Oh allora, siamo in Sudamerica. Non credo di essere mai stata cosi' tanto lontana da casa. Che sarebbe Milano, l'Europa, eccetera.
Insomma, Asuncion e' piccola, e un po' sonnolenta, direi. La vedi dall'aereo, e pensi: tutto qua? La capitale?
No, perche' dopo Willemstad, che in realta' e' una accozzaglia di villaggi, io ero gia' esaltata, perche' mi sono detta oh, finalmente una citta'.
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Gli autobus sono un'altra cosa divertente di queste partï: ovviamente non c'e' una tabella degli orari, perche'che te ne fai, no? Quindi tu vai, aspetti, e quando vedi il tuo autobus ti sbracci. Lui rallenta, tu salti su, paghi, e l'autista ti da'il resto mentre accelera con una mano sola e intanto magari ti spiega anche dove devi scendere. Scendere e' ancora peggio, soprattutto se ti capita un'autista psicolabile come a noi oggi, che non si fermava neanche a tirare su la gente, a un certo punto: tipo che io mi chiedo, ma dove devi anna'? Che qua la fretta e'abolita, con sti autobus che c'avete??? Vabbe'. Comunque, a scendere si deve fare in fretta, atletici e libelluloni, perche' mentre si stacca la mano dalla maniglia (io la uso come perno e zompo come quello la' dell'Olio Cuore), l'autista ovviamente riparte. Oggi con lo psicopatico ero preoccupatissima all'idea di scendere, per fortuna vedono che sono straniera e mi trattano come un'idiota, e quindi rallentano piu' a lungo. Meno male.
I paraguyani strillano poco, mangiano tantissime cose italiane, spesso hanno cognomi italiani... Ma io mica lo sapevo che in Paraguay c'erano tutti questi italiani! E ad Asuncion parlano spagnolo con una erre che sembrano di Venezia. La domanda sorge spontanea: ci sara' mica stata tanta immigrazione dal Veneto, da queste parti?
Domani andiamo in una cittadina qui vicino, Areguá. Scrivo poco in questi giorni perche' non ho internet e questo non e' il mio computer, capitemi... Mi faccio viva quando posso!
Il sistema autobus è uguale anche qui. Oggi mentre Dario saliva il conducente è partito a razzo...quasi mi ammazza il marito. La discesa dalla buseta per casa nostra è da cardioplama: in cima ad una salita, con un traffico pazzesco la buseta stoppa con stridore di freni e ondeggiamenti bruschi e riparte a razzo mentre tu hai ancora un piede sul predellino...
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