Consapevole. Hai rinunciato ad alcune cose per averne altre e ti fai il mazzo (o ci racconti storie quando dici che arrivi a casa stravolta la sera? Non credo. Non sei il tipo.)
    Finché ci saranno italiani così, da stato-nanny... la crisi non finirà mai.

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    1. quindi, alla fine, si ritorna al tema di mancanza di senso civico? tipo, sì, le cose dovrebbero cambiare – ma perché non lasciamo che comincino a cambiarle gli altri? è possibile. secondo me molti giovani *hanno* anche accettato che il posto di lavoro fisso sia un'illusione, molti miei amici l'hanno accettato. il problema secondo me è che in Italia la flessibilità viene intesa come "se non ti vanno bene queste condizioni di merda ne trovo altri mille", non come spinta al fare bene il proprio lavoro, alla meritocrazia. quindi, se anche io accetto che la flessibilità è la norma, ma intorno a me le strutture restano immobili e gestite in maniere vecchie, allora lì abbiamo un problema.

      spesso penso che molti problemi italiani derivino da come pensiamo. il fare di tutto uno psicodramma, a mio avviso, è parte del problema... siamo un po' tutti Maria Callas, dentro, mi sembra ;)

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  2. Condivido quanto hai scritto, la situazione italiana é tragica, ma non al livello descritto nel video. Il lavoro scarseggia ma c'è anche tanta gente che non vuole fare sacrifici, e non mi riferisco a fare lavoro sottopagati in nero(che non dovrebbero nemmeno esistere) ma parlo di cose banali come spostarsi in un'altra città per fare qualcosa.
    In Italia ci sono un sacco di laureati, ed é giusto che sia così, ma pretendere di trovare tutti lavoro nel proprio campo per certe categorie é un'utopia, bisognerebbe abbassare le aspettative ma molti non ci riescono, complice il mondo del lavoro pessimo ma non é una scusante sufficiente.
    Ancora non ci costringe nessuno a emigrare(per fortuna), se non si é convinti si può restare in Italia cercando di sopportare la situazione e di cambiare le cose(cosa che si può fare anche dall'estero).

    Comunque Milano la ritengono una città affascinante ma brutta, L'unica città italiana paragonabile alle grandi capitali europee, ma esteticamente brutta e topograficamente piatta.
    Ci vivrei, almeno ci proverei.

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    1. secondo me in tanti neolaureati non capiscono che a) tutti devono fare gavetta (anche se questa gavetta NON dovrebbe essere uno stage non pagato o lavoro nero e b) che l'università per lavorare non basta.
      troppa gente in Italia si laurea senza aver mai lavorato - poi è chiaro che faticano a trovare un primo impiego nel loro ambito.
      curiosità: ma secondo te come facciamo noi, italiani a spasso, a cambiare le cose a casa? io più sto via e più mi sento sconnessa dal mondo italiano. certe volte mi chiedo anche perché votare lì e non dove abito, non so se mi spiego...

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  3. condivido la tua opinione e i due commentatori di sopra. oltretutto espatriare oggi significa in europa essere cm a 3 ore di aereo da casa, con skype etc...non e' come una volta che si andava in nave nel nuovo mondo e a casa nn si ritornava mai piu...
    cmq secondo me chi si piange addosso non ha ne' le palle di partire ne' le palle per restare e provare a farcela

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    1. "cmq secondo me chi si piange addosso non ha ne' le palle di partire ne' le palle per restare e provare a farcela."
      non so, il tizio del video è partito e sembra che faccia pure un sacco di cose interessanti: è proprio per questo che non sopporto che si lagni in questo modo. perché voglio dire, mica è finito a fare il minatore in Belgio! mica è diventato Michele Ametrano, quello di Verdone (che poi tanto di cappello a tutti gli Ametrano che si sono fatti il mazzo, per quanto mi riguarda!)

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  4. Bella la fotografia del video su Milano, citta' che ho frequentato per un anno e mezzo e che mi ha sorpresa. Non so come sia viverci, ma sicuramente e' una citta' da scoprire! L'altro video lo conoscevo, dire che e' banale non rende. Banale ed irritante, come se l'avessero costretto con la frusta a lasciare l'Italia... La situazione sappiamo bene quale sia, tuttavia vorrei non scordare che la nostra e' in primis una scelta e soprattutto un modo per arricchirci come persone, coi mezzi che abbiamo a disposizione oggi.

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  5. Le tue considerazioni sul secondo video sono piu' che ragionevoli, e te lo dice uno che comunque viene da una piccola citta' (del Nord) con la campagna attorno.

    ~Dottor Nomade.

    PS abilita i commenti anche senza ID, dai...

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    1. ma tu sei della zona di Tortona tipo! ma com'è che io nella mia vita ho incontrato così tanta gente che mi ha portato positività e cose belle, dal tortonese?

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  6. MA PERCHE' NON MI ESCONO I COMMENTIIIIIAAAARGGGGHHHHHHBBBBBbbbblllllbbLBLBLBLBLBLBLB...

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    1. usciti! e abilitati anche senza ID come da richiesto ;)

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  7. oh, non potrei essere più d'accordo con te e con gli altri commentatori. l'ho visto perché l'aveva postato andima e n'è uscita fuori una discussione enorme con chi sosteneva il video e che ci si ritrovava.
    io non mi ci ritrovo affatto, sarà che qui il pane è meglio che in italia, che abbiamo il bidet, che il vino lo fa il contadino e il mare ce l'ho sotto casa. oppure sarà che conosco bene le ragioni della mia emigrazione e che so che se voglio posso tornare. cioè, è bello poter scegliere.
    comunque al di là del contenuto del video che è banale, è proprio brutto. quello su milano invece mi è piaciuto un sacco.

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    1. suona figo allora il Portogallo! che poi infatti, dai, il pane è buono in tanti posti – magari è solo diverso. mi associo a quel che dici, in più dico solo che so di poter tornare, ma come dico sempre, con una grossa perdita a livello economico e di qualità della vita (nel senso di potere d'acquisto e quindi comodità del vivere che ottengo grazie al mio lavoro, che se torni sarà poi compensata da altro, si presume.)

      sono contenta ti sia piaciuto il video su Milano! è proprio poetico, no?

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  8. Ciao, sono planata qui dal blog di Cecile! Ma che è sto video? Ma è il doppiatore di Leonardo di Caprio che parla? Ho fatto un po' fatica a concentrarmi sulle paroline amare scritte e quelle dette, tutte irritanti, e condivido il fastidio! Hai quel cosino dove inserisco la mia mail e ricevo gli aggiornamenti?

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    1. Sai che può essere, per il doppiatore, ora che me lo fai notare? io il video ho dovuto guardarlo due volte per riuscire a seguire entrambe le cose. non ho il cervello abbastanza dissociato, altrimenti.

      il cosino? umm... no...? non lo so. ce l'ho? se non lo vedi, probabilmente dovrei inserirlo. se lo inserisco passo da te a dirtelo ok?

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  9. Condivido quello che dice Mariantonietta. Il video su Milano è davvero carino e ben fatto, quell'altro è orrendo e pieno di banalità!

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  10. Sounds like a plan! Così ti seguo nel viaggio.

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Dimmi, dimmi tutto!