Cose che sono contenta di ritrovare

a una settimana dal ritorno a Vienna - e che presumibilmente mi mancheranno un giorno, se me ne andrò a vivere altrove.

Non potevo mica usarla come titolo questa frase, sarebbe stata degna di Lina Wertmüller no? Ma io mica lei sono. Sono Natalia e non ho gli occhiali fighi come quelli della Wertmüller.

Comunque, oggi pensavo a questo, perché ci sono effettivamente alcune cose che mi piacciono di qui e che non ci sono da dove vengo, e neanche in altri posti che ho visitato. Per una volta che sono totalmente presa bene da questa città, che c'è pure il sole, dichiariamolo, perdinci.
Come ad esempio:

  1. il pane integrale: scuro, scuretto, nero, fatto di cereali di cui non conosco il nome neanche in italiano, e quindi li so in tedesco ma non so bene che aspetto abbia la pianta effettivamente.
  2. il reparto di Robe Organiche nei supermercati, dove vendono robe come la quinoa mai mangiata prima di vivere qui, e un sacco di cereali, come sopra, dove uno si chiede: e che ci faccio? come li mangio? Non li so mica cucinare. Però mi piace sapere che ci sono, se un giorno vorrò variare la mia alimentazione. 
  3. il reparto di Robe dal Mondo sia come frutta e verdura, sia come conserve e quant'altro. Anche il supermercato Prosi, di proprietà di una famiglia indiana, enorme, variopinto e fornitissimo: hanno tutto. Anche la Marmite e le paste di peperoncino messicano assassino. La crème fraiche che costa 0,89 al barattolo e non 2 euro come a Milano, cosa che non mi sono mai spiegata.
  4. la cultura delle infusioni. Sarà che sono in un paese alpino, ma qui ci sono un sacco di infusioni buonissime, per tutti i gusti e tutti i bisogni. Aromatiche, con i fiori, con le erbe di montagna, con tutti e due, con lo zenzero, se hai la tosse, la bronchite, se non riesci a dormire, hai mal di pancia, hai mal di testa, qualsiasi cosa tu abbia, vai in un'erboristeria e illuminati davanti alla quantità e alla qualità delle infusioni che producono da queste parti. I miei spacciatori preferiti sono il signor Willi Dungl e la cricca di Sonnentor. Quando vado nei bar italiani, chiedo il tè, e mi portano un misero cestello di ceramica con quattro Twinings buttati dentro a caso, a me viene la tristezza. Ma è chiaro, dopo averi vissuto in Turchia e qui. In Italia da questo punto di vista siam messi male, forse perché la maggior parte della popolazione pensa: Un caffettino, e via. E delle infusioni, come dire, se ne frega assai. 
  5. Gente che quando gli parli di pesto e basilico, sanno quel che dici, e magari sanno pure come usarli. Supermercati che sono forniti sia di pesto (che vabbè, mica dev'esserci ovunque, ma se c'è, meglio) e soprattutto di basilico (in Spagna non c'era il basilico, al supermercato. In un paese mediterraneo, questo dettaglio mi lascia molto perplessa.)
  6. le Kaffeehaus dove stai seduto per tre ore comprando un caffè e una torta, e nessuno ti caccia via o ti chiede se vuoi altro. 
  7. i mezzi che funzionano e sono rapidi e attraversi la città in massimo 50 minuti ma proprio solo se devi andare, ad esempio, a Sucate. 
  8. la varietà di ristoranti a prezzo moderato e con qualità più che decente: vuoi il sushi, vuoi andare a mangiare l'ingera, vuoi una pizza accettabile, vuoi mangiarti una schnitzelona, vuoi mangiare le tortillas? C'è: c'è, in città, e non sarai derubato al momento di pagare. 
Mi fermo qua, che per questa settimana ho finito di lavorare, sto per uscire con un'amica a farmi un caffè al sole, e prima di farlo farò anche la trasgressiva cosa dove mi faccio una pennichella pomeridiana. Tiè. E poi vado a godermi questa città dotata di basilico anche se sta a nord delle Alpi. 

E lo so che praticamente tutto in questo post è relativo al cibo. Ma dev'essere perché il cibo spagnolo mi ha traumatizzato malamente, quanto a frittura, quanto a mancanza di alternative quando proprio non hai voglia di mangiare carne o pesce, cosa che a me succede spesso. Le tapas saranno anche un modo divertente di mangiare, ma sono sopravvalutate, malsane e sempre le stesse, in fin dei conti. Il cibo per me è una cosa troppo importante, e se non mi piace il cibo che ho intorno mi intristisco. Il cibo è uno dei motivi per cui amavo la Turchia.
Quindi, da questo punto di vista, sono contenta contentissima di essere tornata a Vienna!

3 comments:

  1. Anche io sono stata traumatizzata per anni dal cibo spagnolo ..
    Parlano tanto di dieta mditerranea ma poi è tutto strafritto .. La Slovenia è invece molto più simile all'Austria!

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  2. se questi sono i fondamentali potresti considerare Berlino perché, in più - restando nella pag .. -c'ha 'na cucina turca da paura!..natürlich

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  3. @Cecilia: ah, meno male che non sono la sola a essere traumatizzata dal cibo spagnolo! questo entusiasmo per le tapas è incomprensibile. bah.

    @Nishanga: no, non sono i fondamentali, se sapessi cosa sono i fondamentali sarei una donna con molte meno pippe mentali ;)
    ma... Berlino, no, non ce la posso fare. fa ancora più freddo becco che qua in inverno, è più a nord, con meno luce, e soprattutto, io *so* di non essere abbastanza cool per Berlino. ci sono stata e mi piace farci una gita, ma non so se sopravviverei in mezzo al mare di fotografi, artisti, ggente creativa, Frangette varie e tutto il resto. mi sentirei piuttosto fuori posto. anche se quand'è che non mi sento fuori posto... Berlino per me è come Londra: ottima per le gite, ma viverci, non lo so.

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