Ritratto di Giulietta, o Spacco Tutto

Chiamiamola così. Lei c'ha un altro nome, ma non mi va di usare una iniziale ogni volta. Quindi, chiamamola Giulietta. La Gì è una mia collega, ha l'età di mia madre circa, con un taglio di capelli discutibile, ma contenta lei. Insegna inglese, ma lo parla 'nzomma, secondo i colleghi madrelingua, il tedesco pure peggio. Non ci sarebbe niente di male in tutto ciò, se non fosse che quando parla inglese, invece che parlare come una persona normale, prende queste aree da cugina della regina e parla come un incrocio tra Elisabetta e Vittoria. Con gli errori di grammatica nel mezzo, e le parole desuete che neanche mia nonna, se mia nonna parlasse inglese. Non ci sarebbe nulla di male neanche in questo, se non fosse terribilmente arrogante.
Ho lo sventurato destino di doverla sopportare una volta o due al mese durante gli esami di inglese, esami durante i quali abbiamo 4,5 ore per testare tra le 30 e le 70 persone. Chiaro che quando ce ne sono 70, magari se ti dai una mossa a fare le interview orali io riesco a uscire in orario per la lezione dopo. 

Ma no.
No. 
Lei chiede vita morte e miracoli anche a coloro che chiaramente hanno problemi e li prosciuga. 
Tratta male quelli che hanno la colpa irreparabile di aver lasciato la scuola a quindici anni. Tratta chi non parla inglese come un sommo deficiente. 
E in tutto questo, è lenta.
E quando io le faccio notare le cose, siccome sono una bella gnocca bionda sotto i trent'anni, è chiaro che quello che dico non ha valore. Figurati: sono giovane, e pure bionda, che ti pare che adesso io possa avere idee sensate, no? E quindi cosa fa?

Mi risponde con aria saccente, concludendo le frasi con "young lady". Manco fossi la nipote presa con le dita nel barattolo di Nutella. Mentre io sto cercando di rendere tutto più rapido ed efficiente, e lei coi suoi tempi paleolitici non me lo lascia fare. E dato che altri due colleghi si sono trovati a smadonnare, sono certa di non essere io il problema. 

Diciamo che oggi il mio umore si esprime col titolo di questo libro

Ora: radunare libri per le lezioni del pomeriggio. Radunare vestiti per yoga. Darsi una calmata. Uscire e godersi le lezioni con gli adorabili studenti del pomeriggio. 

GGGGGGGGGGHHHHHHH. 

5 comments:

  1. hahahaha ... come ti capisco!
    Io in Spagna avevo 'sta collega che parlava inglese come le pareva, e poi i suoi studenti dopo i suoi corsi (in cui promuoveva tutti) passavano tutti ai miei. E io avevo classi piene di capre, non bloccate al momento giusto.
    Fortunatamente 'sta tipa di lavorare aveva davvero pocaaaaa voglia, quindi quando si trattava di fare esami orali sbolognava tutto in poco tempo e se ne andava a fare la spesa, a prendersi una birra ecc. perche' intanto non ci controllava nessuno! :-S

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  2. suppoongo che risponderle educatamente concludendo le frasi con "old hag" non sia adeguato.
    F.

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  3. O my God! E' il ritratto della mia professoressa d'inglese del liceo! Io speravo che la mia prof fosse un caso isolato!
    Alex V

    ps: se passi da me (http://teaglielefanti.blogspot.it/) c'è una cosina per te

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  4. @Alex V: e se fosse proprio lei?

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  5. @Fede: la prossima volta ci provo. Old hag mi piace molto, e se lo merita, io sono ancora incredula che abbia detto una cosa del genere a una collega O_O

    @Alex: mi sa che il tipo umano a cui appartiene Giulietta, Forte coi Deboli e Debole coi Forti, dato che poi fa la leccapiedi con la coordinatrice, diventi spesso insegnante. questa gentaglia ama l'autorità, solo che poi non è esattamente l'ideale per tirare fuori il meglio dai propri studenti, i quali, povericristi, giustamente si chiudono a riccio :( passo asap da te!

    @Cecilia: quello che dici è l'evidenza del fatto che in questo settore professionale girano un sacco di testediminchia. poi per quello gli studenti in pausa vengono da te e ti chiedono: ma qual è il tuo vero lavoro? sconfortante. ma io continuo per la mia strada, perdinci!

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